martedì, aprile 29, 2025

Cgil, assemblea nazionale contro mafia e corruzione. Ridulfo, Cgil Palermo: "Calo evidente nella lotta alla mafia. Rimettere assieme il potere della partecipazione e dell'impegno sociale, anche col voto ai referendum"

Mario Ridulfo

Palermo 29 aprile 2025 “Quello che viviamo è un tempo nel quale è manifesto il calo della tensione nella lotta alle mafie, proprio nel momento in cui le mafie stesse rappresentano un pericolo in crescita sia in Italia che in Europa, con proventi delle attività mafiose stimate tra 92 e 188 miliardi di euro l'anno”.
 

Lo ha detto il segretario generale della Cgil Palermo Mario Ridulfo, portando i saluti all'assemblea nazionale della Cgil contro mafia e corruzione. Un evento che ha messo a confronto personalità, magistrati, docenti e associazioni antimafia di diverse regioni italiane per portare avanti un percorso unitario nella lotta alla mafia, tra cui in questo momento centrale è per la Cgil l'azione referendaria in difesa dei diritti, con i quesiti per un lavoro tutelato e sicuro e sulla cittadinanza per cui si vota l'8 e 9 giugno. 

"La lotta alla mafia, che non è una priorità della agenda politica del governo e di una parte piuttosto ampia delle forze politiche del Paese - ha aggiunto Ridulfo - probabilmente non è stata nel passato nemmeno al centro della agenda politica della UE, al netto della nuova direttiva europea 1260, che rappresenta un cambiamento significativo nelle strategie di recupero dei beni confiscati alla mafia in Europa. Ma nel nostro Paese, si va in direzione contraria a quella che dovrebbe essere una efficace iniziativa antimafia".
Il segretario Ridulfo ha posto l'accento sulle limitazioni alle azioni dei magistrati e alle riforme legislative, che di fatto mirano a frenarne l'autonomia e l'indipendenza.
"Iniziativa - ha proseguito Ridulfo - in contrasto con il progetto di gestione e riuso sociale dei beni sottratti alla mafia, che costituiscono l'anticamera della privatizzazione dei beni confiscati. Si fa cioè il contrario di ciò che sarebbe necessario fare".
Sottovalutazione del fenomeno mafioso 
che si scontra col fatto che nel Sud e in Sicilia la mafia continua ad esercitare il suo potere attraverso il controllo del territorio. 
"Questo metodo di governo - ha sottolineato Ridulfo - che coinvolge vasti strati della popolazione e ampie porzioni di territorio, rappresenta il vero 'potere della mafia'. Questo potere è esercitato non solo con la violenza, ma anche tramite l'erogazione di una sorta di welfare mafioso: dal soddisfacimento di bisogni come quello legato alla salute, alla sanità (caso emblematico le vicende sanitarie di Messina Denaro per il quale il SSN ha funzionato benissimo), fino alla gestione di un ordine mafioso, con l'imposizione del pizzo, non solo nella modalità cash. E poi ancora tramite l'imposizione di manodopera o di prodotti e al condizionamento nel sistema di appalti e forniture”.

"Se la mafia è quel fenomeno che mette assieme potere criminale e pezzi di potere politico ed economico, a noi tocca mettere assieme il potere della partecipazione democratica e dell'impegno sociale - ha concluso Ridulfo - Per questo bisogna sempre coniugare la lotta alla mafia, con la lotta per la legalità e per i diritti. Noi dobbiamo sia necessario rilanciare l'idea di un fronte unico che punti a un cammino unitario della antimafia sociale. Fare della partecipazione la prima vera azione antimafia non è solo una idea da rivendicare, ma è anche un dovere da esercitare, ogni giorno, in ogni luogo e in ogni tempo. Per questi motivi l'invito che facciamo a tutti è quello di esercitare il dovere della partecipazione andando a votare il prossimo 8 e 9 giugno e di votare 5 sì”.

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