Anche le sorelle sono andate via dal paese. Nella casa di via Terranova resta soltanto la madre Ninetta Bagarella
di SALVO PALAZZOLO
Due anni fa, rispuntò all’improvviso a Corleone. E andò dritto all’ufficio anagrafe, per chiedere lo spostamento della residenza nell’abitazione della madre, Ninetta Bagarella. Salvo Riina, il terzogenito del capo dei capi di Cosa nostra già condannato per mafia, sembrava aver fatto la sua scelta: tornare a vivere in Sicilia. Invece, è rimasto solo qualche mese. Poi, si è messo a viaggiare fra l’Inghilterra, la Francia. Si è anche sposato, con una donna originaria della Romania, e ora vive nei dintorni di Valencia, in Spagna. Ufficialmente fa lo scrittore e il blogger, naturalmente a modo suo: in uno degli ultimi post ha pubblicato un ritratto del padre con il commento: «Dipinto a matita concesso gentilmente da un artista amico mio… Salvatore Riina nell’anno 1955».
« Se recupero pure un terzo di quello che ho, sono sempre ricco » , diceva il padre in carcere, intercettato dalla Dia. Eccola, la parola chiave: « Recuperare » , il tesoro. Magari per aumentare i dividendi mensili che arrivano periodicamente ai figli e alla madre, Ninetta Bagarella. O per fare nuovi investimenti. Negli ultimi mesi della sua vita, il vecchio Riina era preoccupato in carcere: per « quelli che hanno i beni miei e se li tengono, se li godono » . Il segno dei tempi, in una stagione in cui Cosa nostra non è più forte come prima. È accaduto che persino il capo dei capi abbia perso i contatti con i vecchi prestanome. Chissà se i figli hanno provato a recuperare il tesoro.
Per certo, nel 2008, Giuseppe Salvatore Riina detto Salvo ha finito di scontare una condanna a 8 anni per associazione mafiosa; un’indagine della squadra mobile coordinata dall’allora sostituto procuratore Maurizio de Lucia (oggi procuratore capo di Palermo) scoprì che il rampollo stava riorganizzando una cosca e intanto intratteneva tante relazioni con la cosiddetta “ Palermo bene”. Dopo il carcere, ha fatto un periodo di sorveglianza speciale, è stato anche in una casa di lavoro: nel 2017, quando morì il padre, la direzionedistrettuale antimafia di Palermo scrisse che Giuseppe Salvatore Riina aveva ancora una « persistente pericolosità sociale». Due anni dopo, Riina junior è tornato del tutto libero, senza alcun obbligo. Ma all’epoca preferiva restare lontano dalla Sicilia. A Vasto, in Abruzzo, aveva anche avviato un’attività di vendita di fiori. Poi, nel 2023, il ritorno a Corleone. Un ritorno segnato dalle polemiche, l’allora sindaco Nicolosi disse: « È cittadino indesiderato » . Ma Salvo Riina ha continuato a lanciare i suoi messaggi social, soprattutto sul suo libro, “ Riina family life”, per lui il racconto di una gran bella famiglia: «Quello che sono diventato lo devo ai miei genitori che non mihanno fatto mancare nulla » . Insomma, un libro pieno di silenzi e omissioni. Sul padre e pure sul fratello Giovanni, che sta scontando l’ergastolo per alcuni omicidi. Nel 2006, quando uscì il libro, Salvuccio accettò di farsi intervistare nel salotto di “Porta a Porta”. E nessuno gli rivolse le domande che continuano a dargli fastidio. Quelle sulle parole che pronunciò quando stava riorganizzando la cosca, e non sospettava di essere intercettato. Diceva così: «Io vengo dalla scuola di Corleone. Oh, mio padre di Corleone è, mia madre di Corleone, che scuola posso avere? ». Intanto, anche le sorelle di casa Riina con i rispettivi mariti sono andati lontano dal paese: Lucia e Vincenzo Bellomo sono passati da Parigi (dove gestivano un ristorante) al Kazakistan, al Nord Italia. Maria Concetta e Tony Ciavarello si sono invece trasferiti dalla Puglia a Malta, e lì si sono aperte le porte del carcere per Ciavarello, oggi detenuto a Rieti.
A Corleone, è rimasta Ninetta Bagarella. Sono rimasti, soprattutto, tanti segreti.
La Repubblica Palermo, 28/3/2025
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