martedì, aprile 29, 2025

Giustizia, Morosini: “La riforma punta a rendere i magistrati allineati e ubbidienti”

di Accursio Sabella

Piergiorgio Morosini

Palermo. Il presidente del Tribunale di Palermo è intervenuto all'Assemblea nazionale contro mafia e corruzione della Cgil
 Giustizia, Morosini: “La riforma punta a rendere i magistrati allineati e ubbidienti

“L'impatto di riforme recenti sul piano della giustizia penale determina un indebolimento degli strumenti di controllo”, mentre la riforma sulla separazione delle carriere “ha nel cuore l'azzeramento della separazione dei poteri”. L'allarme del presidente del Tribunale di Palermo, Piergiorgio Morosini arriva nel corso dell'Assemblea nazionale contro mafia e corruzione della Cgil, dal titolo "Per essere liberi dalle mafie votiamo per i diritti", organizzata al San Paolo Palace hotel di Palermo.

Un'assemblea che la Cgil ha promosso alla vigilia del 43esimo anniversario dell'assassinio di Pio La Torre per unire i movimenti Antimafia con l'obiettivo di contrastare la criminalità organizzata e le mafie e che quest'anno assume un significato particolare perché lega l'azione contro la mafia al tema dei diritti al centro del Referendum su lavoro e cittadinanza per il quale si vota l'8 e 9 giugno.

E nel corso del dibattito, sono stati affrontati anche i temi riguardanti le riforme nel campo della giustizia. A cominciare dalla separazione delle carriere. Secondo il presidente Morosini, “la riforma costituzionale in gestazione che riguarda la magistratura vuole incidere su quella parte della Carta costituzionale che rifiuta categoricamente la logica del blocco unico tra i poteri, a garanzia dei cittadini più deboli. La promozione di questa riforma – aggiunge Morosini - ha sulle labbra la separazione delle carriere tra giudici e pm, ma nel cuore ha l’azzeramento della separazione tra poteri”.


Per il presidente del Tribunale palermitano, questa riforma “che va a indebolire, smembrandolo, il Csm, togliendogli competenze e prevedendo una composizione di togati non più eletti ma sorteggiati, avrebbe meritato dei supplementi di riflessione. Di sicuro, non un testo blindato in Parlamento. Il rischio – ha aggiunto Morosini - è quello di avere dei giudici allineati, addomesticati, ubbidienti”.

Morosini ha anche puntato i riflettori contro la delegittimazione dei giudici, allargando lo sguardo oltre il confine nazionale. Ma riguardo all'Italia e in particolare al contrasto delle mafie, tema centrale del dibattito, il magistrato ha spiegato che "le èlite mafiose oggi fanno grossi affari senza utilizzare il metodo violento. Esponenti di vertice del governo – ha detto - continuano a sostenere che la lotta alla mafia e alla corruzione sono delle priorità per il nostro Paese, ma vi sono condotte concrete che destano una qualche preoccupazione in questa prospettiva”.

E preoccupazione è stata espressa da Morosini anche riguardo “all'impatto di riforme recenti, sul piano della giustizia penale, come l'abolizione dell'abuso d'ufficio, il ridimensionamento del reato di traffico di influenze, la riduzione della possibilità di intercettazione nei procedimenti penali. Questo determina – aggiunge - un indebolimento degli strumenti di controllo penale nel circuito della pubblica amministrazione”.

Per l'ex presidente del Senato Piero Grasso, "da tempo ormai non si parla più di mafia. È sparita dai media e sembra quasi che non esista più. Si vuol far passare l'idea che non esista anche perché sono diminuiti gli omicidi di mafia. Ma questa – ha aggiunto - è invece una precisa strategia perché la mafia oggi di occupa sempre più di affari e cerca di infiltrarsi nell'economia legale, negli appalti e nelle concessioni”.

Anche per Franco La Torre, figlio di Pio La Torre, "la mafia non è in cima all'agenda politica di questo Paese. Non lo è mai stata, tranne in quei momenti in cui avremmo preferito non trovarci, ossia quelli che hanno insanguinato la storia d'Italia. La mafia si è immersa nuovamente, lavora sottotraccia, sperando nell'indifferenza, nella sottovalutazione, nella difficoltà a comprenderne le caratteristiche. Ed è quello – conclude - che sta accadendo da un bel po' di tempo”.

la Repubblica, 29/4/2025

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