giovedì, aprile 10, 2025

Mafia, estorsioni e droga. Retata a Palermo, 11 arresti


Fabio Geraci

Palermo - Il blitz è stato chiamato «Nuovo corso», lo stesso che Cosa nostra stava cercando di avviare nel mandamento della Noce, tra vecchie glorie appena uscite dal carcere e nuovi volti apparentemente insospettabili. Un tentativo di riorganizzazione, stroncato all’alba di ieri dalla polizia, che ha arrestato undici persone accusate a vario titolo di associazione mafiosa, estorsione aggravata, traffico di droga e detenzione di armi. Un dodicesimo indagato è deceduto di recente.

L’indagine, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia guidata dal procuratore Maurizio de Lucia e firmata dal Gip Claudia Rosini, ha ricostruito gli assetti del mandamento della Noce con le famiglie di Altarello e Cruillas-Malaspina. In campo oltre cento agenti della Squadra mobile e della Sisco, supportati da unità cinofile, reparti speciali, elicottero del reparto volo e personale della scientifica. Oltre agli arresti sono state eseguite perquisizioni a tappeto in diversi quartieri.

Al centro del nuovo assetto ci sarebbero state tre figure ma soprattutto quella di Giuseppe Romagnolo, 56 anni, commerciante di scarpe e incensurato, indicato come il nuovo reggente del mandamento. Un passato apparentemente pulito, una vita trascorsa dietro il bancone del negozio di calzature, aperto con il fratello in corso Finocchiaro Aprile. Per gli inquirenti, però, Romagnolo era in realtà un «uomo d’onore riservato» rimasto per anni nell’ombra. «Durerà cent’anni», dicevano di lui nelle intercettazioni gli affiliati, convinti che il suo basso profilo lo avrebbe protetto a lungo. Evidentemente non è andata così. Tenuto lontano dai riflettori avrebbe preso il posto di Guglielmo Ficarra, arrestato nel 2021 in un’operazione che aveva decimato la famiglia mafiosa della Noce, da sempre sotto osservazione per i legami con i vertici storici di Cosa nostra, a cominciare da Totò Riina. Romagnolo riceveva nel retro di una macelleria, convocava riunioni in alcuni magazzini, decideva a chi chiedere il pizzo e sua era l’ultima parola sui traffici di droga. Era sempre lui a dare il via libera all’apertura di nuove attività commerciali, come racconta una conversazione captata con un altro mafioso: «Apri! Hai carta libera, se c’è qualcuno che disturba ti dico no. Ma se non c’è nessuno, guadagnati il pane».

Ma c’era una frattura silenziosa e profonda che attraversava il mandamento della Noce. L’indagine della Direzione distrettuale antimafia ha infatti documentato «una scissione interna» che ha fatto emergere due diverse fazioni. Da un lato «una più giovane e alternativa» legata a Romagnolo, dall’altra «una più tradizionale e garantista del rispetto dei dogmi mafiosi» rappresentata da Renzo Lo Nigro e Carlo Castagna.

Il primo, 52 anni, scarcerato quattro anni fa, esponente di rilievo della famiglia mafiosa e persona di fiducia del boss finito al 41 bis Fabio Chiovaro mentre il secondo, 46 anni, anche lui uscito dal carcere da pochi anni, era la figura di riferimento della vecchia guardia e vicino ai vertici storici della Noce, nonché cugino di Gaetano e Tommaso Castagna, figli di Enzo, oggi scomparso, conosciuto per l’agenzia di pompe funebri ma soprattutto per il ruolo di fornitore di attori, comparse e figuranti per il cinema. Proprio i Castagna finirono nei guai in un’inchiesta sulla richiesta di denaro alle case di produzione, avviata dopo le riprese in città di una fiction con Riccardo Scamarcio.

Il clan, in base a quanto è stato documentato nelle carte, esercitava un controllo stabile sul territorio gestendo estorsioni, piazze di spaccio e le relazioni con gli altri contesti mafiosi. Non a caso il giudice scrive che gli indagati «hanno operato in una collaudata rete criminosa finalizzata all’imposizione del proprio potere sul territorio, sia utilizzando il metodo mafioso che per agevolare proprio l’esistenza ed il mantenimento del sodalizio e dei suoi sodali». La cosiddetta «messa in regola» colpiva anche i cantieri edili, i negozi e molti piccoli esercenti. Gli investigatori hanno anche ricostruito una rapina, avvenuta nel giugno del 2023, denunciata da un commerciante che era stata preceduta da una serie di danneggiamenti.

GdS, 10/4/2025

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