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Chiara Colosimo |
ATTILIO BOLZONI
Processare le notizie viene facile di questi tempi. E poi, inevitabile, il processo alla notizia trova sempre più ascolto che la notizia stessa, che spesso si scolora, scompare, inghiottita dal rumore.
Le verità sono mal sopportate di questi tempi, chi comanda vorrebbe un'informazione a disposizione permanente o comunque scodinzolante, ruffiana. Dar fastidio ai giornalisti che danno fastidio va tanto di moda di questi tempi, lo fanno tutti. Con tutti naturalmente che poi parlano e straparlano di giornalismo d'inchiesta, con tutti che lo invocano. Ma quando tocca fili che non deve toccare quel giornalismo d'inchiesta si trasforma, come per incanto, in macchina del fango. Il giornalismo d'inchiesta piace soltanto quando è lontano da casa propria.
La fotografia
Ormai attaccano le notizie e chi le diffonde. Anche davanti all'evidenza arrivano puntualmente le intimidazioni, le querele, le citazioni civili, a volte pure le minacce velate.
L'evidenza di queste ultime ore è una fotografia che ritrae la presidente della commissione parlamentare antimafia, Chiara Colosimo, mano nella mano con Luigi Ciavardini, un terrorista nero , componente dei Nuclei armati rivoluzionari che è stato condannato a trent'anni per la bomba del 2 agosto 1980 alla stazione di Bologna.
Il dossier Scarpinato
Questi i fatti. E proprio per questi fatti, ricordati semplicemente in una trasmissione televisiva, un nostro collega, Saverio Lodato, si è ritrovato indagato per diffamazione, soltanto per avere detto esattamente quello che la foto aveva già ampiamente detto. Il sorriso, mano nella mano. Davanti a quello scatto c'è forse bisogno di un'interpretazione, di un ulteriore più significativo chiarimento?
Nonostante i fatti sotto gli occhi di tutti Lodato, che è uno dei giornalisti e scrittori siciliani che ha raccontato mezzo secolo di mafia e i grandi misteri di Palermo, è stato ascoltato in procura a Roma, dove Colosimo l'ha trascinato «per avere soddisfazione». La foto parla da sola, ma la presidente dell'antimafia ha ritenuto opportuno risolvere la questione penalmente, sottraendosi al giudizio pubblico e politico come in precedenza e in più di un'occasione aveva fatto la premier Giorgia Meloni , che di Colosimo è amica e che l'ha voluta a tutti i costi a palazzo San Macuto. È il vizietto dei potenti del momento.
Ma c'è una notizia nella notizia che riguarda Colosimo e il terrorista Ciavardini, una notizia passata quasi sotto silenzio. Nell'ottobre dell'anno scorso il senatore dei Cinque stelle Roberto Scarpinato, che per tanto tempo è stato sostituto procuratore e poi procuratore generale a Palermo, ha presentato in commissione antimafia un dossier di 57 pagine sui buchi neri delle stragi italiane e sulle piste non sufficientemente esplorate. E anche sui personaggi coinvolti.
Ma la notizia della presidente dell'antimafia sorridente accanto allo stragista non fa notizia, fa notizia scriverlo.
Attilio Bolzoni
Domani, 19/3/2025
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