«Il futuro numero uno della casa Bianca vuole nominare il suo gabinetto senza passare dal Senato»
Salvo Fallica
Il cambio di governo negli States dopo le elezioni, i nuovi scenari di geopolitica e le ricadute sulla guerra in Ucraina, sull’Europa e in Medio Oriente. Il ruolo di Elon Musk nell’America di Trump. Di questi ed altri argomenti dialoghiamo con un profondo conoscitore degli Stati Uniti, Christian Rocca (siciliano di Alcamo), direttore de Linkiesta e in passato inviato di storiche testate giornalistiche italiane.
Il presidente uscente Joe Biden, in coerenza con la sua linea atlantista, continua in maniera concreta a sostenere l'Ucraina, invasa da più di 3 anni dalla Russia di Putin. Cosa farà il nuovo governo Trump che si insedierà a gennaio 2025?
«Trump è Trump, contemporaneamente imprevedibile e troppo prevedibile. Stando a quanto ha detto in questi 4 anni, abbandonerà l’Ucraina e proverà a convincere Putin ad accontentarsi di che cosa si è già preso. Solo che Putin non si accontenterà, cosa che potrebbe far passare Trump per quello che è, un gradasso che si vanta di poter fare la pace, ma incapace di esaudire la promessa elettorale. A Trump interessa soltanto di non fare la figura del perdente, per evitarla potrebbe anche, grazie all’arroganza criminale di Putin, cambiare posizione».
Trump e suoi collaboratori in campagna elettorale hanno fatto capire in maniera evidente di volersi distanziare dalla linea di Biden sia sull'Ucraina sia sull'Europa.
«Stando a quanto hanno detto in tutti i modi Trump e Vance e i leader repubblicani, l’America smetterà di aiutare militarmente l’Ucraina, e l’Europa. Sostanzialmente è un via libera a Putin. Trump proverà a fare una mediazione tutta a favore della Russia, con il congelamento della situazione attuale sul terreno e senza nessuna garanzia di sicurezza per l’Ucraina. Non è detto che Putin l’accetti, anzi credo proprio che rigetterà l’offerta, tanto più che l’Ucraina non avrà più il sostegno degli Stati Uniti. Ma anche se Putin dovesse dire di sì, sarebbe soltanto una pausa per ricaricare e poi attaccare in modo più deciso».
Dalla formazione del nuovo governo di Trump emergono alla luce del sole molteplici contraddizioni, con personaggi che creano molte polemiche. Alcuni Repubblicani fanno trapelare che alcuni di questi nomi non supereranno la prova del Senato. Cosa può accadere?
«Non è un governo, è una puntata della “Zanzara” con in mano i codici dell’atomica. Una manica di scappati di casa alla guida del Pentagono e dei servizi segreti. Uno di questi personaggi è stato già costretto a rinunciare. Trump sta pensando di forzare la Costituzione e di nominare il suo gabinetto senza passare dalla conferma del Senato».
Quanto ha pesato l'attivismo in campagna elettorale di Elon Musk a favore di Trump?
«Musk, i suoi milioni, e il suo social X sono stati un altro fattore chiave di questa campagna elettorale. Ora cercherà di incassare, da una parte generosissimi contratti con la Nasa e con il Pentagono per i suoi progetti spaziali e militari. Dall’altra l’assicurazione che Washington fermi il lentissimo processo verso la regolamentazione delle piattaforme e l’abolizione dei monopoli. Musk è un uomo pericoloso, profondamente reazionario. Pensa che sia impossibile conciliare democrazia e libertà. Il suo modello è Singapore, o la Cina. Del resto è nato e cresciuto nel Sudafrica dell’apartheid assieme a Peter Thiel, l’altro miliardario della Silicon Valley che ha finanziato la campagna di Trump».
La convivenza tra Trump e Musk è destinata a durare?
«Musk sfrutterà il più possibile l’aver comprato il posto in prima fila, per ottenere finanziamenti per le sue imprese e per smantellare il sistema di istituzioni e di regole che potrebbero imbrigliare le sue aziende digitali. Trump cercherà di farsi pagare ulteriormente, quindi per il momento funziona. Arriverà il momento in cui non funzionerà più».
Con il governo Biden l'economia degli States è tornata a volare, molti americani però lamentano di aver risentito dell'inflazione. Insomma, si potrebbe dire che abbia prevalso la «rabbia dei delusi» o «degli illusi». Cosa non ha funzionato?
«La percezione, non ha funzionato la percezione. Il rincaro dei prezzi è una cosa visibile, tangibile, sotto gli occhi di tutti ogni giorno. L'economia americana vola, il divario con la Cina si è ampliato, non si parla nemmeno più lontanamente di sorpasso, la Borsa è ai massimi, la disoccupazione ai minimi, il salario medio della stato più povero d’America, l’Alabama è maggiore del salario medio della Gran Bretagna, del Canada e della Germania. Ma queste sono statistiche, grafici, curve, analisi, ciò che si percepisce è il costo delle uova, della carne, del pollo. L’inflazione post Covid ha abbattuto Biden e Harris, anche se non ne sono responsabili, anche se sono riusciti a contenerla rispetto agli anni di Trump, che infatti fu sconfitto da Biden, anche se la causa oltre al Covid è, tra le altre cose, la distribuzione di denaro pubblico che fece Trump, inviando un assegno da mille dollari con la sua firma a tutti gli americani».
Chi è davvero Trump?
«Trump per me è il primo presidente antiamericano degli Stati Uniti, incarna tutto ciò che l’America non è. L’America è un paese ottimista, che guarda al futuro, positivo. L’America non è una nazione anti immigrati, l’America ha molto a cuore i rapporti con gli alleati, l’America guida il mondo attraverso un geniale reticolo di alleanze internazionali, l’America si batte per diffondere la democrazia e liberare i popoli dai tiranni. Ecco, Trump è l’opposto. Detto questo, come spiega magnificamente Robert Kagan nel nuovo libro, Insurrezione, edito da Linkiesta Books, in America c’è sempre stato uno scontro tra i liberali e gli illiberali, pensiamo soltanto alla Guerra civile e allo schiavismo. Uno scontro che risale addirittura alla dichiarazione d’Indipendenza, ma con rare ed eclatanti eccezioni, come per esempio il sud schiavista, ha sempre prevalso l’America liberale, mentre quella illiberale è sempre stata una frangia minore. Con Trump, invece, ora è al potere».
Cambierà qualcosa in Medio Oriente?
«Il governo Netanyahu non avrà più alcun freno, non dovrà nemmeno più sentire le lamentele di Washington. Da Trump riceverà ulteriori incoraggiamenti: chissà come saranno contenti quei democratici che non hanno votato Harris per punire l'Amministrazione Biden accusata di non aver fermato Israele...». (*SAFAL*)
GdS, 1/12/2024
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