Corleone, 12 giugno 1976. Da sx: Dino Paternostro, Giusi Gennaro, Leonardo Sciascia, Enzo Cuppuleri e Marcello Carapezza |
Il 12 giugno 1976 il grande scrittore visitò il paese di Placido Rizzotto per un comizio elettorale a sostegno del Pci e di Guttuso. Percorrendo il corso principale del paese auspicò che i giovani cambiassero la Sicilia, ma il suo lucido pessimismo non gli consentiva molte illusioni
DINO PATERNOSTRO
Raccontare di Leonardo Sciascia e della sua inaspettata semplicità, ancora oggi mi provoca emozione. Ho avuto la fortuna di incontrarlo e di parlare con lui a Corleone il 12 giugno 1976. Era un sabato e mancava poco più di una settimana alle elezioni politiche del 20 giugno, quando per poco il Pci non riuscì ad effettuare il sorpasso sulla Dc. Sciascia venne nel paese allora considerato di Liggio per fare un comizio a sostegno del Pci e del suo amico Renato Guttuso, candidato nel collegio senatoriale di Corleone, che era con lui. Ma lo scrittore conosceva la storia e sapeva che Corleone era anche la patria di Bernardino Verro, di Placido Rizzotto e del movimento contadino, che si erano battuti con grande coraggio contro gli agrari e la mafia.