martedì, luglio 02, 2024

IL LIBRO “IL GRANO NERO”. Lotta nelle campagne, un romanzo siciliano. SARÀ PRESENTATO IL 3 LUGLIO A CORLEONE!


di Marta Occhipinti

L’artificio del manoscritto ritrovato si trasforma in quello di una lettera, che ripiomba dal passato con tutto il suo peso esistenziale per farsi voce di una storia da non dimenticare. Siamo in Sicilia, nel 1893, tra le aspre campagne arse dal sole e da una povertà contadina violenta e sporcata dall’egoismo della nobiltà sopra di essa. 

Azione Un po’ verista, un po’ con lo stile di un romanzo storico, basato su atti documentali dell’epoca, cronache e ricerche d’archivio, Ignazio Rosato, già autore televisivo, cinematografico e teatrale, esordisce nella narrativa con un romanzo tutto siciliano. 


“ Il grano nero”, edito dalla casa editrice viterbese Scatole parlanti, è impregnato di meridione, di odore delle campagne dove ronzano moscerini, isolate e assolate in mezzo a polveri di lotte fra contadini per il proprio affrancamento, per una libertà che è innanzitutto un diritto. 
Protagonista della storia, che mantiene una sua coralità con personaggi molto identitari, è ’ Nofrio Patania, un “ viddano”, uno che lavora la terra, così come lo era suo padre. E prima ancora suo nonno. Così, se i nobili ereditano proprietà, titoli e agi, i contadini si tramandano la povertà. ’Nofrio è innamorato di Caterina, sua moglie, un amore che supera tristezze e miseria, perché vero, sincero. Hanno una figlia, Nicolina, viso tondeggiante e occhi del colore dello zucchero bruciato, e un’altra in arrivo. Nella vita dei Patania irrompe il socialismo: i primi scioperi dei contadini interrompono la ciclicità immanente della campagna e instaurano meccanismi di consapevolezza, lotta tra classi e repressioni. L’autore ripercorre attraverso la storia di una famiglia siciliana la grande Storia della repressione dei Fasci siciliani e li racconta attraverso lo sguardo di una piccola comunità contadina, in una Sicilia di fine Ottocento che sogna libertà e uguaglianza. Quasi come un risveglio dal torpore del passato, dove ingiustizia e ignoranza imperavano sopra ogni diritto personale e della collettività. 
Lungo le trazzere siciliane Rosato traccia la sua vicenda romanzesca, la farcisce di passione con una scrittura spezzata, descrittiva nei minimi particolari, dialogica, a tratti scomposta e a incastri. Come un puzzle d’epoca che tiene con sé i colori di oggi: perché le lotte d’amore e libertà di ’Nofrio ci appartengono ancora. 

La Repubblica Palermo, 16/6/2024

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