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Il pianoro di Portella della Ginestra |
INTERROGAZIONE (risposta orale ed urgente) per Chiarimenti ed intendimenti della Regione siciliana sulla vicenda della riduzione degli spazi destinati al ricordo della strage di Portella della Ginestra all’interno del Museo della cultura Arbëreshë
al Presidente della Regione Siciliana, all’Assessore dei beni culturali e dell’identità siciliana
premesso che
da segnalazioni si è appreso che gli spazi destinati alla mostra documentaria e ai filmati relativi alla strage di Portella della Ginestra e a Nicola Barbato in seguito a lavori di ristrutturazione del Museo della Cultura Arbëreshë Nicola Barbato, Musarb a Piana degli Albanese sono stati ridotti notevolmente facendo sollevare l’indignazione della Associazione “Portella della Ginestra” che ha evidenziato oltre la riduzione degli spazi destinati alla strage anche delle imprecisioni storiche nei testi contenuti nei due pannelli e nel catalogo del museo;
il museo civico intitolato a Nicola Barbato (1856–1923), politico e medico arbëresh di Piana degli Albanesi, uno dei fondatori e massimo dirigente del movimento dei Fasci Siciliani dei Lavoratori, è nato nel 1989 come mostra permanente dedicata agli aspetti storici, culturali e naturalistici di tale territorio ad opera della "cooperativa Portella delle Ginestre", successivamente con delibera n. 107/94 è stato istituito come Museo Civico “Nicola Barbato”;
scioltasi la cooperativa nel 1996, la gestione del Museo è passataal Comune di Piana degli Albanesi;
da segnalazioni e fonti di stampa si è appreso che l’associazione Portella della Ginestra Piana degli Albanesi ha criticato il nuovo allestimento del Museo della cultura Arbëreshe dedicato a Nicola Barbato in seguito agli interventi per la rimozione delle barriere fisiche e cognitive realizzati con 468 mila euro di fondi del Pnrr, 29 mila dei quali per la consulenza museale;
è stato messo in evidenza, in particolare, che prima dei lavori alla mostra documentaria della strage di Portella della Ginestra eranostate destinate due ampie sale e che invece successivamente gli spazi espositivi sono stati ridimensionati e ridotti in due modesti pannelli e in alcuni filmati che presentano a dire dell’associazione«le varie tesi sulla strage in maniera contraddittoria e senza alcuna valutazione critica» a ciò si aggiunga anche il fatto che ci sarebbero degli errori e delle inesattezze storiche sia sulla vicenda di Portella che sulla figura di Nicola Barbato nei testi contenuti nei pannelli e nel catalogo del museo;
l’associazione, in particolare, ha fatto notare che è inesatto il fatto che il primo maggio 1947 si intendeva riprendere l’antica tradizione della festa dei lavoratori in quanto era già stata ripresa tre anni prima, ha fatto anche notare che è falso che all’assalto seguì una “sparatoria durata pochi minuti”, che il processo di Viterbo fu “istruito nel 1950” e “si concluse tre anni dopo”, cheGaspare Pisciotta fosse “il guardaspalle” di Giuliano e che fu freddato con un solo “colpo di pistola” e infine che Barbato aveva partecipato ai moti del 1898;
sulla vicenda e sulle lamentele dell’associazione, riporta la stampa, si è espresso il sindaco Rosario Petta il quale ha replicato di essere disponibile all’ascolto e che dal giorno dell’inaugurazione del museo c’è stato un notevole aumento di turisti, con recensioni eccellenti, è intervenuta anche la museologa Daniela Brignone, la quale ha riferito in una nota che la sezione di Portella della Ginestra è stata raccontata in modo più sintetico, senza tutti quei dettagli tecnici che ne appesantivano eccessivamente la narrazione, come appurato anche da un sondaggio effettuato e che tale scelta sarebbe inoltre in linea con il bando del Pnrr;
considerato che
alla luce di quanto sopra rappresentato sarebbe opportuno da parte del Governo regionale intervenire per effettuare delle verifiche,dare chiarezza e porre rimedio ad una situazione che mortifica la storia con errori e inesattezze, oltre il fatto che mortifica la dignità dell’associazione che raggruppa i familiari dei testimoni e delle vittime della strage;
quest’ultime hanno dichiarato di sentirsi traditi dai curatori della ristrutturazione del Museo che avevano loro promesso che avrebbero approfondito ulteriormente ed esposto in modo più esaustivo e chiaro la sezione dedicata alla strage di Portella della Ginestra ed invece oggi si ritrovano da due sale del museo destinati a tale sezione a soli due pannelli sintetici con errori ed inesattezze e solo alcuni filmati;
in una nota dell’associazione inviata a diversi organi dell’amministrazione comunale il 3 gennaio 2025, al fine di sollecitarli a porre rimedio a quanto sopra rappresentato, è riportato che «Per i familiari delle vittime, inoltre, è assolutamente inaccettabile leggere, a tanti anni di distanza dalla sentenza di terzo grado, che la strage di Portella della Ginestra è “attribuita (sic!) a Salvatore Giuliano e alla sua banda”, legittimando così la perpetuazione delle ipotesi più fantasiose. Non meno inaccettabile è ridurre la figura di Nicola Barbato, l’uomo politico arbëresh che ricoprì ruoli di primo piano sulla scena nazionale, a “un personaggio della storia locale”. È difficile pensare che con questi testi si volesse riscrivere da destra la storia di Portella della Ginestra e quella di Nicola Barbato. Anzi, lo escludiamo. Ma ciò rende ancora più doveroso chiedere come sia stato possibile che, con i soldi pubblici del PNRR e con il contributo del Ministero della Cultura, qui a Piana, terra natia di Nicola Barbato e luogo della strage di Portella della Ginestra, si siano potute propinare al pubblico tanti falsi storici con la accettazione passiva da parte dell’Amministrazione comunale?»
per sapere
se è intenzione di questo Governo intervenire per risolvere la questione rappresentata in premessa al fin di preservare un patrimonio storico che va tutelato per non dimenticare;
se intenda a tale scope avviare le opportune verifiche e così dare chiarezza e porre rimedio ad una situazione che mortifica la storia con errori e inesattezze oltre che i componenti della associazione Portella della Ginestra Piana degli Albanesi; FIRMATARI
On. Giambona Mario
On. Catanzaro Michele
On. Burtone Giovanni
On. Chinnici Valentina
On. Cracolici Antonino
On. Dipasquale Emanuele
On. Leanza Calogero
On. Safina Dario
On. Saverino Ersilia
On. Spada Tiziano Fabio
On. Venezia Sebastiano
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