Piersanti Mattarella |
Pancrazio De Pasquale |
DINO PATERNOSTRO
Lo scandalo non è il finanziamento delle iniziative per celebrare «i valori dell’Antifascismo e della Resistenza», in occasione dell’ottantesimo anniversario della Liberazione. Una Regione normalmente democratica e inserita nello spirito della Costituzione avrebbe dovuto finanziarla come scelta unanime e convinta dell’intero parlamento.
Lo scandalo continua ad essere le mance e le mancette, distribuite a dritta e a manca, in cambio del voto favorevole alla finanziaria. Circa 70 comuni ne hanno usufruito, ma i comuni siciliani sono ben 391. Significa che più di 300 comuni non hanno santi in paradiso e non hanno ricevuto nulla.
È questa la Regione che si vuole costruire per il futuro? È questo l’esempio che si vuole lasciare alle giovani generazioni? Ma davvero non c’è una strada diversa per coniugare legalita correttezza e trasparenza con la legittima aspirazione dei partiti e dei politici ad avere il consenso (non il “favore di ritorno”) degli elettori?
Eppure c’è un esempio che si potrebbe immediatamente utilizzare, “inventato” da un presidente della Regione come il democristiano Piersanti Mattarella (voleva una Sicilia con le carte in regola) e da un’Ars guidata dal comunista Pancrazio De Pasquale, alla fine degli anni 80. Si tratta della L.R. 2 gennaio 1979, n. 1, “Attribuzione ai comuni di funzioni amministrative regionali”, che ogni anno assegnava somme certe agli Enti Locali, divise per servizi e per investimenti, rigorosamente in base al numero di abitanti di ciascuno di essi. Ogni comune, poi, deliberava in consiglio comunale come utilizzare in dettaglio le somme assegnate. Trasparenza, giustizia, equità, valorizzazione degli enti locali e del ruolo di ciascun consigliere comunale. Vi sembra poco? Come si vede, è semplice. Ci vuole solo buona volontà politica e forti convincimenti etici.
Dino Paternostro
Questo il link alla legge:
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