«La scarcerazione di diversi boss, alcuni dei quali erano al 41 bis, è inaccettabile. Ma il ministro della Giustizia esiste? Si pone il problema di quello che sta accadendo?». Antonello Cracolici, il presidente della commissione regionale antimafia, è preoccupato. «A quante scarcerazioni dobbiamo assistere ancora? — dice — Sono davvero preoccupato per un certo abbassamento della tensione nella lotta alla mafia».
Alcune scarcerazioni sono da attribuire alla lentezza della macchina giustizia, altre denotano davvero un pericoloso abbassamento del livello di lotta alla mafia. Cosa sta accadendo?
«Da un lato, abbiamo assistito a riforme che hanno messo in crisi il fronte di giudiziario di contrasto alle mafie. Dall’altro, diversi cavilli tecnico-giuridici hanno permesso fatti che creano inquietudine nell’opinione pubblica e che sono aggravati dal silenzio di tutte le istituzioni. In questo modo, la lotta alla mafia diventa inutile e stucchevole, arrivando a essere una forma di propaganda e mera retorica».
Nei giorni scorsi, per la scadenza dei termini di custodia cautelare, sono stati scarcerati dalla corte d’appello di Palermodieci fedelissimi di Matteo Messina Denaro. Per la stessa ragione, è tornato in libertà anche Giuseppe Corona, un abile tesoriere dei clan che era recluso al 41 bis. Cosa sta succedendo?
«Non possiamo permettere che lunghe indagini di magistratura e forze dell’ordine, fondate su intercettazioni costate tanto, siano vanificate nel giro di una scarcerazione. Il ministro dellaGiustizia verifichi se sono stati commessi degli errori o sei tempi del processo si siano dilungati oltremodo magari perché la sentenza è stata depositata colpevolmente in ritardo».
Alcuni mafiosi ergastolani hanno invece ottenuto permessi premio, dal 2019 anche loropossono beneficiarne sulla base di una sentenza della Corte Costituzionale. Cosa ne pensa?
«In un Paese attento alla cultura giuridica e ai diritti anche il peggiore criminale deve avere diritto a un’altra possibilità. Non mi scandalizzano i premi ai detenuti che hanno effettivamente fatto un percorso di cambiamento. Il vero problema sta nel rischio di riorganizzazione di Cosa nostra, e allora è necessario che le istituzioni mettano in campo tutti gli strumenti adeguati per controllare i mafiosi scarcerati che beneficiano di un permesso premio. Ci vuole dunque equilibrio e buon senso. Per evitare pericolosi ritorni al passato».
— s.p.
La Repubblica Palermo, 25/10/2024
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