di Giuseppe Savagnone
L’assurda prigionia di Cecilia Sala
In prima pagina, su tutti i quotidiani, è apparsa la notizia del commosso incontro tra due madri, quella di Cecilia Sala, e la nostra premier, Giorgia Meloni, che le ha assicurato l’impegno concreto del governo italiano per la pronta liberazione della giovane giornalista, arrestata il 19 dicembre dalle autorità iraniane «per aver violato la legge della Repubblica islamica dell’Iran».
Un’accusa che, per la sua stessa genericità, evidenzia il carattere arbitrario della misura detentiva a cui la nostra connazionale è stata sottoposta, e giustifica pienamente l’unanime condanna da parte delle forze politiche e dell’opinione pubblica italiane.
Da qui la convocazione urgente di un vertice tra la presidente del consiglio, il ministro degli Esteri Tajani e quello della Giustizia Nordio e la convocazione alla Farnesina dell’ambasciatrice italiana a Teheran. «Immediata liberazione» e «trattamento rispettoso della dignità umana», è la perentoria richiesta rinnovata ieri dal nostro governo alla Repubblica iraniana.