MARCO TRAVAGLIO
L'unico capo di governo non ipocrita è quel serial killer di Netanyahu: il solo a sottrarsi al rito tartufesco del salto sul carro funebre di Francesco.
Quanto agli altri che sgomitano sui social (e quasi tutti sfileranno ai funerali in San Pietro) per ricordare quanto il Papa fosse buono e dunque amico loro, possiamo immaginare le risate che si farà lui lassù con gli altri santi.
Di quei sepolcri imbiancati, Trump è il caso più caricaturale: non tanto per la sua biografia, che pare fatta apposta per non piacere a Bergoglio, e per i rimpatri dei migranti irregolari, che fanno tutti dappertutto, ma per il disprezzo anticristiano che manifesta in ogni frase e smorfia quando nomina un ultimo della Terra.
Putin, che non sarà a Roma per non essere arrestato (mica è Netanyahu), è un altro campione di doppiezza: ricorda che Francesco era amico dei russi, ma dimentica che era contro le guerre e le repressioni, incluse le sue.
Milei, argentino come il Papa, ha la faccia tosta di rimpiangerne la "bontà e saggezza malgrado le nostre piccole divergenze": l'aveva solo definito "figlio di puttana che predica il comunismo", "gesuita affine a comunisti assassini", "rappresentante del Maligno", "imbecille" che fa "politiche ecclesiali di merda". Che sarà mai.
Zelensky finge di scordarsi quando il Papa gli espose il suo piano di pace e lui lo gelò sprezzante: "Non ci servono mediatori, le condizioni le decide l'Ucraina, con Putin non parlo. Il Papa condanni i crimini russi: non si può mettere sullo stesso piano aggredito e aggressore. Crediamo nella vittoria".
O tutte le volte che la sua ambasciata protestò col Papa perché osava invitare un ucraino e un russo alla Via Crucis e perché pregava per "quella povera ragazza saltata in aria per una bomba sotto il sedile della sua auto" (Darya Dugina, 29 anni, assassinata a Mosca dai Servizi ucraini perché figlia di Aleksandr Dugin).
O quando il suo consigliere Podolyak dichiarò: "Il Papa non può mediare, non è credibile, non capisce la politica, è filorusso" e rilanciò la fake news di "investimenti russi nello Ior".
O quando il Papa contestò la messa al bando della Chiesa ortodossa russa a Kiev.
Giorgia Meloni era in sintonia col Papa contro eutanasia, gender e maternità surrogata. Ma sulla guerra e il riarmo per nulla.
E neppure Mattarella: Francesco ripudiava il manicheismo tra Bene e Male in Ucraina ("non è la favola di Cappuccetto Rosso, qui non ci sono buoni e cattivi metafisici"), mentre il capo dello Stato continua a paragonare la Russia al Terzo Reich. E ad avallare le armi a Kiev e il riarmo delle Von der Leyen, Kallas e Metsola, pure loro in prima fila sabato alle esequie.
Meglio se il Vaticano controlla che la bara sia ben chiusa. Sennò il Papa salta fuori in mondovisione e manda tutti a farsi fottere".
Il Fatto Quotidiano, 23/4/2025
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