Obiettivo delle giornate di studio è stato quello di approfondire, oggi, l’antropopsichismo mafioso, in particolare in Cosa Nostra e, in prospettiva, nella ’ndrangheta. Ci si chiede, innanzitutto: - Cosa è accaduto in questo mondo? - Dopo le tante cose successe dalle stragi in poi? - Con le crisi, la reazione civile e dello Stato, con il 41bis, le tante collaborazioni, è cambiata la famiglia mafiosa? Lo stile di vita, la mentalità?
La ricerca-intervento su questi temi è stata iniziata, quasi trent’anni fa, da Girolamo Lo verso, professore di psicoterapia presso l’Università degli Studi di Palermo, affiancato da numerosi collaboratori che hanno guardato il fenomeno anche da un punto di vista psicologico clinico e gruppo analitico soggettuale. Merita di essere ricordato, che tutto ciò è avvenuto anche sulla scia degli stimoli di Falcone, Dalla Chiesa, Sciascia e altri. Da annotare, inoltre, che oggi questo lavoro si è esteso anche nel nord Italia. Come riportano molti testi già pubblicati da questo gruppo di ricerca, in questi anni di attività, sono stati intervistati numerosi collaboranti di giustizia, magistrati esperti sul fenomeno, amministratori, associazioni antimafia, cittadini in contatto con questo mondo, ecc., e si è osservato che la mafia non è per nulla una semplice organizzazione criminale, ma una realtà identitaria antropopsichica totalizzante e fondamentalista.
Un momento del convegno nella sala delle bifore |
Studiandola è stato coniato il concetto di fondamentalismo psichico: riferendolo anche a talebani, razzisti, stalinisti, inquisitori, ipernazionalisti, omofobi, in definitiva, a tutte quelle realtà in cui l’io individuale non ha una propria soggettività, ma è totalmente strutturato dal noi familiare e antropologico a livello conscio e inconscio. E in questa direzione, durante la giornata sono emerse più volte frasi come: - La mafia si eredita (Di Bella), mafiosi si nasce e si diventa (Lo Verso). - Quando avremo ridotto la mafia ad una semplice organizzazione criminale avremo vinto (Falcone). Il mafioso d.o.c. viene costruito come Killer senza emozioni, indifferente a lussi e sessualità (Lo Verso). Tutto ciò rende la mafia pericolosa e incompatibile con la società civile e la democrazia. Aspetti che una parte del potere politico sembra ignorare. Al convegno hanno partecipato psicologi, magistrati, giornalisti, politici ecc., tutte persone che, da tempo, approfondiscono queste tematiche con un lavoro diretto in contatto con questo mondo di criminalità organizzata. Dopo i saluti istituzionali ed accademici, le introduzioni di magistrati, psicologi clinici, esponenti delle cooperative, insegnanti, di Libera associazione, hanno inquadrato il tema sottolineando le evoluzioni in atto e le crepe che si aprono nel mondo mafioso (di cui Messina Denaro è un noto esempio) che però resta intatto nella sua pericolosità e capacità di condizionamento e di minaccia al sistema democratico, all’economia, alla politica. Politici sotto processo o condannati per mafia sono ancora attivi.
Ci si chiede, quindi: Cosa sta accadendo oggi? La ricerca ha confermato che il totalitarismo di questo mondo fa sì che se non viene bloccata la comunicazione (41bis, intercettazioni ecc.) il mafioso mantiene intatto il suo potere. I lavori quindi sono proseguiti con un approfondimento ed un’esposizione delle ricerche psicologico-cliniche in atto sulle famiglie mafiose, sui collaboranti, in carcere e su Messina Denaro. Si è trattato di originali ed interessanti contributi sia di taglio accademico e di ricerca che professionali e basati sull’esperienza diretta di lavoro dei relatori. A conclusione dei lavori della giornata è seguito un ampio e vivace confronto con operatori del volontariato, garanti dei detenuti, magistrati, giornalisti e scrittori. Tutti profondi conoscitori del fenomeno. Con il contributo anche di politici antimafia attenti e competenti.
Tutto questo ha consentito di continuare a guardare dal di dentro evoluzioni, cambiamenti e contraddizioni nella mafia dal punto di vista antropologico e socio clinico. Realizzando il vecchio obiettivo di una psicologia non serva, ma che serve. A conclusione di questa breve presentazione dei lavori della giornata di studi si sottolinea, ancora una volta, la ricerca e la pubblicazione di numerosi articoli scientifici e divulgativi apparsi in Italia e all’estero e numerosi volumi, fra i quali si sottolineano quelli pubblicati dall’editore FrancoAngeli. Infine, si sottolinea l’ultimo lavoro sul tema di Girolamo Loverso e ha per titolo: “Quando Giovanni diventò Falcone”, dove l’autore parla di Falcone come persona e del suo metodo indagine e fornisce una sintesi dei risultati del lavoro di ricerca. Il testo è pubblicato da, Pan di lettere, Roma. Questo contributo, rivisto e ampliato dalla nostra redazione, è stato prodotto dal gruppo che ha organizzato l’evento.
www.narrareigruppi.it, 18/06/2024
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