venerdì, luglio 12, 2024

Il maestro Gaetano Porcasi dedica i 30 anni di attività al prof. Giuseppe Carlo Marino

Il prof. G. C. Marino in una tela di Gaetano Porcasi

Antonio Casaccio

La pittura d’impegno civile del maestro Gaetano Porcasi compie i suoi primi trent’anni. Parliamo di un’arte di denuncia che è stata attiva anche negli anni più bui per la Sicilia, in cui Cosa Nostra dominava in tanti comuni.

Nel suo borgo di Partinico, Gaetano Porcasi ha iniziato a denunciare attraverso oli e tele il male che appariva dinanzi a lui. Un lavoro osteggiato all’inizio, visto che chi si esponeva contro il potere mafioso rischiava grosso. Invece il maesto Porcasi esponeva sé stesso e le sue opere, mentre tutti erano increduli nel vedere un giovane laureato d’accademia che aveva scelto una strada insolita.

Oggi quella pittura compie trent’anni e presto sarà celebrata al Senato della Repubblica: a breve si conosceranno tutti i dettagli.

Abbiamo sentito il maestro Porcasi per chiedergli del grande traguardo raggiunto, nel corso della nostra chiacchierata l’artista non ha avuto dubbi sulla personalità alla quale dedicare la sua attività: il professor Giuseppe Carlo Marino. Recentemente scomparso, il prof. Marino è stato uno dei più grandi accademici italiani in merito alla storia della mafia; le sue pubblicazioni sono tutt’ora studiate presso gli atenei pubblici italiani.

Il prof. Marino aveva un rapporto speciale con il maestro Porcasi, che lui osservava già da ragazzo ammirando il coraggio del giovane artista.

“La Sicilia ha una sua storia spesso dimenticata e non scritta – afferma Porcasi – la storia di una lunga lotta di liberazione che ancora continua e di cui non si intravede la fine, la storia della guerra contro il parassitismo e l’ostentazione di ricchezze rubate alla povera gente e ai lavoratori, contro le collusioni del potere con i signori della violenza, in una parola, contro la mafia. Nella mia pittura ho cercato di tracciare alcuni momenti di questa tragica storia, raffigurando storie, visi, attività, sentimenti, valori, cui fa da coreografia la nostra luce mediterranea, la vivacità dei colori che ci circondano e la costante prepotente rinascita della nostra vegetazione, attraverso il lavoro della nostra gente“.

Il maestro poi si concentra sul ricordo del prof. Marino. “È stato uno dei più grandi e grazie a lui ho imparato tantissimo. Avevamo un rapporto speciale e lui conservava una mia opera nel suo studio. Lo avevo disegnato con una pipa mentre osserva una Sicilia su cui si muovono le pedine di un grande scacchiere. Lui studiava la realtà dello Stato dell’antistato, come un maestro di scacchi osserva i suoi giovani giocatori. È questa la forza della cultura: il prof. Marino era libero e la sua figura è stata essenziale nella mia pittura“.

12/07/2024

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