Spaccatura a sinistra: a Roma c’è irritazione per gli emendamenti dei parlamentari Dem
Giacinto Pipitone
Palermo - La firma del Pd sull’accordo col governo e la maggioranza per portare al traguardo la Finanziaria è un emendamento beffa, almeno per un Parlamento a trazione di centrodestra e con un presidente di Fratelli d’Italia, Gaetano Galvagno. Per di più allievo di Ignazio La Russa. I Dem hanno proposto e ottenuto che con i contributi della Finanziaria venissero celebrati «i valori dell’Antifascismo e della Resistenza».
Per carità, poco o nulla, in termini economici, di fronte ai cento milioni che sia la maggioranza che l’opposizione hanno utilizzato per finanziare iniziative nei collegi elettorali. E tuttavia quegli 85 mila euro stanziati per celebrare l’Antifascismo non sono passati inosservati. Almeno nel momento in cui il testo del maxi emendamento è stato letto con più calma.
La norma sull’Antifascismo è proprio l’ultima del testo, alla pagina numero 52 del fascicolo (a cui poi si aggiungono le 23 pagine che costituiscono l’elenco dei beneficiari dei contributi a pioggia).Con questi 85 mila euro il Pd ha chiesto e ottenuto di celebrare nel 2025 l’ottantesimo anniversario della Liberazione «in collaborazione con le associazioni siciliane aderenti al Forum delle Associazioni Antifasciste e della Resistenza o all’Istituto nazionale per la storia del movimento di liberazione in Italia (Insmli)».
La diplomazia dei meloniani
Il presidente dell’Ars si era accorto della provocazione. E l’ha lasciata cadere così: «L’opposizione - ha detto Galvagno - ha collaborato alla stesura del testo finale della Finanziaria, quindi nell’ambito della propria libertà di azione politica può fare quello che vuole».
La spaccatura nel Pd
La mossa del Pd all’Ars non smorza però la polemica interna al partito sul ruolo dei Dem. Da Roma era stata la stessa segretaria Elly Schlein a far trapelare l’input rivolto ai deputati dell’Ars di non partecipare alla spartizione del budget messo a disposizione dal governo. Invece proprio da Roma, a 24 ore dal voto, rimbalza l’irritazione per un deputato che ha presentato 18 emendamenti, 16 dei quali destinati a erogare contributi da 25 mila euro sul proprio territorio.
Il Pd, come Galvagno non ha mancato di sottolineare in modo diplomatico, ha trattato con la maggioranza. E questo ha allargato la distanza fra i vertici e il gruppo parlamentare (o almeno una parte di esso). Una distanza plasticamente rappresentata dai comunicati ufficiali. Da un lato il segretario Anthony Barbagallo: «Il Pd prende le distanze da una Finanziaria fatta di clientele e contributi a pioggia parcellizzati. Alla Sicilia serviva molto di più per rilanciarsi». Dall’altro lato il capogruppo Michele Catanzaro, molto più cauto nel giudizio e sul ruolo dei deputati: «Il gruppo del Pd ha tenuto un atteggiamento di ferma responsabilità, siamo riusciti ad evitare di disperdere le risorse. Abbiamo lavorato per inserire quantomeno alcune misure che riteniamo necessarie, ad iniziare dal finanziamento per il trasporto pubblico degli alunni e dei disabili, il potenziamento dei fondi per i Comuni, l’aumento della percentuale del bilancio regionale destinata al sostegno dei soggetti autistici».
Il record di 1.202 contributi
Il conto totale dei contributi ha numeri record. Il testo ufficiale - frutto dell’accordo fra maggioranza e opposizione - conta 1.202 singole voci (la media è, appunto, di circa 18 per ciascuno dei 70 deputati) che corrispondono ad altrettanti aiuti a destinatari ben individuati. Il valore totale è di circa 100 milioni.
I Comuni più premiati
Come detto nei giorni scorsi, per evitare il finanziamento diretto ad associazioni amiche, i deputati hanno scelto quest’anno di affidare i fondi ai Comuni. Saranno poi i sindaci a veicolarli nei territori (cioè nei collegi elettorali). Fra i capitoli più ricchi della Finanziaria così costruita c’è proprio quello degli aiuti destinati alla rigenerazione urbana. Vale quasi 67 milioni e formalmente è assegnato all’assessorato alle Infrastrutture, guidato dal meloniano Alessandro Aricò. In realtà è la fotografia del patto trasversale perché dentro sono premiati i territori di provenienza di tutti i deputati. E così si intravedono anche le varie sfere di influenza. Evidenti se si guarda soprattutto ai contributi doppione, cioè erogate allo stesso Comune attingendo allo stesso capitolo di bilancio per finanziare più o meno le stesse cose. Comiso, per esempio, Comune di provenienza del capogruppo di Fratelli d’Italia Giorgio Assenza ottiene 50 mila euro per il cimitero, 100 mila per il campetto Antica Stazione, 170 mila per il rifacimento dei marciapiedi e 200 mila per l’illuminazione pubblica delle contrade. Acireale, città del forzista Nicola D’Agostino, ottiene 50 mila euro per la «bambinopoli», altri 50 mila per ristrutturare le strade, altri 50 mila per il quartiere Carmine, 25 mila per l’illuminazione e 100 mila per il decoro urbano.
Esempi che mostrano come è stato costruito il maxi emendamento. Anche se il contributo più ricco l’Ars lo ha destinato a se stessa: un milione e mezzo per la riqualificazione delle aree intorno a Palazzo Reale.
GdS, 30/12/2024
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