di Paola Pottino
A ottanta anni dalla sua nascita, l’Associazione nazionale dei partigiani arriva nei luoghi della mafia. Corleone, Castelvetrano e Partinico da pochi giorni hanno infatti inaugurato le tre sedi dell’Anpi. «Sono stato recentemente a Corleone e oggi andrò a Castelvetrano — dice Gianfranco Pagliarulo, presidente nazionale dell’Anpi, che ieri ha partecipato all’incontro “ In difesa della Costituzione antifascista per la democrazia e la pace”, organizzato all’istituto Gramsci ai Cantieri alla Zisa — C’è una ratio in questa scelta perché le sezioni dell’Anpi sono contestualmente impegnate nella lotta al neofascismo e alla mafia e di questo siamo molto orgogliosi perché l’impegno per la legalità repubblicana è uno dei fondamenti costituzionali».
Una scelta politica, quella di intervenire proprio in questi territori. « Leggevo che a Castelvetrano nel 1921 — aggiunge il presidente dell’Anpi — avvenne una terribile strage di origine squadrista e mafiosa. Al termine di un comizio socialista furono infatti lanciate delle bombe che provocarono la morte di molte persone».
Una lunga storia della connivenza tra fascismo e mafia da un lato e una storia altrettanto lunga di antifascismo e della difesa della legalità nell’Isola. « C’è una proporzione inversa tra la presenza della mafia — dice Pagliarulo — e quella dello Stato. Tanto meno è presente lo Stato, tanto più è capillare la presenza della mafia. Si dovrebbe ritornare alla questione meridionale, da più di 30 anni rimossa dall’agenda della politica italiana».Anche da questo punto di vista, uno degli impegni dell’Anpi è quello di proporre nuovamente la questione meridionale come grande questione nazionale « specie oggi quando le diseguaglianze stannoaumentando sempre più» , aggiunge Pagliarulo.
Nel giorno dedicato alla lotta contro la violenza sulle donne, l’associazione dei partigiani ha ricordato anche la staffetta partigiana Maria Di Gesù, di Monreale, deportata ad Auschwitz nel 1944. «Contro la violenza alle donne bisogna fare rumore — continua Pagliarulo — Oportet ut scandala eveniant: è necessario che avvengano gli scandali. Bisogna gridare affinché finalmente si affronti la questione non in termini di propaganda, ma come formazione civile perché noi viviamo in un tempo drammatico in cui la coscienza civile è progressivamente diminuita o addirittura venuta meno» . Sarà anche per temi come questi che la presenza femminile all’interno dell’Anpi è aumentata. Gli iscritti all’associazione sono 153mila e il 41% è formato da donne. La percentuale femminile cresce ogni anno di più grazie alla partecipazione delle nuove generazioni. «E questa è tutta salute per nostra associazione — conclude il presidente Pagliarulo — perché ci consente di avere diversi sguardi che comunicano tra di loro».
La Repubblica Palermo, 26 novembre 2024
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