martedì, gennaio 14, 2025

IL RACCONTO. Il borgo che rinasce con le case a 3 euro. “Parliamo tutte le lingue del mondo”


DI GAETANO SAVATTERI

Viaggio a Sambuca di Sicilia. “Qui si può avere una grande qualità della vita, senza bisogno di essere milionari”. 

SAMBUCA DI SICILIA — Per i vicoli saraceni di Sambuca di Sicilia, antico paese in provincia di Agrigento, fondato dagli arabi 1200 anni fa nella valle del Belice, a una ventina di chilometri dal mare di Sciacca, emerge una nuova topografia. «Perché voi giornalisti vi impressionate tanto? », chiede il sindaco Giuseppe Cacioppo, indicando ponteggi e cantieri: «Questa casa è stata acquistata dai giapponesi, questi invece sono americani, quella gialla è di una famiglia belga, in fondo alla strada c’è una coppia tedesca».

A Manhattan il costo delle case cresce del 10 per cento ogni anno. A Parigi, nell’ultimo decennio, si calcolano aumenti del 180 per cento. Ma sono incrementi che non reggono il confronto. Qui, in questo centro di 5mila abitanti, disteso tra colline di vigne e di olivi, è stata registrata un’impennata del 300 per cento. In pochi anni, le abitazioni che venivano vendute a un euro, adesso sono aumentate a tre euro ciascuna. Tre volte il prezzo iniziale. 
«C’è poco da scherzare » dice il sindaco. «Non sarà una bolla immobiliare, ma è sicuramente un fenomeno. Oltre alle case vendute dal Comune, sei anni fa a un euro e ora a tre, ce ne sono tante altre private, acquistate da italiani o stranieri. Gente che spende cinque, diecimila euro, pur di avere una casa a Sambuca di Sicilia». 
Ha fatto ancora notizia l’acquisto di un fabbricato di due piani messo all’asta dal Comune per tre euro. È stato assegnato a Lindsey Fitzgerald, manager irlandese del settore tecnologico, 36 anni, che ha fatto la migliore offerta: 5323 euro. Quattro giorni fa, la manager è volata a Sambuca col marito Robert Mosley, scrittore pubblicitario e i loro due figli, di 7 e 4 anni: ha incontrato il sindaco, ha firmato il contratto col Comune — in cui si impegna a iniziare i lavori di ristrutturazione entro tre anni — e ha scoperto un posto che le era ignoto. 
«Avevo letto la notizia su un giornale inglese — dice Lindsey — non riuscivo a crederci: ora siamo proprietari di casa a Sambuca. Abbiamo girato per due giorni per il paese. Che posto meraviglioso. Siamo felici di questa scelta». Sono ripartiti subito dopo la firma: in valigia il contratto e le chiavi della loro casa siciliana. 
Altri stranieri, perché nell’antica Zabut araba ora c’è una cittadella cosmopolita. «A volte, qui ti senti a Berlino o a Londra», dice Liborio Venti, educatore al carcere minorile di Palermo che qualche anno fa ha comprato casa con sua moglie Teresa Cottone. «Sambuca offre la possibilità di abitare in un posto con una buona qualità della vita, senza dover essere un milionario». 
Molte cose hanno comunque costruito il successo di Sambuca: la prossimità al mare, la relativa vicinanza all’aeroporto e a Palermo, la nomina a “Borgo dei Borghi” nel 2016, l’esistenza di un teatro, di una pinacoteca, di una biblioteca, di molte cantine vinicole. «È un paese autentico: cultura, accoglienza, natura, senso di collettività», spiega Joselita Lorenzon, titolare di una gelateria a Varese, che tre anni fa ha comprato casa a Sambuca, dove passa l’inverno. «C’è una dimensione speciale: la presenza di persone di tante nazionalità diverse ti fa sentire in un piccolo paese, dove si parlano tutte le lingue del mondo». 
Eppure, all’origine di tutto c’è un disastro: il terremoto del Belice del 1968. Le scosse distrussero paesi, seminarono vittime, lasciarono migliaia senza casa. Anche Sambuca fu ferita: molta gente emigrò, altra lasciò le vecchie abitazioni in cambio di un lotto di terra a qualche chilometro. Quelle piccole case dirute sono le stesse che il Comune adesso offre a tre euro. Quella che Lindsey Fitzgerald ha potuto comprare per pochi spiccioli, cinquantasei anni fa era stata abbandonata da una famiglia che, dopo il terremoto, ha scelto di andare a vivere altrove. 
Il volano delle case al prezzo di un cappuccino ha innescato una micro- bolla immobiliare che dal 2018 — data del primo bando del Comune — ha portato a siglare oltre 220 rogiti, per la compravendita di magazzini o edifici semidiroccati per poche migliaia di euro. Thorsten Heinson e sua moglie Susanne vengono da Wuppertal, dove si occupano di marketing. A Sambuca dal 2016, promuovono online in Germania i prodotti del territorio, producono il loro olio, ma soprattutto sono entratia far parte di un network internazionale. «Guarda — dicono gli Heinson — questo è il nostro gruppo Whatsapp: “New Blood Of Sambuca”. Ci scambiamo informazioni, così sappiamo sempre chi arriva e chi parte. E ci vediamo anche altrove: nostro figlio ora è a Chicago ospite di Meredith Tabbona, che cinque anni fa ha comprato casa, nel posto dove più di cento anni prima era nato suo nonno, poi emigrato negli Usa». 
La bolla immobiliare ha portato a ristrutturazioni con gusti cittadini: case degne di essere fotografate sulle riviste di interior design. «Ci sono cascato anch’io — sorride Andrea Savorani Neri, fotografo a Parigi — ero venuto per un servizio, il sindaco mi ha convinto a comprare una casa. E ora torno a Sambuca appena posso». 
La comunità forestiera si amalgama con i sambucesi: partecipa a feste e ricorrenze, segue gli spettacoli al teatro comunale. «Non vogliono rimanere solo ospiti — spiega Costanza Amodeo, direttrice del teatro — ma condividere i momenti collettivi. Perché vengono fin qui? Credo ci sia un diffuso bisogno di sud. E Sambuca è un buon sud: accoglienza, cultura, umanità». E la mafia? «È la prima domanda che mi fanno in Germania — risponde Heinson — ma quando dico che non l’ho vista, restano un po’ delusi». 

La Repubblica, 14/1/2025

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