ANGELO VINTALORO
La Dea Madre di periodo preistorico, molto descritta dalle carte di Giovanni Valenti, che ebbi la fortuna di visionare, risulta essere molto presente in questo territorio, che in quel momento acquisiva importanza strategica e commerciale, in quanto ha da sempre rappresentato lo spartiacque tra le due coste del palermitano e dell’agrigentino.
Ma lo scatto decisivo nella mia mente venne quando mi accorsi che le chiese di Corleone dedicate alla Madonna, sono oltre un terzo del totale, comprese quelle non più esistenti. E non solo. La statuaria all’interno delle chiese ha una cospicua frequenza femminile, oltre alle processioni che si svolgono durante l’anno dove il culto della Madonna è senza dubbio il più sentito e acceso. Tutti questi elementi mi fecero riflettere e li associai al culto femminile di periodo ellenistico-romano, dove la Dea Demetra rappresentava quello più importante, e non poteva essere altrimenti, in quanto Demetra era la Dea del grano, coltura di gran lunga prevalente su questo territorio, sia in qualità che in quantità.
Dagli scritti lasciati da Giovanni Valenti e dai reperti recuperati durante le ricerche e gli scavi svoltisi nel territorio ed organizzati dall’Archeoclub di Corleone e sotto la sorveglianza della Soprintendenza di Palermo, si evince chiaramente il ruolo, quasi esclusivo, che Demetra ebbe in quest’area dell’entroterra siciliano.
Addirittura il santuario ellenistico di Cozzo Spolentino era destinato al culto femminile, così come quel deposito di reperti, di periodo immediatamente successivo ed adiacente ad un probabile altro santuario, individuato all’interno del centro urbano di Corleone.
Considerato anche la delicatezza del lavoro ho consultato numerosi professionisti e frequentatori dei vari settori, che mi hanno permesso di potere comporre questo mio esteso pensiero, su questo culto femminile, che a Corleone ha sempre trovato il sostrato adatto al proprio sviluppo, secondo una cronologia ed una costanza pienamente inserite in un contesto territoriale unico, che ebbe dinamiche del tutto diverse rispetto alla restante parte dell’isola.
Si pensi anche che l’Immacolata Concezione è oggi co-Patrona di Corleone, assieme a S. Leoluca, ma lo fu in maniera esclusiva fino a quasi tutto in XVI secolo, quando questa cittadina conobbe le gesta del santo compaesano. Appare chiaro che l’argomento è affascinante e meriterebbe un approfondimento importante, sia da parte dell’archeologia ma anche da parte delle istituzioni ecclesiastiche e laiche.
Questo libro vuole essere la base, ma anche lo stimolo, affinché le nuove generazioni possano analizzare ed investigare un argomento strettamente correlato alla crescita sociale, economica e strutturale di quest’area, che finalmente, da qualche anno, ha una sua determinazione storico-archeologica nel panorama della Sicilia e del Mediterraneo.
Angelo Vintaloro
Nessun commento:
Posta un commento