Un agente della Municipale spara quattro colpi di pistola a salve sotto gli occhi dei bambini dell’asilo
di Francesco Patanè
«Papà lo sai questa mattina hanno sparato a scuola per uccidere il cattivo? » . Si è sentito dire un genitore dalla figlia di 4 anni appena tornata dall’asilo. «Lo giuro, per un secondo mi si è gelato il sangue nelle vene – racconta Francesco, il genitore – Poi mi ha spiegato cosa era successo e sono rimasto sconvolto, senza parole » . Ieri mattina nel plesso Ferrara dell’istituto comprensivo Rita Borsellino alla Magione gli agenti della polizia municipale di Palermo, in una dimostrazione in cortile, hanno sparato quattro volte a salve durante una lezione di educazione stradale, inscenando l’arresto di un malvivente.
Davanti a una cinquantina di bambini della scuola dell’infanzia e della scuola primaria gli agenti hanno prima sparato i colpi di pistola a salve al finto criminale e poi gli hanno lanciato contro il cane dell’unità cinofila. I più piccoli si sono impauriti, alcuni si sono messi a piangere per la violenza della scena, altri ancora si sono divertiti ma per tutto il giorno hanno mimato il gesto di sparare con pollice e indice della mano. « Sono rimasta sconvolta quando mia figlia mi ha raccontato quanto accaduto – dice una mamma – Mi sono ritrovata a doverle spiegare che era tutto una finzione e che non sispara ai cattivi».
La vicenda degli spari nel cortile ieri per tutto il giorno è stato l’argomento principale all’uscita di scuola, nelle chat di classe. Decine di mail sono arrivate alla preside con richieste di spiegazioni. La vicenda già mercoledì pomeriggio è stata affrontata nella riunione delle sezioni della scuola dell’infanzia. La dirigente scolastica Lucia Sorce si è scusata per quanto accaduto. «Doveva essere una proposta di simulazione per gli studenti della scuola di secondo grado, invece poi è stata proposta ai più piccoli – premette la preside che ieri mattina non era presente – Alle insegnanti la simulazione è stata rappresentata come un gioco, nessuno preventivamente ha parlato di spari, è stato detto che avrebbero impugnato una pistola giocattolo. Nessuno di noi era consapevole del tipo di simulazione » . Il problema è cheera stata presentata come un incontro sull’educazione stradale. « Va detto che gli spari avvengono al termine di una lezione competente e approfondita su cosa fanno i cani della polizia – sottolinea la dirigente Sorce – Pensavamo che la presenza del cane fosse un modo per catturare l’attenzione dei ragazzi».
I genitori hanno ottenuto che in futuro ci sia da parte della dirigente scolastica e degli insegnanti un piùattento e scrupoloso controllo di tutte le iniziative esterne che vengono portate a scuola. Ieri nella riunione è stato chiaro che le responsabilità della scuola sono minime e riguardano una mancata verifica del programma dell’incontro. Il vero problema per chi ha partecipato all’incontro è stato capire chi ha scelto di far vedere a bambini dai 3 ai 5 anni anni una scena del genere. «Quanto è pertinente una simulazione di arresto, con l’utilizzo di armi, al tema dell’educazione stradale – chiede la consigliera comunale del Pd Mariangela Di Gangi – È doveroso riflettere sull’impatto educativo ed emotivo che tali attività possono avere su bambine e bambini, considerando la loro età e la delicatezza del contesto scolastico » . Sul banco degli imputati è finito il Comune e il corpo della polizia municipale. « Ho dato disposizione che una simulazione del genere non venga mai più portata nelle scuole. Si tratta di tutelare i bambini e rispettare le diverse sensibilità – dice il comandante Angelo Colucciello – Detto questo, alla “Borsellino” le attività sono state preventivamente descritte e autorizzate dagli insegnanti. Confermo che la preside non era al corrente. C’è stato un fraintendimento, ma in ogni caso una dimostrazione simile non va proposta a bambini dell’asilo».
La Repubblica Palermo, 15/11/2024
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