Giuseppe Carlo Marino
di Augusto Cavadi
Chi era il professore palermitano di Storia contemporanea morto a 84 anni. Iscritto sin da giovane al Partito comunista, si formò a Firenze frequentando personaggi come Spadolini, La Pira, Luzi
Poiché la mafia - una concreta organizzazione criminale - è anche portatrice di una visione del mondo e della storia, va contrastata sia sul piano della repressione giudiziaria che della de-costruzione culturale. Tra gli intellettuali che si sono impegnati di conseguenza rientra certamente il palermitano Giuseppe Carlo Marino, che si è spento il 10 luglio a 84 anni, dopo una lunga, logorante malattia.
Secondo la classificazione convenzionale è stato un “laico” (iscritto al Partito comunista italiano sin dagli anni Settanta),
ma nell’ambiente fiorentino dove si è trasferito da studente ha frequentato personaggi di varia estrazione: da Giovanni Spadolini a Giorgio La Pira, Mario Luzi e Nicola Pistelli. E’ anche il desiderio di lavorare per la sua terra che lo induce a tornare in Sicilia: come docente liceale a Partinico, prima, come professore di Storia contemporanea all’Università dopo. Inoltre ha collaborato per alcuni programmi con la Rai.Esordisce con un testo giovanile del 1964 che avrà la fortuna di un long seller: "L'opposizione mafiosa (1870-1882): baroni e mafia contro lo stato liberale”. Non meno letti (anche fuori dagli ambienti specialistici accademici) “L'ideologia sicilianista: Dall'età dei lumi al Risorgimento” del 1972 e “La formazione dello spirito borghese in Italia” del 1974. Tra i testi che documentano la sua vicinanza militante ai movimenti “Antimafia come rivoluzione culturale” del 1993.
Dal 1998 in poi viene riedita la sua opera matura di sintesi sistematica: la "Storia della mafia” che parte della spedizione dei Mille sino alla reazione dello Stato alla mafia corleonese (da lui denominata “nazimafia”). Ovviamente i suoi interessi non si limitano al Meridione (come attesta il suo “Globalmafia. Manifesto per un'internazionale antimafia” edito da Bompiani nel 2011) né alla tematica delle mafie (sua, ad esempio, una “Biografia del Sessantotto. Utopie, conquiste, sbandamenti”, edita sempre da Bompiani nel 2004).
Quanti l’abbiamo contattato per chiedergli di trattare un argomento di sua competenza, o di presentare il libro di qualche collega, abbiamo sempre trovato una signorile ma affabile disponibilità. Al di là di qualche tocco di estrosità pittoresca, incontravamo uno studioso serio intellettualmente e moralmente. Insomma, una persona per bene.
La Repubblica Palermo, 13/7/24
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