mercoledì, giugno 12, 2024

INTERVISTA ALL’EURODEPUTATO NON RIELETTO. Bartolo: “Errori? Non parliamo ai giovani, a chi ha poco”


di Gioacchino Amato

«Sono qui nel mio ufficio a Bruxelles, devo finire il mio lavoro, non voglio tradire chi mi ha portato qui con quasi 300mila voti. Sono molto amareggiato. Deluso perché non è stato valorizzato il mio lavoro. È umiliante». Non nasconde l’amarezza, Pietro Bartolo, ricandidato all’Europarlamento ma superato in preferenze da Giuseppe Lupo per l’unico seggio (a meno di sorprese dai riconteggi) assegnato al Pd nella circoscrizione Isole. 

Lei dice di non voler tradire nessuno. Ma si sente tradito? 
«Mi sembra ingiusto che la Sicilia esprima un solo candidato del Pd, che la Sardegna aveva solo un candidato. È un meccanismo da cambiare. Poi, certo, sono amareggiato perché qui ho lavorato duramente, ho lasciato la mia famiglia, il mio lavoro, per impegnarmi in questa avventura. 
Non mi sento tradito, ma il partitopoteva fare qualcosina in più per me, sono andato avanti con le persone che mi erano vicine e sono dispiaciuto per loro, non so spiegargli perché è successo questo. Ma continuerò a lavorare per la mia terra e per il partito dalla mia Lampedusa, da quel molo Favaloro dove continuano a sbarcare a migliaia, anche se sono riusciti a eliminare i testimoni di ciò che continua a succedere». 
Perché il Pd in Sicilia tiene ma non cresce come nel resto d’Italia? 


«Evidentemente non c’è stata la giusta attenzione verso i bisogni veri degli elettori, tanto è vero che c’è stato un forte astensionismo. Sono stati fatti errori, non abbiamo parlato abbastanza ai giovani, al terzo settore, all’associazionismo, a chi non arriva a fine mese». 
Sono quelli ai quali ha iniziato a parlare Elly Schlein. Qui non è stata seguita abbastanza? 
«Il Pd dovrebbe fare di più, faccio anch’io autocritica. Elly è stata sempre dalla parte dei più deboli, hainiziato la battaglia sul salario minimo. Io ho fatto le stesse battaglie ma il risultato è arrivato in misura minore: evidentemente c’è ancora una grossa difficoltà di ascolto della società che deve essere risolta. 
Dobbiamo fare autocritica, impossessarci dei valori che sono alla base del partito. Spesso predichiamo bene e razzoliamo male». 
Vincono i ras delle preferenze... 
«Vince la vecchia politica, quella del clientelismo, dei favori. Mentre dovrebbe vincere la politica dei diritti, invece di quella dei favori che ci farà sprofondare nel baratro. In più vincono quelle forze che stanno penalizzando il Mezzogiorno, che dicono: “Per fortuna la siccità è in Sicilia”. È impressionante, ma anche qui abbiamo le nostre colpe: non abbiamo fatto abbastanza per creare infrastrutture nel Sud quando governavamo». 
Hanno accusato Schlein di aver dato di nuovo spazio ai cacicchi del partito. È così? 
«Spero di no. Io ho portato 50mila voti e non sono un cacicco. Ho portato voti “freschi”, quelli dei giovani che, dico sempre, valgono il doppio. Io non sono un rottamatore, ma i vecchi potrebbero fare un passo di lato, non indietro, per dare spazio a questi giovani ai quali, altro che scala sociale per migliorare la propria posizione, non abbiamo dato neanche una scaletta a forbice». 
La Repubblica, 12/06/2024

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