lunedì, gennaio 27, 2025

“Noi non dimentichiamo”, l’Amministrazione comunale di Canicattini Bagni ricorda sabato 01 febbraio 2025, l’agente canicattinese di Polizia, Salvatore Amenta, ucciso nel 1946 dalla mafia a Corleone


Sabato 1 febbraio 2025 ore 16:00 in Piazza Borsellino scopertura della targa commemorativa e alle ore 17:00 al Museo TEMPO conferenza “Il secondo dopoguerra in Sicilia e il sacrificio di Salvatore Amenta”.

A 79 anni di distanza dall’uccisione, il 9 giugno 1946 in un agguato mafioso a Corleone dove prestava servizio e risiedeva, l’Amministrazione comunale di Canicattini Bagni guidata dal Sindaco Paolo Amenta, ricorda l’Agente scelto della Polizia di Stato, il canicattinese Salvatore Amenta, con la scopertura, sabato 01 Febbraio 2025 alle ore 16:00 in Piazza Borsellino, di una targa commemorativa e alle ore 17:00 al Museo TEMPO con una conferenza sugli anni difficili del dopoguerra: “Il secondo dopoguerra in Sicilia e il sacrificio di Salvatore Amenta”.

Alla conferenza, aperta dai saluti del Presidente del Museo TEMPO (Museo dei Sensi del Tessuto dell’Emigrante e della Medicina Popolare), Paolino Uccello, parteciperanno i familiari canicattinesi e corleonesi di Salvatore Amenta, insieme al Sindaco di Canicattini Bagni e Presidente regionale ANCI Sicilia, Paolo Amenta, e al Sindaco di Corleone, Walter Ra’, mentre gli interventi sono affidati ai ricercatori che hanno portato alla luce il delitto del poliziotto canicattinese:

Dino Paternostro, Direttore del giornale “Città Nuove” e Segretario Camera del Lavoro di Corleone, “L’impegno nella lotta alla mafia di Salvatore Amenta, poliziotto nella Corleone degli  anni trenta - quaranta”;

Laura Liistro – Docente e ricercatrice Galleria Etnoantropologica di Solarino, “La degna eredità di Salvatore Amenta tra crimine e Stato”.

Un delitto dimenticato quello di Salvatore “Turiddu” Amenta, nato a Canicattini Bagni  l’8 ottobre 1886 da Sebastiano e da Angela Melluzzo, e l’assassino mai assicurato alla giustizia, riportato alla luce grazie al lavoro di ricerca storica di Laura Liistro, docente e ricercatrice della Galleria Etnoantropologica di Solarino, insieme allo storico del fenomeno mafioso corleonese, il giornalista Dino Paternostro, direttore del periodico “Città Nuove” e segretario della Camera del Lavoro di Corleone, da anni impegnato nel recupero della memoria delle vittime di mafia.

Salvatore Amenta, sposato e padre di quattro figli, svolse la sua carriera nel periodo fascista e per il suo essere rispettoso nei confronti della legge e dello Stato non godeva di grande simpatia da parte della criminalità che lo considerava un “duro”.

La notte di domenica 9 giugno 1946 venne assassinato mentre faceva ritorno a casa. La notizia del delitto fu riportata con grande evidenza da “La Voce della Sicilia” che indicò il fatto come il 54° omicidio avvenuto a Corleone ad opera del banditismo.

«Le Comunità di Canicattini Bagni e di Corleone, insieme alla Galleria Etnoantropologica di Solarino e al giornale online “Città Nuove” di Corleone, che ringrazio per il prezioso lavoro di ricerca – ha dichiarato il Sindaco Paolo Amenta - intendono così riportare alla memoria la dignità di un semplice uomo, marito e padre straordinario, nonché onesto e fedele servitore dello Stato che con coraggio e dedizione ha difeso i valori fondamentali della legalità sino all’estremo sacrificio».

27/01/2025

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DICHIARAZIONE DI DINO PATERNOSTRO

“Parteciperemo con piacere - dice Dino Paternostto - al ricordo di Salvatore Amenta, poliziotto onesto e coraggioso, che non si girava dall’altra parte di fronte alle prevaricazioni e alle violenze dei mafiosi, in pieno periodo fascista, nella Corleone degli anni ‘30 e degli anni ‘40. Pare che ad uccidere Amenta sia stato personalmente il mafioso Nino Governali, allora vice del capomafia Michele Navarra. Gli rimproverava di non avere il dovuto “rispetto” nei confronti degli “uomini d’onore” di Corleone. 

Il primo febbraio saremo a Canicattini Bagni per onorare la memoria del poliziotto “Turiddu” Amenta, orgogliosi di avere contribuito, insieme a Laura Liistro, a togliere la polvere dall’oblio su un personaggio che Corleone, Canicattini e la Sicilia intera hanno il dovere di ricordare e di additare alle giovani generazioni come esempio di lotta per la giustizia e la Legalità”. 


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