giovedì, giugno 13, 2024

La Cgil ricorda Ciccio Nicastro, un dirigente di base del sindacato, sindaco del popolo, che ha operato con coraggio per costruire l’Italia democratica, del lavoro e della solidarietà


“Domani ricorderemo Ciccio Nicastro, dirigente sindacale della Cgil e sindaco comunista di Villafrati, a cent’anni dalla sua nascita”, dicono Dino Paternostro, responsabile del Dipartimento Archivio e Memoria storica, e Francesco Piastra, segretario di organizzazione Cgil Palermo. 

“Nicastro, bracciante agricolo semi-analfabeta, - aggiungono - è stato uno dei tanti dirigenti di base della nostra organizzazione, uno dei sindaci espressione più genuina del popolo, che nella Sicilia del secondo dopoguerra hanno operato con determinazione e coraggio per costruire l’Italia democratica, l’Italia del lavoro e della solidarietà, nata dalla Resistenza. Ha lottato per i diritti e la libertà, muovendosi lungo la via maestra della Costituzione”. 

“Palermo e la Sicilia - concludono Paternostro e piastra - debbono molto a personaggi umili e determinati come Ciccio Nicastro, animati da una incrollabile fede nel progresso e nella emancipazione delle classi lavoratrici. Per questo proporremo al sindaco di Villafrati di dedicare una strada o uno spazio pubblico alla sua memoria”. 


Ciccio Nicastro interviene ad una riunione sindacale a Palermo 

SCHEDA BIOGRAFICA
Francesco “Ciccio” Nicastro (Cefalà Diana 22 febbraio 1924 – Villafrati 22 marzo 2004) è stato un’icona del movimento popolare e progressista villafratese, la cui vicenda politica e umana ha attraversato e connotato più di mezzo secolo della storia civile e politica di Villafrati, con ricadute positive nei paesi circostanti. Le tappe del suo impegno civile e politico sono state in gran parte ricostruite (con documentazione inoppugnabile) da suo figlio Pippo nel libro che gli ha voluto dedicare (“Ciccio Nicastro, mio padre”). 

Bracciante e figlio di bracciante, Ciccio si è iscritto al Partito comunista italiano sin dall’età adolescenziale e ha partecipato alle lotte per la terra e per il progresso civile del secondo dopoguerra. Divenuto capolega della Federbraccianti e poi segretario della Camera del lavoro, è stato denunciato e persino minacciato di morte. Dagli anni ’60 fino ai primi anni ’80 è stato presente in consiglio comunale, prima come consigliere d’opposizione e, poi, per oltre 12 anni in qualità di sindaco. È stato anche dirigente dell’Alleanza Contadini, dello SPI-CGIL, dell’AUSER ed ha sempre lasciato il segno anche nei paesi della zona. Va ascritta, però, a suo maggior merito la liquidazione degli ultimi retaggi del feudo, che l’uomo e il dirigente ha regalato nel 1981 alla sua Villafrati, acquisendo al patrimonio comunale, in forza di un atto notarile firmato dagli eredi degli ex signori feudali, il complesso edilizio del Baglio. Il complesso architettonico oggi oggi ospita tante istituzioni culturali, dal teatro (divenuto ultimamente centro propulsivo del Borgo dei Teatri), alla Biblioteca Comunale “Salvatore Raccuglia”, al “Museo delle Spartenze” dell’area di Rocca Busambra, al cui allestimento hanno contribuito le più belle teste pensanti di tutti i comuni vicini.

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