CORRADINO MINEO
Ora posso dire che Giorgia Meloni non mi rappresenta. Come un turco democratico, o un curdo minacciato, può dire che Erdogan non lo rappresenta. Quando fa arrestare il sindaco di Istanbul che voleva sfidarlo alle prossime elezioni. Come un cittadino degli Stati Uniti, che difenda lo stato di diritto,
aborra le deportazioni illegali, i licenziamenti per vendetta, la cancellazione delle parole, può dire che Trump non lo rappresenta. E un israeliano, che non lo rappresenta Netanyahu, il quale ha rotto la tregua, ucciso bambini, promesso un nuovo inferno ancora più infermo a Gaza. Per compiacere i suoi alleati fascisti, poter restare Primo Ministro ed evitare il processo per corruzione in patria, per crimini di guerra e contro l’umanità in Europa. Ma Netanyahu è stato eletto. Come lo sono stati Erdogan, Trump e Meloni. Un voto popolare non cancella l’insieme delle leggi, la costruzione della convivenza tra uomini, habeas corpus, verità e storia. Questa è democrazia.“Indignatevi”, disse Stéphane Hessel, ex diplomatico francese e partigiano. Indignatevi, come nella prigione di Ventotene, si indignarono Altiero Spinelli e Ernesto Rossi, con l’aiuto di Eugenio Colorni e Ursula Hirschmann. Quando nel buio del 1941 immaginarono che l’Europa sconfiggesse nazisti e fascisti e si unisse in uno stato federale. Libero, democratico, giusto. E cacciate dai vostri cuori il riflesso che spinge ad ammirare il carceriere, a cercare alleanze nel campo avverso. Come fa anche oggi Travaglio, antico allievo di Montanelli, quando recupera Salvini che avrebbe costretto Meloni a schierarsi con la Pace -sarebbe più corretto dire con la Russia- anziché com l’Europa. Titolo: “La Lega disarma Meloni”. Editoriale che critica la manifestazione di Piazza del Popolo. Pagata, dice, dal comune di Roma, contro cui invoca l’intervento della Corte dei Conti.
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