venerdì, novembre 15, 2024

L’INIZIATIVA. Questo ponte non s’ha da fare


Conferenza stampa di una cordata di associazioni e partiti, tra cui la Cgil, per dire no alla realizzazione di un’opera inutile, pericolosa, dannosa e molto costosa

PATRIZIA PALLARA

È un’opera di dubbia utilità. Non può rilanciare lo sviluppo della Sicilia, della Calabria e del Mezzogiorno. È dannosa per l’ambiente, il paesaggio, la società. E ha costi di realizzazione esorbitanti. Per questo, per opporsi alla costruzione del ponte sullo Stretto di Messina, una cordata di associazioni e partiti, tra cui la Cgil, ha deciso di dare vita a un’iniziativa che prende il via venerdì 15 novembre con una conferenza stampa a Roma, all’hotel Nazionale Montecitorio, alle 14.

LE CRITICITÀ DELL’OPERA

Le organizzazioni promotrici mettono in fila tutte le criticità di un progetto che vanta record negativi prima ancora di essere realizzato. L’ultima? Il presunto via libera sulla sicurezza antisismica arrivato dall’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, che invece ha smentito di aver mai messo il suo timbro su una simile certificazione: il presidente dell’Ingv ha sottolineato a chiare lettere che l’ente di ricerca non ha mai espresso valutazioni finali sulla sicurezza antisismica.

PONTE SENZA AUTORIZZAZIONI

“È estremamente pericoloso il modo in cui il governo sta interpretando il suo ruolo sulla vicenda del ponte sullo Stretto – commenta il segretario confederale Cgil Pino Gesmundo -. Al di là dell’inutilità strategica dell’opera, dei gravissimi impatti che avrebbe sulle realtà locali e dell’assoluta incertezza sul tema della sicurezza, ciò che emerge sempre più chiaramente è la pervicace volontà dell’esecutivo di cancellare, omettere o ‘liberamente’ reinterpretare il tema delle autorizzazioni e dei pareri”.


Non solo: “È gravissimo ciò che sta emergendo anche in queste ore – sottolinea il sindacalista -: il massimo istituto scientifico di geofisica operante in Italia è dovuto intervenire per smentire lo stesso governo che aveva dato per acquisito un parere mai ufficialmente espresso, così come grave è anche la violazione della norma della protezione civile relativa all’inedificabilità su aree coincidenti con faglie sismiche”.

TANTE ANOMALIE

Per l’esponente sindacale questo progetto inutile, pericoloso e dannoso va fermato: “La si smetta di anteporre esigenze populistiche e demagogiche – aggiunge - ai bisogni reali di quei territori e dei suoi cittadini”.


Sono diversi gli studi e le autorizzazioni che mancano all’appello. A tutt’oggi non ci sono studi geologici aggiornati su un'area cruciale per la stabilità, come la faglia di Cannitello, dove dovrebbe sorgere il pilone sul lato calabrese della costa. C’è stata una gestione anomala delle autorizzazioni a livello regionale: l'Arpa Sicilia ha denunciato l'impossibilità materiale di effettuare una valutazione adeguata e approfondita dei 1.400 elaborati tecnici. Solo per citare le ultime irregolarità.

BASTA ERRORI

“Non si ripetano gli errori del passato, non si autorizzi un'opera priva delle certificazioni necessarie – prosegue Gesmundo -. La presidente del consiglio Meloni intervenga per chiarire se il suo governo è davvero intenzionato a procedere nonostante il divieto di edificazione sulle faglie sismiche previsto da una circolare della Protezione civile. Troppo semplice, dopo, incolpare la magistratura di bloccare l’attività dell’esecutivo, solamente perché applica le leggi e le norme italiane e comunitarie”.

"Il nostro Paese - ricorda il dirigente sindacale - ha già vissuto tragedie devastanti causate da processi autorizzativi sbagliati e interessi privati privi di scrupoli: la commissione Grandi rischi dell’epoca approvò la costruzione della diga del Vajont, che causò quasi duemila morti".

PROBLEMI ALLA POPOLAZIONE

Senza contare che l'annunciato avvio dell’opera sta già generando problemi. La popolazione residente nei luoghi coinvolti dall’edificazione del ponte ha visto mettere le proprie abitazioni sotto vincolo, senza poter disporre del proprio patrimonio e svalutandone drammaticamente il valore.

"Lasciamo che i progetti per la costruzione di grandi opere siano ipotizzati, studiati e verificati dai tecnici competenti – conclude Gesmundo -, evitando di far diventare l’infrastruttura campo di battaglia politico che, per ideologia, porti a forzare le norme mettendo a repentaglio la sicurezza delle persone. Questi temi saranno oggetto della conferenza stampa di venerdì 15 novembre a Roma, in cui la Cgil, insieme alle associazioni e ai partiti promotori, ribadirà la propria contrarietà all’opera”.

Collettiva.it, 14 novembre 2024

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