venerdì, novembre 29, 2024

La Camera del lavoro “Placido Rizzotto” di Corleone allo sciopero generale di stamattina a Palermo

Lo striscione della CdL “Placido Rizzotto” di Corleone

Caterina Pollichino
DINO PATERNOSTRO

Era da anni che il movimento dei lavoratori e dei pensionati di Corleone non si organizzavano per partecipare insieme ad uno sciopero generale, esponendo uno striscione che fa tanto identità, ma anche voglia di essere insieme agli altri, per sentirsi parte di un “mondo” che non si rassegna all’esistente, ma lo vuole cambiare. 

È successo stamattina: dietro allo striscione della “Camera del lavoro Placido Rizzotto Corleone”, per le strade di Palermo, insieme ai lavoratori e ai pensionati di Misilmeri, di Bagheria, di Palermo, c’erano anche quelli di Corleone. E lo striscione della CdL di Placido Rizzotto era il più fotografato perché, nell’immaginario collettivo, Placido rappresenta i siciliani che resistono, che non si arrendono, che lottano contro la mafia, per il lavoro, per i diritti, per “un mondo nuovo”. 

È una grande responsabilità (e un grande onore) rappresentare questa Camera del lavoro. Me lo diceva il caro prof. Francesco Renda: “nella testa della gente - mi diceva - la CdL di Corleone è una delle più importanti della Sicilia per la forza evocatrice della sua storia. E chi la rappresenta ha una grande visibilità e una grande responsabilità”. 

Di questo ne ha piena consapevolezza la giovane segretaria della Cgil di Corleone, Caterina Pollichino e il nuovo gruppo dirigente molto coniugato al femminile. Hanno aperto le porte del sindacato al mondo dell’associazionismo, all’Anpi, al circolo Italia-Cuba, alla Federconsumatori, all’Auser, ad Animosamente a Città Nuove. 

Hanno voluto chiamare i lavoratori e i pensionati ad uno ad uno per invitarli a partecipare allo sciopero. Hanno usato lo strumento antico/moderno del “bandezzo” per informare capillarmente tutta la città dello sciopero generale. Stanno preparando insieme a me il terzo numero di “Animosamente”, che sarà pubblicato a cavallo tra la fine di quest’anno e gli inizi del nuovo anno. 

C’è molto da lavorare, ma la direzione è tracciata. 

Dino Parernostro

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