lunedì, settembre 16, 2024

IL RICORDO. Quella passeggiata con Sciascia a Corleone

Corleone, 12 giugno 1976. Da sx: Dino Paternostro, Giusi Gennaro, Leonardo Sciascia, Enzo Cuppuleri e Marcello Carapezza

Il 12 giugno 1976 il grande scrittore visitò il paese di Placido Rizzotto per un comizio elettorale a sostegno del Pci e di Guttuso. Percorrendo il corso principale del paese auspicò che i giovani cambiassero la Sicilia, ma il suo lucido pessimismo non gli consentiva molte illusioni

DINO PATERNOSTRO

Raccontare di Leonardo Sciascia e della sua inaspettata semplicità, ancora oggi mi provoca emozione. Ho avuto la fortuna di incontrarlo e di parlare con lui a Corleone il 12 giugno 1976. Era un sabato e mancava poco più di una settimana alle elezioni politiche del 20 giugno, quando per poco il Pci non riuscì ad effettuare il sorpasso sulla Dc. Sciascia venne nel paese allora considerato di Liggio per fare un comizio a sostegno del Pci e del suo amico Renato Guttuso, candidato nel collegio senatoriale di Corleone, che era con lui. Ma lo scrittore conosceva la storia e sapeva che Corleone era anche la patria di Bernardino Verro, di Placido Rizzotto e del movimento contadino, che si erano battuti con grande coraggio contro gli agrari e la mafia. 

domenica, settembre 15, 2024

Medici senza gloria. Sciascia e quel Nobel mai assegnato


Lo scienziato canicattinese fu l’inventore della fitoterapia. Ma venne beffato dagli accademici di Svezia che assegnarono il riconoscimento al danese Finsen che iniziò gli studi molto dopo

ADELFIO ELIO CARDINALE

Gli accademici di Svezia nemmeno sanno dov'è Canicattì e la prima disgrazia dell'uomo è nascere in un paese, scrive Gaetano Savatteri (I Siciliani, Laterza Ed., 2006). La querelle relativa al dottor Antonino Sciascia - nato a Canicattì, dove visse e operò per tutta la vita, inventore della fototerapia - fa sorgere spontanea la domanda: ma l'istituzione che assegna i premi Nobel prende qualche topica? Certamente sì. Scorrendo, per esempio, la lista dei Nobel per la letteratura si resta più colpiti dai nomi mancanti, che dai vincitori: Tolstoj, Proust, Musil, Borges non hanno ricevuto il massimo premio dell'Accademia di Svezia. Lo stesso è avvenuto e avviene in campo scientifico.

PADRE PINO PUGLISI: UN SORRISO LIBERANTE, UN ESEMPIO ANCORA VIVO, UN SANTO DEL NOSTRO TEMPO


GIUSEPPE LUMIA

Padre Puglisi non era il classico prete che in quegli anni puntava il dito contro le mafie con libri, interviste e convegni. Aveva scelto invece un approccio che investiva tutto sulla formazione delle coscienze e su una spiritualità in grado di diffondere un amore di liberazione. Il suo corpo, la sua fede e la sua intelligenza comunicavano e aggregavano.

L’ho conosciuto quando noi giovani dirigenti della Fuci della Diocesi di Palermo dovemmo individuare il nostro nuovo assistente spirituale. Tenevamo moltissimo alla nostra laicità, autonomia e responsabilità. Avevamo bisogno pertanto non di un prete protagonista, ma di un sacerdote autentico, in grado di aiutarci in un profondo cammino di fede. Bastò poco per convincerci che Padre Puglisi era la persona adatta. Lui si dichiarò subito disponibile e la scelta non poté essere migliore.

A causa del Bloqueo, Cuba perde 421 milioni di dollari al mese, oltre 13,8 milioni di dollari al giorno e più di 575 mila dollari ogni ora


Il ministro degli Esteri di Cuba, Bruno Rodríguez Parrilla, ha denunciato gli effetti che il blocco economico, commerciale e finanziario applicato dagli Stati Uniti da più di 60 anni ha causato nell’ultimo anno all’isola caraibica.

Il blocco, istituito per la prima volta nel 1962, ha causato a Cuba danni economici nel periodo che va dal 1° marzo 2023 al 29 febbraio 2024 valutabili nell’ordine di 5,056 miliardi di dollari.

L’ANNIVERSARIO. Don Puglisi 31 anni dopo i suoi appelli dimenticati


Il parroco di Brancaccio scrisse cento lettere ai rappresentanti delle istituzioni. Nel quartiere manca ancora una piazza nonostante le promesse

di Salvo Palazzolo

In molti l’hanno ormai dimenticato. Cento lettere scrisse don Pino Puglisi, il parroco di Brancaccio, prima di essere ucciso dalla mafia, il 15 settembre 1993. Nel corso di due anni, scrisse al sindaco, al presidente della Regione, al prefetto, al responsabile dell’Asp. Con i volontari del centro intercondominiale di via Hazon chiedeva una scuola media, un distretto socio sanitario, una biblioteca, una palestra, una chiesa, una piazza. Solo dopo la morte del sacerdote, venne realizzata la scuola media. Per tutto il resto, Brancaccio aspetta ancora. 

Così il buco nero del crack sta inghiottendo Palermo: “Ormai cominciano a farsi a 12 anni, le ragazzine si prostituiscono per una dose”. E la mafia festeggia

di Maria Vera Genchi

Nino Rocca, volontario impegnato nella lotta al crack

Fermeremo quest’industria della morte”. L’operatore sociale Nino Rocca non si stanca di ripeterlo. Il 5 dicembre 2020 Noemi Ocello è morta tra le sue braccia: aveva solo 32 anni e un figlio di 5, voleva trovare un lavoro e cambiare vita liberandosi dal crack. Ma l’aiuto del Servizio per le Dipendenze non è bastato. 

Giulio, invece, ha iniziato a farsi a 14 anni. È morto quando ne aveva 19, ucciso da un’overdose. Il papà di Giulio, Francesco Zavatteri, ancora oggi non riesce a darsi una spiegazione. Poi c’è Pina Lupo, che per togliere il figlio dalla strada si è ritrovata a doverlo denunciare, più volte. Noemi e Giulio sono solo alcune delle vittime dell’ultima strage di Palermo. Un’ecatombe silenziosa e micidiale: in Sicilia, infatti, si è tornati a morire di droga.

venerdì, settembre 13, 2024

La libertà impazzita del ragazzo di Paderno


di Giuseppe SAVAGNONE

“Una famiglia perfetta”

Ci sono fatti cronaca che colpiscono tanto in profondità l’opinione pubblica da restare in qualche modo impressi come un drammatico punto interrogativo nella coscienza collettiva. La strage familiare di Paderno è avvenuta nella notte fra il 31 agosto e il 1 settembre, ma la grande eco che stanno avendo i funerali delle vittime, celebrati più di dieci giorni dopo, solennemente, dall’arcivescovo di Milano Delpini, evidenza quanto ancora sia forte la commozione che quella vicenda ha suscitato. La domanda più terribile che fin dall’inizio tutti si sono fatti, e a cui non è stata data ancora risposta, è: perché? Una domanda resa ancora più drammatica dal’efferatezza dell’episodio: un ragazzo di diciassette anni, Riccardo, che massacra a coltellate (ben sessantotto!) il fratellino di dodici anni, la madre e il padre, è l’incarnazione di una violenza inaudita, tanto più impressionante perché scatenata fra le mura domestiche, a conclusione di una festicciola familiare per il 51° compleanno del genitore.

L’INIZIATIVA. L’impegno di tutti per la democrazia. La giornata conclusiva della Summer School sulla legalità


A confronto con Landini la Fnsi, Avviso Pubblico, Anm, Bindi, Pellegrini, Lepore, Franco La Torre. I vincitori del Premio Pio La Torre 2024

ROBERTA LISI

No, la legge già non è più uguale per tutti. E lo sarà sempre meno se dovessero andare in porto le cosiddette riforme che Meloni Salvini e Tajani, in uno scambio perverso e privato tra partiti, hanno presentato. Questo l’esito del confronto che si è tenuto a Bologna in occasione della giornata conclusiva della Summer School della legalità, e del conferimento del premio intitolato a Pio La Torre.

Quella di quest’anno è la sesta edizione della Summer organizzata dall’Università di Bologna e dalla Cgil; così come è la sesta edizione del premio intitolato al dirigente sindacale e politico ucciso dalla mafia il 30 aprile del 1982 la cui assegnazione – non a caso - è calendarizzata proprio il 13 settembre. Quella fu la data in cui, a poche settimane dall’assassinio del suo ideatore, venne promulgata la Legge Rognoni La Torre, vero e proprio spartiacque nella legislazione antimafia.

Lo spopolamento. L’ultima roccaforte della Sicilia che si svuota


Viaggio nell’Isola di chi lotta contro l’emigrazione. A Caltabellotta il marketing territoriale di giovani e stranieri

di Gaetano Savatteri

CALTABELLOTTA. Questa è la terra degli ultimi: la roccaforte dove si raccolgono gli assediati, i partigiani, i militanti dell’estrema resistenza. A mille metri di altitudine, su un pizzo di roccia che guarda a sud il mare africano della costa agrigentina e a nord i monti Sicani, nell’antica Triocala prima pagana e poi cristiana, ribattezzata dagli arabi la «rocca delle querce», si sono sempre radunati quelli che non volevano arrendersi: gli schiavi ribelli incalzati dai centurioni romani, gli arabi inseguiti dai normanni di Ruggero II, gli angioini braccati dagli aragonesi che insieme qui firmarono, il 31 agosto 1302, la pace che mise fine ai Vespri Siciliani. Restano strade, piazze, chiese, cattedrali e palazzi che furono in passato moschee o templi, perché qui a Caltabellotta anche gli ultimi ebrei di Sicilia costruirono nel 1492 l’ultima sinagoga prima di esser cacciati via a forza dagli spagnoli.

IL DOCUMENTARIO. Nuovo cinema Villafrati. Lo scavo nella memoria della famiglia Cuccia


di Irene Carmina

Si allaccia tra le ragnatele il filo della memoria. La storia si sedimenta. Si crepa il legno delle sedie accatastate, sul pavimento rosso si deposita la polvere mentre si alza acre l’odore della muffa. È la legge del tempo: da trent’anni le porte del cinema Cuccia, in piazza a Villafrati, sono chiuse. Dove dentro è stasi, fuori è vita. 

Per strada, suona solenne la tromba delle bande, vibra il tamburo, ondeggia austera la vara del Santissimo crocifisso in processione sulle spalle segnate dei fedeli, mentre il paese in festa sfila nei suoi abiti migliori. È così ogni terza domenica di settembre nel borgo di 3mila abitanti a meno di un’ora di macchina da Palermo. 
È allora insieme un cortocircuito temporale e un’operazione socio- culturale romantica quella che va in scena al cinema di piazza Umberto I da oggi pomeriggio a domenica. Dove fuori è vita, dentro sarà nostalgia. Il tempo, che pareva essersi inceppato dentro alla sala dal 1995, torna a fluire: il cinema Cuccia riapre per tre giorni in occasione della festa patronale di Villafrati. Viene restituito alla sua gente così com’è, senza pulizie straordinarie e veli di finzione.

Pensioni: Cgil e Spi, Governo insiste nel fare cassa a scapito dei pensionati. Migliaia di euro in meno per assegni ed ennesimo taglio da un miliardo


Roma, 13 settembre – “Il Governo torna nuovamente a colpire le pensioni, e per fare cassa. Dopo aver peggiorato la legge Monti/Fornero con le ultime due leggi di bilancio, eliminando qualsiasi flessibilità in uscita, le proposte che stanno circolando nelle ultime settimane destano grande preoccupazione. I nuovi tagli che si profilano per il 2025 produrranno una perdita economica per i pensionati e le pensionate di migliaia di euro, è inaccettabile”. Così la segretaria confederale della Cgil *Lara Ghiglione*.

“Questo Esecutivo, dopo aver pesantemente ridotto la rivalutazione per il 2023 e il 2024 - spiega *Lorenzo Mazzoli*, segretario nazionale dello Spi Cgil - sta ora pensando di colpire nuovamente i trattamenti pensionistici superiori a quattro volte il minimo, vale a dire pensioni appena superiori a 1.650 euro nette, altro che pensioni ricche. Perdite enormi che si accumulano nel tempo e non sono più recuperabili per i pensionati e le pensionate che hanno lavorato una vita e che continuano a sostenere questo Paese, pagando tasse e contributi fondamentali per garantire i servizi a tutela dei diritti delle persone”. 

Palermo, un uomo originario di Corleone, Vincenzo Scianni, 76 anni, muore dopo l’intervento in clinica per un calcolo renale: esposto della famiglia alla magistratura


Un uomo di Corleone, Vincenzo Scianni, di 76 anni, è morto dopo un intervento chirurgico alla clinica Orestano di Palermo. I familiari hanno presentato una denuncia alla polizia sostenendo che si tratti di un caso di presunta malasanità.

Il pm di turno, dopo l’ispezione del medico legale, ha disposto l’autopsia che sarà eseguita all’istituto di medicina legale del Policlinico. La salma è stata già portata presso la camera mortuaria del nosocomio. La famiglia ha già incaricato un medico legale per assistere all’autopsia.

Campobello di Licata, con Silvio Benedetto e Silvia Lotti, DANZA MODERNA ma anche pittura e poesia


Arte moderna? Arte contemporanea 
Certamente hanno voluto  staccarsi dai canoni precedenti la letteratura, la pittura, il teatro, l'architettura, la danza.

Proprio a quest' ultima, la Danza Moderna, viene dedicato il prossimo incontro interdisciplinari che Silvio Benedetto e Silvia Lotti presenteranno alla Saletta Minerva di via Marconi 1 a Campobello di Licata (AG) sabato 14 settembre alle ore 18. Sul tema della Danza Moderna anche dipinti e poesie.

giovedì, settembre 12, 2024

Alla NewCoop di Carini un pacchetto di scioperi contro il licenziamento di un lavoratore RSA Filt Cgil

Il delegato aziendale della Filt-Cgil Francesco Loria, licenziato dalla sua azienda, NewCoop


Palermo 12 settembre 2024 – Stato di agitazione alla Newcoop Don Milani, azienda di Carini che gestisce la logistica per Conad.

A proclamarlo, a far data da domani, con interruzione dello straordinario e del lavoro nei festivi, l’assemblea dei lavoratori, riunita per discutere di argomenti come la salute e la sicurezza, l’organizzazione del lavoro, il licenziamento scattato ad agosto nei confronti di un lavoratore, rappresentante della Filt Cgil Palermo, e le sanzioni nei confronti di altri 5 lavoratori. L’assemblea, molto partecipata, ha unitariamente varato un pacchetto di 24 ore di sciopero. Le prime 8 ore per turno si terranno lunedì mattina, con un presidio ai cancelli dalle 6 alle 13.

lunedì, settembre 09, 2024

Lampedusa, giovane donna partorisce sul barcone e poi viene assistita dall’ostetrica Chiara Mineo, dalla ginecologa Giuseppina Accordino e dalla pediatra Sabrina Spedale


Da dx: Giuseppina Accordino con la giovane mamma è La figlia nel poliambulatorio di Lampedusa, insieme a Chiara Mineo e Sabrina Spedale

Stanno bene mamma e figlia, dopo il parto a bordo di un barcone diretto a Lampedusa. La giovane donna, alla sua seconda gravidanza, ha dato alla luce la bambina in mare aperto. Subito dopo sono arrivati i soccorsi, quindi lo sbarco al molo Favaloro ed il trasferimento al Poliambulatorio dell’Asp di Palermo nella maggiore delle Pelagie dove è sempre attivo un servizio di assistenza ostetrico-ginecologica e pediatrica.

La bambina pesa oltre 3 Kg e gode di buona salute, così come gode di buona salute la mamma, entrambi assistiti dagli operatori del Dipartimento salute della famiglia dell’Azienda sanitaria: l’ostetrica Chiara Mineo e la ginecologa Giuseppina Accordino, oltre che dalla pediatra Sabrina Spedale.

L’ITALIA SVUOTATA


(LA REPUBBLICA - 
DAL NOSTRO INVIATO FILIPPO SANTELLI)

Ha chiuso un bar, e nella valle ne parlano tutti. Di bar ce ne sono altri, ma il Soana era “il” Bar: l’unico che faceva musica e tirava tardi, il ritrovo dei ragazzi di Ronco Canavese – 300 abitanti, “la capitale” – e dei paesini vicini, Ingria e Valprato, ancora più piccoli. Ora sulla porta c’è il cartello rosso “cedesi attività”, con un numero che da gennaio non chiama nessuno. Dentro è rimasto il bancone con la spillatrice delle birre. Nel giardino, sotto la pergola dove si beveva l’aperitivo, qualche panchetta e degli scatoloni. 

«È un peccato, per i giovani non c’è niente», dice poco più avanti Christelle, che insieme al marito gestisce la macelleria. Parla da madre: suo figlio fa l’ultimo anno di scientifico a Rivarolo, 30 chilometri di curve a valle. È il liceo più vicino, ogni giorno guida un’ora e mezza per prenderlo all’uscita visto che con il bus ci si arriva la mattina ma non c’è la coincidenza per tornare. «Mio figlio sta bene qui, ama la montagna, non è di quei ragazzi incollati al telefono... ma quando piove i ragazzi che fanno?». A mille metri, in una valle stretta e ripida dell’Alto Piemonte, all’ombra del Gran Paradiso, la brutta stagione non finisce mai. «L’anno prossimo andrà all’università a Torino e si trasferirà lì», dice Christelle, che aveva la stessa età quando con i suoi genitori è tornata a Ronco da Parigi, dove tanti sono emigrati negli anni. Il dialetto di qui, franco-provenzale, aiutava. 

domenica, settembre 08, 2024

IL FILM. Dietro le quinte di “Iddu” Germano e Servillo alle prese con Svetonio


La corrispondenza di Messina Denaro con l’ex sindaco Antonio Vaccarino

di Irene Carmina

Si firmava Svetonio nelle lettere inviate a Matteo Messina Denaro tra il 2004 e il 2006. Antonino Vaccarino, insegnante di educazione tecnica alle medie ed ex sindaco di Castelvetrano, era l’uomo del mistero. Uno che si era guadagnato il favore di Bernardo Provenzano. Uno che poteva vantare un’amicizia con il padre del superboss di Cosa nostra, don Ciccio, capo mandamento di Castelvetrano, e che intesseva trame nello studio medico di Alfonso Tumbarello, il dottore che curò l’ultimo dei padrini. 

La “mafia dei pascoli” c’era eccome: le 65 condanne decise in appello del maxiprocesso Nebrodi


di Nuccio Anselmo

All’indomani della sentenza. Per capire “cosa ci dice” il verdetto d’appello del maxiprocesso Nebrodi sulla cosiddetta mafia dei pascoli tortoriciana, che si è registrato nel tardo pomeriggio di giovedì all’aula bunker di Messina. Intanto c’è da considerare che questa decisione arriva a quattro anni di distanza dall’operazione, che si registrò nel gennaio del 2020. Considerando che stiamo parlando di una vicenda con cento imputati i tempi della giustizia in questo caso sono più che accettabili. Se pensiamo per esempio a come si perse per strada il maxiprocesso Mare Nostrum, a cavallo tra gli anni 90 e 2000, fortunatamente siamo a livelli ben diversi.

sabato, settembre 07, 2024

“IART NOma - Luoghi e storie NOmafia”. Pif ai Corleonesi: dovete avere la forza di cambiare la fama negativa della città in fama positiva. C’è la potete fare!

L’intervento di Pif alla Casa del Popolo

DINO PATERNOSTRO

Oggi pomeriggio è stata inaugurata l’installazione “iART NOma - Luoghi e storie NOmafia”, un’opera immersiva e permanente che, attraverso le voci di personaggi come Pif, Ficarra e Picone, Teresa Mannino e Pippo Baudo, riporta alla memoria le tragiche storie di chi ha sacrificato la propria vita per denunciare e opporsi alla mafia, alla criminalità organizzata. Insieme al Cidma e al Laboratorio della legalità, potrà migliorare il racconto e arricchire l’offerta turistico-culturale della città di Corleone. 

Nella sala al piano terra della Casa del popolo di Corleone c’era Pierfrancesco Diliberto (Pif), c’erano Tiziano Di Cara, Maurizio Murciato, Giuseppe Emanuele Cardinale, Lucenzo Tambuzzo. C’erano il sindaco di Corleone Walter Rà, il sindaco di Bisacquino Tommaso Di Giorgio, il sindaco di Prizzi Antonella Comparetto e il sindaco di Palazzo Adriano Nicola Granà. 

Giochi Paralimpici di Parigi. Xenia Francesca Palazzo, Simone Barlaam, Stefano Raimondi e Giulia Terzi medaglia d’oro: hanno vinto la staffetta 4x100 mista del nuoto


Un’altra grande giornata per l’Italia ai Giochi Paralimpici di Parigi. Gli azzurri medaglia d’oro: hanno vinto la staffetta 4x100 mista del nuoto, a tempo di record del mondo.
Stefano Raimondi, Giulia Terzi, Xenia Francesca Palazzo e Simone Barlaam hanno vinto in 4’o1’’54, battendo Australia e Stati Uniti. Con l’ultima medaglia del programma del nuoto l’Italia raggiunge quota 69 podi, lo stesso numero delle Paralimpiadi di Tokyo ma con 9 ori in più.
COMPLIMENTI!

venerdì, settembre 06, 2024

Paralimpiadi Parigi 2024. Nuoto: Xenia Francesca Palazzo conquista il bronzo nei 400 sl S8


La 26enne italiana (il padre è corleonese d’origine) ha chiuso in 5.00.13. L'oro è andato a Jessica Long, argento per Alice Tai. 

"Non ho parole, non riesco a parlare. Riesco a dire grazie a chi mi è stato sempre vicino, al mio papà, a mia sorella, al mio staff, a chi mi vuole bene. Senza di loro non sarei mai riuscita, è un altro sogno realizzato. Vorrei abbracciare tutti loro in questo momento". Lo ha dichiarato in lacrime l'azzurra Xenia Francesca Palazzo ai microfoni Rai dopo il bronzo nei 400 sl S8 alle Paralimpiadi.

RaiNews24, 4/9/24

———-

Complimenti alla cara Xenia da parte mia, della redazione di Città Nuove e di tutti i cittadini corleonesi. (dp)

iART NOma, l’App commemorativa per le vittime di mafia diventa un’installazione interattiva nella Casa del Popolo di Corleone. Domani sarà presentata da PIF


Domani 7 settembre alle ore 18 nella Casa del Popolo Corleone verrà inaugurata l’installazione “iART NOma - Luoghi e storie NOmafia”, un’opera immersiva e permanente che, attraverso le voci di personaggi come Pif, Ficarra e Picone, Teresa Mannino e Pippo Baudo, riporta alla memoria le tragiche storie di chi ha sacrificato la propria vita per denunciare e opporsi alla criminalità organizzata.

Voluta dall’associazione culturale “Sulle Nostre Gambe” e dall’associazione “iWorld ETS” all’interno del progetto “iArt FIVAS”, quest’installazione commemorativa è stata resa possibile grazie a Plesh, la prima realtà italiana specializzata nello sviluppo di app e software nel settore degli eventi interattivi.

Dare valore alla responsabilità di memoria è l’obiettivo dell’installazione interattiva e immersiva realizzata da Plesh - (https://plesh.co/), realtà specializzata nel settore della Live Communication & Entertainment e nello sviluppo di app e software per eventi interattivi e partecipativi - nel centro del comune di Corleone, luogo simbolico per la lotta alla mafia.

ANTONIO ALBANESE PREMIATO A VENEZIA: «I MAFIOSI? BESTIE IGNORANTI COME TOPI»

Da sinistra: il direttore di Famiglia Cristiana don Stefano Stimamiglio, Antonio Albanese e il presidente della Fondazione Ente dello Spettacolo don Davide Milani.

EUGENIO ARCIDIACONO

Durante la Mostra del cinema, Antonio Albanese ha ricevuto il Premio Famiglia Cristiana. L’attore e regista ha affrontato temi seri, come la mafia nella serie I topi, raccontata con ironia per smitizzare il potere dei criminali. Ha poi parlato del suo film Cento domeniche, ispirato a storie vere di persone truffate dalle banche, e del suo rapporto con il teatro, la politica e i social, sottolineando l'importanza del silenzio e dell'intimità

Ha travolto tutti con la sua simpatia, Antonio Albanese, che ieri ha ricevuto all’interno della Mostra del cinema di Venezia il Premio Famiglia Cristiana. Anche quando ha parlato di argomenti serissimi come la lotta alla mafia: «Proprio perché i miei colleghi hanno affrontato questo tema con realismo in modo sublime, io, nella serie “I topi”, ho cercato di raccontarlo con ironia, mostrando alle giovani generazioni che i mafiosi sono delle bestie ignoranti, che gestiscono un potere immenso, ma poi trascorrono le loro vite sottoterra, come dei topi, appunto». 

giovedì, settembre 05, 2024

LE VIE DEI TESORI RITORNA A CORLEONE

Un momento della conferenza stampa

Dieci luoghi, due ghost town, viaggio nella fauna e nella flora del territorio. 
Si racconta la rivincita di Corleone nel segno dell’antimafia, dai faldoni del Maxiprocesso con le dichiarazioni del pentito Buscetta, al progetto di Pif che ha chiamato i colleghi per ricordare le vittime di Cosa Nostra. Si visitano l’ex monastero, un palazzo nobiliare intatto, le chiese della cittadina. Coupon validi anche a Termini Imerese, Bagheria, Carini e Palermo

CORLEONE. Dai faldoni del Maxiprocesso con le dichiarazioni di Tommaso Buscetta, al progetto multimediale di Pif che ha chiamato a raccolta i colleghi artisti (da Ficarra e Picone a Teresa Mannino a Pippo Baudo, per citarne solo alcuni) per ricordare le vittime di Cosa Nostra. Corleone si racconta nel segno dell’antimafia, guarda alla storia recente ma la ribalta e riscrive il suo territorio, a partire dai fossili del Museo Pippo Rizzo. Questa seconda edizione delle Vie dei Tesori raccoglie il filo conduttore e lo cuce all’attenzione per piante e animali: visite con esperti e ornitologi nel bosco di Ficuzza, e al centro di recupero della Lipu dove ogni anno i veterinari curano “pazienti” da tutta la Sicilia.   

mercoledì, settembre 04, 2024

Il prof. Nando Dalla Chiesa e 40 studenti della Statale di Milano in visita a Corleone

La foto di gruppo davanti la caserma dei carabinieri 

DINO PATERNOSTRO

Non dobbiamo, non possiamo essere pessimisti. Dopo aver visto i volti “puliti” dei 40 studenti della facoltà di Scienze politiche dell’università Statale di Milano, che il prof. Nando Dalla Chiesa stamattina ha portato a Corleone, non dobbiamo e non possiamo essere pessimisti. Certo, la mafia e i mafiosi ci sono ancora, e trescano con certa politica e con certe istituzioni. Non sono solo a Roma, a Berlino e a New York, ma anche a Corleone, a Palermo, in Sicilia. E lanciano segnali come quello dello scorso Ferragosto…

Nonostante tutto, però, abbiamo docenti come Dalla Chiesa e studenti come i 40 che ha portato ieri a Palermo e stamattina a Corleone, impegnati a studiare, a capire gli intrecci mafia-economia-politica per combatterli meglio, per aiutare noi a combatterli meglio. È il modo migliore di rispondere a certe provocazioni. O

PALERMO, 42° ANNIVERSARIO DELL’ECCIDIO DEL GENERALE CARLO ALBERTO DALLA CHIESA, PREFETTO DI PALERMO, DELLA MOGLIE EMANUELA SETTI CARRARO E DELL’AGENTE SCELTO DELLA POLIZIA DI STATO DOMENICO RUSSO


Ieri Palermo è stata teatro di solenni commemo-razioni in memoria del Generale Carlo Alberto dalla Chiesa, un uomo che ha rappresentato un baluardo nella lotta contro la mafia e che, 42 anni fa, pagò con la vita il suo impegno nel contrastare lo strapotere di “cosa nostra”. Le celebrazioni si sono svolte in un contesto carico di significato, con la partecipazione di alte cariche dell'Arma dei Carabinieri, rappresentanti delle istituzioni civili, militari e religiose, nonché della cittadinanza palermitana.

Le commemorazioni hanno avuto inizio nella Caserma sede del Comando Legione Carabinieri Sicilia, intitolata proprio al Generale dalla Chiesa che è stato comandante della Legione dal 1966 al 1973. Il Generale di Corpo d’Armata Giovanni Truglio, Comandante Interregionale Carabinieri Culqualbercon il Generale di Divisione Giuseppe Spina, Comandante della Legione Carabinieri Sicilia, hanno deposto una corona al busto dedicato all’Eroe, collocato nell’androne d’ingresso del Comando Legione.

martedì, settembre 03, 2024

Don Ciotti alla Festa dell'Unità: "Mafie? Ne parliamo da 170 anni, la malerba va tagliata alla radice". E mette in guardia sulle nuove criminalità

Din Luigi Ciotti

“Perché da 170 anni parliamo di mafia? Non dobbiamo dimenticare ciò che di positivo è stato fatto, né i sacrifici che sono stati fatti. Però da 
170 parliamo di mafia, anche stasera. Allora c’è qualcosa che non funziona. Continuiamo a tagliare la malerba in superficie, quando in realtà dovremmo estirpare il male alla radice”. 

Così Don Ciotti intervenendo alla Festa dell’Unità a Reggio Emilia. “Falcone diceva che la lotta alla mafia è una lotta di legalità e civiltà. Civiltà cioè politiche sociali, culturali. Non basta tagliare la malerba in superficie, perché la malerba in superficie viene tagliata. Bisogna estirpare il male alla radice“, ha proseguito.

Nando dalla Chiesa: “Torno a Palermo con i miei studenti. L’antimafia ha bisogno di nuovi racconti”. Oggi le commemorazioni per la strage del 3 settembre 1982


di Salvo Palazzolo

Il figlio del generale prefetto: “Palermo è stata capitale di mafia e antimafia, vorrei che si capisse la complessità della storia di questa città. Nella storia c’è un flusso e bisogna saperlo orientare nel modo migliore”

«È importante andare nei luoghi dove è stata fatta la storia», dice il professore Nando dalla Chiesa, appena arrivato a Palermo con i suoi studenti, nell’anniversario dell’agguato in cui vennero uccisi il padre, il prefetto Carlo Alberto dalla Chiesa, la moglie Emanuela Setti Carraro e l’agente Domenico Russo. «Vorrei che i miei studenti incontrassero mio padre nei luoghi simbolo che visiteremo — spiega — da via Carini, teatro della strage del 3 settembre 1982, alla prefettura, alla Legione carabinieri, al palazzo di giustizia, alla caserma di Corleone». Un professore e quaranta universitari della facoltà di Scienze politiche della Statale di Milano per un viaggio molto particolare, destinato a diventare un messaggio forte per una Palermo tornata ad essere distratta, per certi versi immobile.

La città in cui torna con i suoi studenti ha un’antimafia dilaniata dalle polemiche. Dentro famiglie e associazioni. Da cosa si riparte?

CARLO ALBERTO DALLA CHIESA E “L’OPPOSIZIONE MAFIOSA”

Carlo Alberto Dalla Chiesa

Elio Sanfilippo

All’indomani dell’assassinio del prefetto generale Carlo Alberto Dalla Chiesa si scatenò una campagna contro la Sicilia. Non mancarono le crudeli vignette di Forattini, mentre Indro Montanelli individuò nello statuto regionale il problema principale da affrontare chiedendone l’abolizione.

Non mancarono le polemiche sul piano politico, anche molto aspre, nei confronti dei dirigenti della Democrazia Cristiana, ricordando la fredda accoglienza al generale di molti di loro. Tornarono alla mente le polemiche con il presidente della Regione Mario D’Acquisto sui poteri speciali che il prefetto chiedeva ritenuti dal presidente un attacco alle prerogative statuarie della Sicilia e quelle con il sindaco di Palermo Nello Martellucci che in occasione della

Carlo Alberto Dalla Chiesa: "Come voglio combattere contro la mafia"

Carlo Alberto Dalla Chiesa

di GIORGIO BOCCA

L'ultima intervista di Dalla Chiesa rilasciata a Giorgio Bocca per "Repubblica" il 10 agosto 1982

PALERMO - La Mafia non fa vacanza, macina ogni giorno i suoi delitti; tre morti ammazzati giovedì 5 fra Bagheria, Casteldaccia e Altavilla Milicia, altri tre venerdì, un morto e un sequestrato sabato, ancora un omicidio domenica notte, sempre lì, alle porte di Palermo, mondo arcaico e feroce che ignora la Sicilia degli svaghi, del turismo internazionale, del "wind surf" nel mare azzurro di Mondello. Ma è soprattutto il modo che offende, il "segno" che esso dà al generale Carlo Alberto Dalla Chiesa e allo Stato: i killer girano su potenti motociclette, sparano nel centro degli abitati, uccidono come gli pare, a distanza di dieci minuti da un delitto all'altro. Dalla Chiesa è nero: "Da oggi la zona sarà presidiata, manu militari. Non spero certo di catturare gli assassini ad un posto di blocco, ma la presenza dello Stato deve essere visibile, l'arroganza mafiosa deve cessare".

Che arroganza generale?

lunedì, settembre 02, 2024

Ciaculli, terra di pietre e mandarini. Fra acqua, mafia e storie di riscatto

Claudio Paterna

Dalla zona di San Ciro Maredolce ci spostiamo verso la frazione di Ciaculli, nota soprattutto per le coltivazioni di mandarino «tardivo». Il nome Ciaculli deriva tuttavia dal gran numero di ciotoli e pietre (ciacuddi) che si trovavano lungo l’allora stradone che congiungeva la borgata con Gibilrossa (oggi strada asfaltata, ma chiusa da anni e anni per una frana).

Roberto Tagliavia, erede del conte Tagliavia 

Non sempre le storie che hanno attraversato questa borgata sono state idilliache e romantiche, come in effetti il paesaggio potrebbe indurre a pensare. Storie di poveri braccianti agricoli che hanno strappato la terra arida alle pendici della montagna,

domenica, settembre 01, 2024

Grandi medici senza gloria: Tiberio, precursore della penicillina


Molto tempo prima della scoperta del Nobel Fleming, il ricercatore nativo di Campobasso aveva avuto le giuste intuizioni nel campo dell'antibiosi. Fu molto attivo durante il sisma di Messina

Adelfio Elio Cardinale

Nel 1945 il batteriologo Alexander Fleming, Alec per gli amici, - piccolo, viso arcigno, capelli bianchi, occhi color di piombo fuso, unassuming cioè di aspetto modesto come lo descrisse Indro Montanelli – vinse il Premio Nobel per la Medicina per la scoperta della penicillina. Pur senza infirmare il grande valore dell'opera di Fleming, è stato dimostrato con evidenza inoppugnabile, come un medico sperimentatore italiano sia stato un precursore nel campo degli studi sulla penicillina e le altre sostanze ad azione antibiotica: Vincenzo Tiberio.

Lotte di potere, affari e grandi feste: l’epopea dei Florio tra sogni e successi


Il regista Paolo Genovese: finalmente una storia positiva sul Sud

Simonetta Trovato

PALERMO - Anticipa di una settimana dalla data che era circolata, lo sbarco de I Leoni di Sicilia su Rai1: da martedì 10 settembre in prima serata, alle 21.25 e per quattro settimane, la rete ammiraglia presenta la serie diretta da Paolo Genovese e dedicata al primo periodo dei Florio, all’arrivo in Sicilia da Bagnara Calabra dei due fratelli Paolo e Ignazio senior, e dell’ascesa imprenditoriale. «Finalmente una storia positiva e di riscatto sociale in una terra del Sud, dove una famiglia in mezzo secolo con lavoro, idee e con una visione prospettica, ha portato innovazione ma soprattutto ricchezza e lavoro – spiega Paolo Genovese -. Per me che sono di origini siciliane è stato

La finta religiosità degli uomini d’onore e gli uomini d’amore

Lia Sava, procuratore generale di Palermo

Nicola Filippone

Se non siamo alla ricerca dell’essenziale, allora cosa cerchiamo?» è stato il tema su cui si sono confrontati quest’anno gli ospiti del meeting di Rimini, la kermesse che dal 1980 Comunione e liberazione organizza alla fine del mese di agosto. L’assise ha avuto inizio con un messaggio inviato dal presidente Sergio Mattarella, che ha sottolineato l’importanza di «rimettere al centro la persona, il desiderio di vita e di pienezza, nella relazione con la comunità».

Il pomeriggio di domenica 25 agosto, è intervenuta Lia Sava, procuratore generale di Palermo, che ha sviluppato una relazione molto interessante e attuale dal titolo: «Dagli uomini d’onore agli uomini d’amore».