domenica, ottobre 20, 2024

L'addio ai test per Medicina, svolta positiva


L'Università e il futuro delle professioni sanitarie.  Il via libera della Commissione al disegno di legge delega apre la strada all'ingresso ai corsi di laurea a tutti i giovani che vogliono divenire futuri camici bianchi. Previsti un semestre filtro e una graduatoria. L'addio ai test per Medicina, svolta positiva

Elio Cardinale

Creare un avvenire migliore con gli elementi elargiti dal passato, esortava Goethe. La frase si attaglia al problema delle ammissioni degli studenti alla Facoltà di Medicina: si ritorna al passato eliminando i test di ammissione, spesso inutili, controproducenti, senza sicure garanzie per i giovani più preparati.

Questo giornale, da oltre vent’anni, si è battuto per eliminare i test di ammissione. Ricordiamo solo gli ultimi due titoli: «L’accesso a medicina sia aperto a tutti» (Giornale di Sicilia, 29 settembre 2022) e «La soluzione è possibile» (Giornale di Sicilia, 9 ottobre 2023). Oggi, con piacere, riscontriamo l'addio dei quiz a crocette. È arrivato il via libera della Settima Commissione del Senato al disegno di legge delega che rivede le modalità di accesso ai corsi di laurea in Medicina e Chirurgia,

Odontoiatria e Protesi dentaria e Medicina veterinaria. Il governo assicura che farà di tutto affinchè il nuovo sistema sia operativo dall'anno accademico 2025-2026. Il testo deve andare ora in aula in Senato e poi alla Camera.

La riforma prevede un semestre-filtro con esami caratterizzanti; il proseguimento degli studi al secondo semestre sarà condizionato al conseguimento di tutti gli esami previsti per il primo semestre e alle posizioni nella graduatoria di merito nazionale. Per gli studenti che non superano la selezione, sarà possibile utilizzare i crediti formativi acquisiti nei primi sei mesi per iscriversi ad altri corsi di laurea, senza perdere l'anno.

Riteniamo utile riportare quanto scrivemmo su questo giornale nel 2023. Esperti e cultori di varia estrazione hanno proposto un metodo che, a parere di chi scrive, è da condividere. Accesso aperto a tutti i giovani che vogliono divenire futuri camici bianchi. L’obiezione che non esistono nella Scuola medica docenti, aule e strutture capaci di affrontare grandi numeri è risolvibile. Gran parte delle materie del primo anno - chimica, fisica, biologia, biochimica, ecc.- possono essere effettuate in diversi altri Dipartimenti e Scuole universitarie: Scienze, Chimica, Biologia, Agraria, Fisica, Genetica, Ingegneria, Scienza delle comunicazioni. Per quanto riguarda l’anatomia, è noto che da decenni vi è carenza di cadaveri per scopo di studio ed esercitazioni di dissezione. Quasi ovunque si pratica l’anatomia radiografica (nata da scuole accademiche di Palermo, ma questa è un'altra storia) e il carico può essere condiviso con la Radiologia universitaria.

Nel secondo anno si effettuano gli esami di profitto. Si affronta una graduatoria per chi ha superato gli esami di primo anno. Con numerosità modulabile - per esigenze fattuali o sopravvenute - si attinge alla graduatoria di merito e le matricole promosse con i migliori voti potranno continuare gli studi dell’area biomedica. Il metodo proposto alla francese, modificato.

Vorremmo, in sintesi, ricordare alcune delle critiche al sistema dei test. Test difficili anche per un laureato esperto, ovvero errati, o degradanti a quiz per il carattere bislacco e aleatorio. Un esempio per tutti: che cosa riguardava l’ultima sfilata di Valeria Marini. Smettete di giocare con il futuro degli studenti, gridavano in molti.

Non si può che concordare con le affermazioni del ministro dell’Università Anna Maria Bernini: «Questa giornata rappresenta un passo storico per garantire a tutti i ragazzi l’opportunità di diventare professionisti in ambito medico».

I dubbi dei rettori su questa riforma, si collegano principalmente alle attuali carenze economico-finanziarie del comparto accademico. La Crui – Conferenza dei rettori delle Università italiane – ribadisce comunque la propria disponibilità a lavorare su ipotesi di miglioramento delle modalità di accesso alle professioni medico-sanitarie, per una formazione di qualità. Speriamo che questa articolata dichiarazione conduca a risultati concreti e non si riveli una semplice esternazione.

Alla riforma in via di definizione si possono prevedere due corollari. Una prova psicoattitudinale. Perché la medicina è pratica basata sulla scienza ed esercitata in un mondo di valori. È necessario per la cura un patrimonio di «medical humanities»: empatia, volontà e capacità di comunicazione con l’infermo e i familiari, riportare il malato da numeri a individuo. Un’antropologia totale in un’ottica bio-psico-sociale. È valida, inoltre, la proposta del professore Giuseppe Remuzzi, di considerare - per la graduatoria finale - anche il voto dell'esame di maturità (Corriere della Sera, 17 ottobre 2024).

La nostra Costituzione, all’articolo 32, «…tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività…». Alcuni maestri del diritto sostengono che l'articolo 32 è uno gli articoli più importanti per i diritti inviolabili del cittadino. Storicamente l’idea di curare tutti si deve al marchese di Lafayette, il quale - nella Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino - volle introdurre il diritto universale a essere curati. Riteniamo che l’attuale modifica delle modalità di ammissione della Facoltà di Medicina possa contribuire a un migliore funzionamento del Sistema sanitario nazionale, a favore della salute dei cittadini.

GdS, 20 ottobre 2024

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