Nel film di Roberto Andò sulla spedizione dei Mille interpreta Nino Bixio
Marco Bonardelli
Un pezzo di storia italiana poco conosciuto, ma dalle ripercussioni grandi, capace di cambiare gli equilibri politici del nostro Paese, ne “L’abbaglio” di Roberto Andò, in sala con 01 Distribution , dopo l’anteprima a Cannes 2024 e la prima per la stampa che si è tenuta a Palermo. A tre anni dal grande successo de «La stranezza», il regista palermitano riunisce i protagonisti del lavoro precedente («una squadra vincente», l’ha definita), Toni Servillo e la coppia palermitana Salvo Ficarra-Valentino Picone, per narrare l’incredibile vicenda della Colonna Orsini, durante la Spedizione dei Mille del 1860.
Garibaldi (Tommaso Ragno) era sul punto di arretrare per disparità numerica tra le sue truppe e l’esercito borbonico, quando ebbe l’idea di affidare al colonnello Vincenzo Giordano Orsini (Servillo) il compito di mettere in piedi una colonna di feriti con uno sparuto gruppetto di militi, per sviare il nemico su un altro fronte ed entrare indisturbato a Palermo. Tra i soldati coinvolti nell’impresa anche i personaggi, storicamente inventati, di Domenico Tricò (Ficarra), contadino emigrato al Nord, e Rosario Spitale (Picone), illusionista, disertori che si uniscono ai garibaldini per tornare nella terra natia.
Un film tra dramma e risate, che richiama la grande commedia
all’italiana, a cui hanno partecipato anche due professionisti messinesi: la costumista Mara Rita Barbera, premiata per il suo lavoro in «La stranezza» col David di Donatello 2023, e l’attore e regista Daniele Gonciaruk, già diretto da Andò nella miniserie su Letizia Battaglia «Solo per passione», andata in onda su Rai1. Ne «L’abbaglio» Gonciaruk interpreta Nino Bixio, braccio destro di Garibaldi e futuro Senatore del Regno d’Italia. Una partecipazione speciale fondamentale nell’affresco narrativo voluto dal regista.
«Ciascuno dei personaggi, in particolare Bixio, meriterebbe un film a parte – ci dice Gonciaruk parlando del film, verso il quale c’era grande attesa da parte del pubblico – . È un uomo incredibile quanto Garibaldi per la vita particolarmente avventurosa, ma anche ingombrante e alquanto controverso nella vicenda della Spedizione dei Mille; per cui rimane volutamente sullo sfondo assieme agli altri personaggi, storicamente importanti, per una scelta registica ben precisa. Il focus della narrazione è infatti la storia della colonna, per indurci a riflettere su cosa realmente sia cambiato dopo la Spedizione dei Mille e capire il grande sacrificio per unificare l’Italia, evento allora necessario e inevitabile».
Il lavoro di Andò e di tutta la troupe è stato serio e particolarmente meticoloso. «Il percorso de “L’abbaglio” è durato diversi mesi – continua l’attore messinese – . Un cammino lungo, significativo e a tratti anche molto impegnativo. Noi attori abbiamo iniziato leggendo il copione in gruppo per avere un’idea di ciò che andavamo a fare e dare conferma allo stesso Andò sulle scelte inerenti il ca- sting. Leggere e provare con gli altri è stato un elemento fondamentale per inserirci meglio nella storia e nel progetto. Abbiamo anche preso lezioni di equitazione per entrare non solo nei ruoli, ma anche nell’ambiente e nell’epoca della storia».
E a proposito della modalità di dirigere gli attori di Andò, Gonciaruk racconta un particolare molto significativo: «Per l’interpretazione di una battuta, Roberto mi ha chiesto di utilizzare un registro timbrico inusuale per il cinema, più tipico del teatro. Ho apprezzato questa sua richiesta, perché oggi al cinema si tende spesso a sussurrare molto e timbrare poco. La sua esperienza nel teatro si è rive- lata utile, e la scelta di portarla nel cinema, secondo me, rende un attore molto più visibile e comprensibile».
Stessa cura meticolosa anche nei costumi di scena, opera della messinese Maria Rita Barbera. «È una professionista straordinaria – dice Gonciaruk – . Quando abbiamo provato i costumi ho apprezzato la grande attenzione ad ogni particolare, a come cade una giacca, alla scelta ragionata di una sciarpa o un accessorio qualsiasi. Una precisione che poi va a far parte di tutto il pregio di un film».
Girato tra Palermo, Bellolampo, Trapani ed Erice, prodotto da Angelo Barbagallo e Attilio De Razza, «L’abbaglio» è una produzione della palermitana Tramp Limited e di Bibi Film con Rai Cinema e Medusa Film, in collaborazione con Netflix.
Sabato 18 Gennaio 2025 Gazzetta del Sud
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