venerdì, gennaio 10, 2025

Sciara, davanti al Memoriale per Salvatore Carnevale

 

Monumento funebre a Salvatore Carnevale, Sciara contrada Cozzira Sicchi (ph. Angelo Pitrone)

di ANGELO PITRONE

Una domenica verso la metà dello scorso novembre, con alcuni amici, decidiamo di fare una gita a Sciara (PA) per visitare il monumento funebre a Salvatore Carnevale, ucciso dalla mafia il 16 maggio del 1955, e vedere la mostra del grande fotografo Nicola Scafidi a lui dedicata.

Ci accompagnano Liliana e suo marito Lillo. Seguendo una vecchia Regia Trazzera, tra il fiume Torto e il paese di Sciara , a mezza costa su una collina coltivata a cavoli e sparacello, in contrada detta dei Cozzira Sicchi, ci compare una piccola edicola votiva come quelle che spesso si incrociano per i viottoli di campagna.


Monumento funebre a Salvatore Carnevale alle pendici di monte San Calogero.(ph. Angelo Pitrone)


Particolare del fregio posto alla sommità del Cenotafio.(ph. Angelo Pitrone)

 



Lapide Commemorativa posta 8 giorni dopo il delitto del sindacalista.(ph. Angelo Pitrone)


Ma stranamente non ha nessun santo. Un piccolo cerchio in ferro battuto la sovrasta,  con una croce in alto e una falce e martello all’interno. È un cenotafio. Un monumento funebre per ricordare il sindacalista e militante socialista Salvatore Carnevale, ucciso dai mafiosi di Sciara all’alba del 16 maggio del 1955 mentre a piedi si recava a lavorare presso la cava di pietra dei Lambertini.

Il 24 maggio, a otto giorni dal delitto, un corteo di popolo e lavoratori, depose sullo stesso luogo una lapide. Alla cerimonia prese parte tra gli altri lo stesso Sandro Pertini, come si evince dalle foto di Nicola Scafidi.  

Un delitto di mafia come tanti altri che ne seguiranno dopo quel 1955 o che l’avevano preceduto, a partire dalla storica strage di Portella delle Ginestre del 1946. Ma questo è un delitto particolare, per la rilevanza politica e mediatica che ne avrà, per la figura della vittima  e per il fatto che sarà l’unico processo che si svolgerà per un delitto di mafia con i colpevoli arrestati e condannati, almeno in primo grado.


Allestimento della mostra, realizzata a Sciara per i 50 anni dal delitto di Salvatore Carnevale nel 2005 (ph. Angelo Pitrone)




Allestimento della mostra, realizzata a Sciara per i 50 anni dal delitto di Salvatore Carnevale nel 2005 (ph. Angelo Pitrone)


Molti scriveranno del delitto e della figura di Carnevale, tra questi lo stesso Carlo Levi che nel suo libro del 1955 Le parole sono pietre,  così scriverà della madre di Carnevale :  «… le lacrime non sono più lacrime ma parole, e le parole sono pietre».  E il poeta Ignazio Buttitta  gli dedicherà dei versi struggenti :

…Angelo era e non aveva ali,
non santo eppur miracoli faceva,
in ciel saliva senza corde e scale
e senza alcun sostegno ne scendeva.
Era l’amore il suo capitale,
questa ricchezza a tutti la spartiva.
Turiddu Carnivali era chiamato
e come Cristo morì ammazzato…

(da Lamentu ppi la morti di Turiddu Carnivali – 1956 )


Allestimento della mostra, realizzata a Sciara per i 50 anni dal delitto di Salvatore Carnevale nel 2005 (ph. Angelo Pitrone)


Il processo vedrà, poi, due futuri Presidenti della Repubblica Sandro Pertini e Giovanni Leone, schierati il primo a difesa della vittima e della madre di Salvatore, Francesca Serio. L’altro patrocinatore delle ragioni degli imputati in Cassazione.  Alla fine del processo, nel 1961, in Corte d’Assise tenutosi a Santa Maria Capua Vetere, per legittima suspicione, gli imputati, Giorgio Panzeca, Antonio Mangiafridda, Luigi Tardibuono e Giovanni di Bella, saranno condannati all’ergastolo. Per essere poi definitivamente assolti nei due gradi successivi di giudizio per insufficienza di prove nel 1965.


Il cadavere di Salvatore Carnevale ucciso nelle campagne di Sciara in contrada Cozzira Sicchi il 16 maggio 1955, di Nicola Scafidi (ph. Angelo Pitrone)


La Madre di Salvatore Francesca Serio, di Nicola Scafidi (ph. Angelo Pitrone)


Ma oltre a ricordare oggi a distanza di settant’anni una pagina di storia siciliana, che purtroppo si ripeterà con altre numerosissime vittime eccellenti e non, la cosa che in questa sede mi preme raccontare è come, nel tempo, Sciara abbia continuato ad onorare e trasmettere alle future generazioni la memoria di un suo eroe morto a soli 31 anni: una mostra fotografica permanente del famoso fotografo palermitano Nicola Scafidi (1925 – 2004). Fotografo in prima linea in quegli anni, per il quotidiano L’Ora di Palermo, nonché premio Lenin per la fotografia del 1966.

Quasi alla periferia del paese, in via Burrone, sorge un piccolo museo delle tradizioni popolari di Sciara. Costruito di nuova architettura nel 2005 consera, oltre a pochi reperti archeologici rinvenuti nel territorio, come spesso accade in Sicilia (Himera è vicina), una collezione di strumenti per l’agricoltura: aratri, basti, contenitori per la misurazione del grano, quartare e tutto quello che poteva servire ad un contadino del secolo passato.


Salvatore Carnevale e la madre Francesca Serio, di Nicola Scafidi (ph. Angelo Pitrone)


Francesca Serio col poeta Ignazio Buttitta, di Nicola Scafidi (ph. Angelo Pitrone)


Su dei trespoli rudimentali e in parte affastellati su una vetrina si espongono delle stampe fotografiche dell’epoca del delitto Carnevale in un bel formato di medie dimensioni, in un bianco e nero analogico ben stampato su carte ancora alla gelatina bromuro d’argento, opere del fotografo Nicola Scafidi.


Francesca Serio con Emanuele Macaluso del Comitato Direttivo del Partito Comunista Italiano, di Nicola Scafidi (ph. Angelo Pitrone) 


Francesca Serio con Il segretario del Partito Socialista Italiano, di cui Salvatore faceva parte, Pietro Nenni, di Nicola Scafidi (ph. Angelo Pitrone)


Non sono solo scatti di cronaca, sono foto selezionate tra le molte realizzate fin dalle prime ore dopo il delitto, con il corpo di Salvatore Carnevale riverso tra le zolle, dove ora sorge il memoriale. La madre con lo scialle nero che, come una Madonna contemporanea, piange il figlio morto e si dispera.


Celebrazioni per la morte di Salvatore Carnevale, vi partecipano tra gli altri Pompeo Colajanni e Pio La Torre, di Nicola Scafidi (ph. Angelo Pitrone)


Le foto illustrano le manifestazioni di protesta e quelle con i personaggi che si stringono attorno a lei, Pertini, Nenni, Buttitta, ecc. e un corteo di contadini e di popolo per i campi con le bandiere e le corone di fiori. Una sorta di Quarto Stato alla siciliana alla Pellizza da Volpedo.


Corteo di contadini e di militanti verso il monumento funebre di Carnevale sul posto dove era stato ucciso otto giorni prima, di Nicola Scafidi (ph. Angelo Pitrone)


La posa della lapide sul luogo dell’uccisione di Carnevale, in primo piano a sinistra il futuro Presidente della Repubblica Sandro Pertini, di Nicola Scafidi (ph. Angelo Pitrone)



Una recente scultura di Stanislao Minuto dedicata a Salvatore Carnevale nella piazza a lui dedicata a Sciara (ph. Angelo Pitrone)


Questo piccolo museo e la sua collezione fotografica dedicata ad un solo evento drammatico del 1955 – il delitto del Sindacalista Salvatore Carnevale – potrebbero costituire un significativo esempio di storia sociale della fotografia in Italia.

Ma occorre una attenta cura dei materiali e una conservazione e una esposizione adeguate a tutelarne nel tempo la memoria dei fatti e la valorizzazione di un autore, Nicola Scafidi,  che ha mostrato allora come oggi la forza e la qualità del linguaggio della fotografia.

Uscendo dal paese, per riprendere l’autostrada, attraversiamo una piazzetta con al centro una scultura contemporanea. Si tratta di un’opera dell’architetto Stanislao Minuto di Sciara che nel 1999 ha dedicato a Salvatore Carnevale. 


Dialoghi Mediterranei, n. 71, gennaio 2025

https://www.istitutoeuroarabo.it/DM/davanti-al-memoriale-per-salvatore-carnevale/


Angelo Pitrone, si occupa di fotografia fin dagli anni Settanta.  Negli anni Ottanta pubblica un volume sul territorio di Agrigento: Viaggio nella Sicilia di Pirandello, per l’editore fiorentino Vallecchi (1984), e, più avanti, l’album fotografico Palermo Bandita (Sciascia ed.1997), con un testo di Giuseppe Tornatore. Nel 1998 appare Pirandello e i Luoghi del Caos, con lo scrittore Matteo Collura, sul paesaggio del Caos, esponendo per la prima volta una mostra fotografica nella Casa Natale di Luigi Pirandello. Altri titoli: Solarium (2001), L’isola del mito (2000), I luoghi del romanzo (2004), Linea di terra (2005), Migranti (2006), Viaggio d’acqua (2006), La città degli Angeli (2006), Convivio (2007), Berlino, oltre il muro (2009), Migranti (2009), Palermo Cordoba andata e ritorno (2011), Cefalù (2012), Favara. Storia di una rigenerazione possibile (2019). Scarti, pubblicato nella collana “Quaderni di Fotografia Siciliana” (2022), edita dalla Galleria d’Arte a Sud Artecontemporanea, di Giovanni Proietto. Nel 2023 è uscito il suo ultimo libro fotograficoAgrigento intima, per le edizioni Medinova.

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