martedì, gennaio 07, 2025

Nel pomeriggio dello scorso 2 gennaio, Placido Rizzotto è tornato a vivere tra noi, a Corleone, tramite le testimonianze raccolte da Danilo Dolci


di DINO PATERNOSTRO

Lo scorso 2 gennaio a Corleone Placido Rizzotto ha parlato tramite le parole accorate e amare di Carmelo, l’anziano padre. E tramite il racconto di Vincenzino Benigno, suo amico fino al 1948, che nel 1964, però, ha armeggiato con la zia Leoluchina Sorisi per coprire la latitanza di Luciano Liggio. Tanto che poi zia e nipote furono arrestati dal commissario Mangano e dal colonnello  Milillo e condannati in tribunale per favoreggiamento del boss mafioso corleonese, sicuramente uno degli assassini di Rizzotto. 

Grazie a Danilo, che nel 1958 aveva aperto a Corleone un Centro Studi e Iniziative (nel pianterreno nella casa di via S. Agostino, accanto alla casa  Binenti-Alfieri), le parole di Placido sono arrivate fino a noi, stampate in due capitoli del libro “Spreco”, pubblicato da Einaudi nel 1960. Abbiamo assunto l’impegno, grazie alla generosa disponibilità del figlio di Danilo, Amico Dolci,

di ripubblicare i due capitoli, insieme al piccolo saggio sulla riforma agraria a Corleone. Collaborerà Gianluca Cascio, che racconterà con parole e immagini dell’esperienza del Centro Studi e Iniziative a Corleone. Un Centro dove allora operavano due giovani corleonesi, Pippo Patella e Pino Risico. Ma che era frequentato anche da altri ragazzi corleonesi, anche da un giovanissimo Giovanni Perrino, diventato un importante dirigente scolastico, che ha operato nella zona di Mantova, al ministero dell’istruzione a Roma e persino nell’ambasciata italiana a Mosca, dove ha coordinato le scuole italiane in questo grande Paese con sette fusi orari. 

Era con noi anche il maestro Maurizio Piscopo, che proprio al metodo Dolci si è ispirato negli anni d’insegnamento. Non a caso, ha scritto un libro e ripete sempre che tanta parte della cultura ufficiale e delle istituzioni scolastiche “ci hanno nascosto Danilo Dolci” perché “scomodo al potere”. 

Ovviamente con noi c’erano anche alcuni familiari di Rizzotto: il nipote Angelo col figlio, la moglie di Placido Jr. recentemente scomparso (sempre nei nostri cuori e nella nostra mente), i nipoti Franca Di Palermo, col figlio Marcello Felicetti, e con le sorelle Rosa ed Angela, il nipote Mario Giarratana. 

Abbiamo ricordato il 2 gennaio, anniversario della nascita di Placido Rizzotto. Abbiamo ricordato la vita, le lotte, i sogni di Placido e dei contadini di Corleone. Intrecciati alla vita, alle lotte e ai sogni di Danilo Dolci, che siciliano non era, ma ha tanto amato e tanto lottato per la Sicilia e per i siciliani onesti. 

Un bel modo di cominciare il nuovo anno, il 2025, grazie anche all’entusiasmo e alla vitalità della nostra giovane segretaria della Camera del lavoro, che per il secondo anno consecutivo ha voluto tanto festeggiare insieme a noi questo anniversario di vita. Accompagnandolo col nuovo numero di “AnimosaMente”, il giornale della nostra CdL, che ho il piacere di dirigere. 

L’anno appena arrivato si prefigura difficile, sia a livello locale e siciliano, che a livello nazionale ed internazionale. Ma con le idee e con l’energia di Placido e Danilo speriamo di trovare l’energia e la forza, per costruire un futuro migliore per la nostra comunità. 

Dino Paternostro

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