Dopo la strage delle bambine di Southport e i cortei degli estremisti
dal nostro corrispondente
Antonello Guerrera
LONDRA — A Bristol, roccaforte di sinistra insieme a Londra, in principio furono le nonne, giunte in strada prima di tutti mercoledì sera, con le loro sedie pieghevoli. Fuori i cartelli “Grannies against Fascism”, a Liverpool invece “Nans against Nazis” e “le pensionate del Merseyside combattono”. Mentre a Blackpool, secondo la Bbc, un’altra anonima nonnina avrebbe agitato il suo bastone contro giovani incapucciati, subito fuggiti. E via ai cori “fuori il razzismo dalle nostre strade!”, “refugees welcome!” e “i fascisti non sono benvenuti!”.
Sono solo due istantanee di un sospiro di sollievo che il Regno Unito ha agognato per giorni, dopo la strage delle bambine di Southport per mano di un 17enne di Cardiff figlio di genitori ruandesi e l’esplosione di razzismo, devastazione e caccia al migrante in tutto il Paese al grido di “riprendiamoci la Gran Bretagna” e “fermate i barconi”. Invece, mercoledì sera a Londra, Liverpool, Birmingham, Bristol, Blackpool, Newcastle, Oldham, Brighton, Oxford e altre città è andata in scena una sensazionale dimostrazione di forza dell’antirazzismo e dell’antifascismo britannici.
Se in Francia resiste il “patto repubblicano”, qui si è mobilitata la società civile britannica, immune dai fascismi del secolo scorso: migliaia di antirazzisti, in tutto il Regno e di ogni età, genere e colore, sono scesi in strada in contro-manifestazioni atte a bloccare oltre cento adunate di estrema destra, xenofobi, hooligan e teppisti. Che promettevano un nuovo inferno di rivolte e “riots” dopo il weekend scorso, inclusi gli assalti ad avvocati e agenzie di sostegno per i migranti. Tutta la polizia del Paese era in massima allerta, residenti barricati in casa, i negozi chiusi dal primo pomeriggio e pannelli protettivi sulle vetrine di vetro.
Invece, la marea anti-razzista e di sinistra ha spazzato via ogni tentazione degli estremisti di destra. Che si sono dileguati o nemmeno fatti vedere. Un successo celebrato persino da tabloid di destra e spesso anti-immigrazione come ilDaily Mail e l’ Express . Ciò nonostante l’algoritmo di X e i tweet piromani del suo padre padrone Elon Musk, che ieri ha combinato l’ultima malefatta delle sue. Condividendo, con i suoi quasi 200 milioni di follower, una vergognosa fake news postata da una leader del movimento di estrema destra Britain First: un articolo photoshoppato e attribuito all’ignaro Telegraph ,in cui si millantava che Sir Keir Starmer stesse mandando i cinquecento teppisti arrestati in “un campo di detenzione” alle isole Falklands.
Ovviamente il primo ministro britannico non ha mai avuto in mente una idea del genere. Ma il potentissimo Musk, nella sua esasperata crociata populista, trumpiana, anti-woke, anti-migranti, oramai sembra voler punire Starmer e spaccare la società britannica con i suoi post esplosivi, come quello recente sulla “guerra civile imminente” nel Regno Unito.
Invece, questo Paese e la sua democrazia hanno mostrato, ancorauna volta, di possedere anticorpi poderosi. Starmer, da uomo di legge ed ex procuratore generale della Corona, ha già perseguito i responsabili dei “riots” del 2011 e sembra aver ripreso in mano la situazione. Mercoledì sera, oltre alla mobilitazione anti- razzista, sono stati decisivi anche i processi e le condanne per direttissima a diversi violenti, invocati con forza dal primo ministro, poiché deterrente decisivo. Un altro espediente sarà quello di vietare agli hooligan autori di violenze l’ingresso allo stadio per molti anni. Per la prima volta si vede dunque la luce in fondo al tunnel e alle tenebre di questi riots razzisti. Certo, la strada è lunga, le divisioni sono tante, gli estremismi virali. Durante le cruciali manifestazioni di mercoledì un consigliere comunale del Labour ha urlato «tagliamo le gole a questi fascisti, free Palestine!», ed è stato arrestato. A Finchley Road, quartiere londinese con una forte presenza ebraica, sono spuntati volantini di attivisti di sinistra “contro razzisti, xenofobi e sionisti”. Starmer ha una montagna da scalare per riportare questo Paese alla calma. Ma, forse, almeno la prima tempesta è passata.
La Repubblica, 9 agosto 2024
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