giovedì, giugno 13, 2024

QUEL PASTICCIACCIO BRUTTO DEL FRANCOBOLLO DEDICATO A UNO SQUADRISTA


Nello stesso momento in cui si dedica un francobollo a Giacomo Matteotti, ne viene emesso uno in ricordo di Italo Foschi, fascista della peggior specie, che tra l'altro sostenne la legittimità dell'omicidio del deputato socialista. A denunciare lo scandalo il politico Carlo Giovanardi, che fa parte della Consulta filatelica: «Nessuno aveva chiesto il nostro parere»

Fulvia Degl'Innocenti


Carlo Giovanardi

Nello stesso momento in cui Poste italiane dedica un francobollo a Giacomo Matteotti in occasione dei cent'anni dall’ assassinio del deputato socialista simbolo dell’antifascismo, domani ci sarà  la presentazione ufficiale di un francobollo su Italo Foschi a 140 anni dalla sua nascita, che invece del fascismo è stato uno dei più violenti esponenti. 

A denunciare lo scandalo è stato l’ex ministro e parlamentare e ora segretario dei Popolari Liberali, Carlo Giovanardi, che abbiamo raggiunto al telefono per capire come sia stato possibile questo che, nella migliore delle ipotesi, è stata un’operazione maldestra. «Faccio parte della Consulta filatelica», spiega Giovanardi, «l’organo ufficiale che sovraintende all’emissione dei francobolli. E sono venuto a sapere di questa emissione solo perché ho ricevuto un invito per la cerimonia ufficiale. Dato che la Consulta ne era all’oscuro la prima cosa che ho fatto è stata cercare di capire chi fosse questo personaggio. Prima ho consultato la Treccani e poi ho interpellato l’Istituto storico della Resistenza di Belluno. Ne è emerso un ritratto terribile, quello non solo di un violento squadrista, ma di un persecutore degli ebrei e un fiancheggiatore dei nazisti». 
Sembra davvero troppo anche per un Governo che ha tra le sue fila esponenti di destra. 
«Nell’ ipotesi più benevola», ipotizza Giovanardi, «si è trattato di superficialità. Italo Foschi è stato l’artefice della nascita della squadra di calcio della Roma, nata dalla fusione di altre due squadre e come tale è ricordato nel sito della A.S. Roma. Deve essere arrivata una richiesta in tal senso e nessuno si è dato la briga di approfondire la sua biografia. Nell’ ipotesi più malevola invece è stato un tentativo di controbilanciare la commemorazione di un eroe antifascista come Matteotti. 
Io sono un democristiano e come tale credo in certi valori come l’antifascismo e in generale la condanna di ogni tipo di totalitarismo, in primis quelli che in nome del comunismo hanno compiuto nefandezze ed eccidi, e per esempio vorrei che il nome di Tito fosse rimosso da piazze e vie italiane. Nel caso del francobollo si tratta di un caso ancora più grave, perché i francobolli fanno il giro del mondo e dovrebbero, anche secondo le linee guida, essere intitolati a personaggi defunti e in cui la maggior parte degli italiani si senta rappresentato. Ovviamente domani non sarò presente alla cerimonia, ma anche se il francobollo fosse ritirato la frittata è stata ormai fatta; i francobolli fisicamente ci sono, e rischiano di diventare oggetti da collezione di grande valore economico».
E, probabilmente, per qualcuno anche simbolico. 

Famiglia Cristiana, 05/6/24


CHI ERA ITALO FOSCHI

Nacque a Corropoli (Teramo) il 7 marzo 1884. Nel 1906 si laureò in giurisprudenza a Roma e nel 1908 entrò alla Corte dei conti come scrivano straordinario avventizio; lasciò la Corte nel 1922, per dedicarsi alla vita politica. Nazionalista della prima ora, nel 1911 seguì l'esempio del padre e si iscrisse all'Associazione nazionalista italiana (ANI), di cui divenne segretario della sezione romana nel 1918 e, dal gennaio al marzo 1923, segretario della federazione laziale. Dopo la fusione dell'ANI col Partito nazionale fascista (marzo 1923) entrò nel fascio di combattimento romano.
 Dal dicembre 1923 era entrato a far parte del nuovo direttorio del fascio, ottenendo il più alto numero di preferenze tra gli eletti, e dal febbraio 1924 al dicembre 1926 fu segretario politico del fascio romano.Sempre in quegli anni fu coinvolto in numerose aggressioni contro gli avversari politici del fascismo, fungendo, tramite C. Rossi, da punto di riferimento di B. Mussolini per l'organizzazione di azioni squadriste nella capitale.
Nei mesi seguenti l'omicidio di Matteotti, la sua posizione fu di netto e deciso appoggio al duce e al fascismo. Nell'ottobre 1925 fu espulso dal partito in seguito alle tentate aggressioni contro le sedi di entrambe le massonerie, avvenute il 12 ottobre nella capitale, dopo che il Gran Consiglio del fascismo aveva deciso lo scioglimento delle squadre (5 ott. 1925). L'espulsione durò pochi giorni - venne riammesso in occasione dell'anniversario della marcia su Roma, per ordine di Farinacci - ma nel dicembre del 1926. fu infine costretto ad abbandonare sia la segreteria del fascio romano sia quella della federazione dell'Urbe, a capo della quale era stato nominato il 17 marzo 1926.
Lasciata la carica di segretario federale restò comunque nei ranghi della federazione dell'Urbe; nel 1928 lo troviamo vicepresidente dell'ente sportivo provinciale della federazione; fu anche consigliere della Federazione italiana del gioco del calcio nonché
presidente dell'Associazione sportiva "Roma".Iniziò quindi  la carriera di prefetto, che durerà sino al 1943. 
Con la caduta del fascismo fu collocato a riposo; aderì, quindi, alla Repubblica sociale italiana, per conto della quale fu a Belluno, come "capo di provincia", dal 24 sett. al 4 nov. 1943. 
Dopo la Liberazione venne processato per avere partecipato alla Repubblica sociale e quindi assolto. Tornato a Roma, riprese i contatti con l'ambiente sportivo romano. Morì a Roma il 20 marzo 1949, colpito da una paralisi cardiaca, mentre assisteva a una partita di calcio allo stadio.

Nessun commento: