I manifestanti tentano di bloccare l’erogazione verso il Nisseno. Il gestore: nessuno stop. Cocina: manomissioni inaccettabili
Ivana Baiunco
Caltanissetta - Volevano staccare l’Ancipa bassa, chiudere la condotta per Caltanissetta e San Cataldo, invece hanno spento solo una valvola di alimentazione. I sindaci dell’Ennese sono sul piede di guerra contro la decisione della cabina di regia per l’emergenza idrica che ha stabilito la riapertura dell’Ancipa per tre giorni per Caltanissetta e San Cataldo in attesa che i lavori di Siciliacque vengano completati. Lavori che collegheranno i pozzi del campo San Giuliano alle città in questione.
Ieri di buon mattino i sindaci di Gagliano Castelferrato, Nicosia, Troina, Cerami e Sperlinga hanno occupato la diga Ancipa e durante la manifestazione Fabio Venezia, ex sindaco di Troina e deputato dem ha abbassato due valvole con l’intento di bloccare l’erogazione dell’Ancipa bassa.
In realtà Siciliaque assicura che nulla è stato fermato e l’erogazione verso il Nisseno continua regolarmente. Infatti Caltaqua in contemporanea ha comunicato i turni di erogazione fino a martedì della prossima settimana. «Chiediamo che la cabina di regia convochi qui, a Troina, una riunione. Noi da qua non ci muoviamo - dice Venezia -. Era stato assicurato che dal 15 novembre l’Ancipa avrebbe dato acqua esclusivamente a 5 comuni, tagliando fuori le zone del Nisseno. Ma la diga ha continuato a servire i comuni di Caltanissetta e San Cataldo, i cui pozzi - continua Venezia- non sono ancora in funzione. Rimangono da utilizzare solo 150 mila metri cubi d’acqua, bastano forse per altri 6 giorni». Solo sei giorni di autonomia secondo le previsioni dell’ex sindaco.Interviene sulla questione il direttore generale della Protezione civile Salvo Cocina che afferma di aver agito da «buon padre di famiglia» trovando una soluzione di equilibrio. «Dovevamo scegliere - spiega Cocina che bolla come inaccettabili le manomissioni degli impianti idrici - fra la certezza di gravi ulteriori disagi e disordini nelle due città oppure il rischio di avere meno acqua di riserva per le cinque città dell’Ennese fra un mese e mezzo. Sicuramente pioverà e l’acqua sarà ricostituita, abbiamo inoltre fatto i piani di emergenza per il rifornimento con le autobotti e abbiamo assicurato le risorse finanziarie, come sanno i sindaci. Tutti i presenti nella riunione della cabina di regia, compresi i sindaci del Nisseno e dell’Ennese, hanno concordato nella ricerca di una soluzione di equilibrio. Ora la protesta, spinta fino alla manomissione di un impianto pubblico, non porta a nessuna soluzione e rischia solo di esasperare gli animi».
Una volta completi i lavori il Nisseno avrà i suoi 92 litri al secondo, in prospettiva anche aumentabili quando saranno completati i pozzi di Pietraperzia, sono più di ottantamila gli abitanti da rifornire. Alla manifestazione sono seguite anche le reazioni della politica dal messaggio di vicinanza del presidente della Regione Renato Schifani: «C’è una guerra tra poveri - dice il presidente -, comuni che si fanno la guerra per avere più o meno acqua, cercheremo di garantire tutti con il massimo della responsabilità». Alla presa di posizione del deputato di Italia Viva Davide Faraone: «È per l’incapacità della Regione di gestire la crisi e di realizzare per tempo le infrastrutture che siamo arrivati ad un punto drammatico che andrà solo a peggiorare». È intervenuta nel dibattito anche l’opposizione del consiglio comunale di Caltanissetta che scrive una nota di fuoco contro il sindaco di Walter Tesauro che invece assicura denunce all’autorità giudiziaria se sarà necessario. L’opposizione chiede inoltre il risarcimento per il danno subito a Siciliacque. La prima denuncia è arrivata venerdì quando l’ex sindaco di Caltanissetta, oggi consigliere comunale e vicepresidente dell’Anci, Roberto Gambino ha presentato un esposto alla Finanza. Ieri sera a Caltanissetta è arrivata da Oliveri (Messina) l’ultima autobotte prevista per ieri a contrasto dell'emergenza idrica nel capoluogo nisseno e a San Cataldo.(*IB*)
GdS, 1/12/2024
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