venerdì, giugno 28, 2024

Decreto sicurezza, passa la norma “anti Gandhi”: carcere per chi blocca una strada. Il Pd: “Persino studenti in sit-in davanti a scuola rischiano la reclusione”


di 
Alessandra Ziniti

Respinti tutti gli emendamenti delle opposizioni: “Pericolosa deriva reazionaria”. Diventa reato penale anche una protesta in carcere

Roma — Un pacifico sit-in di studenti davanti scuola che ferma il traffico. O un classico picchetto di operai davanti a una fabbrica. A “corpo libero”, come si direbbe in palestra. Niente cassonetti rovesciati, niente mezzi di traverso, niente violenza. Semplicemente, quella che finora è una libera manifestazione di dissenso rischia di far scattare un reato penale. Punibile addirittura con il carcere se commessa in più di due persone.

La cosiddetta norma anti Ghandi, come l’hanno ribattezzata le opposizioni, rievocando il nume tutelare della lotta di resistenza non violenta, ieri ha superato il passaggio in commissione Giustizia e Affari costituzionali della Camera e adesso è pronta ad approdare nell’aula di Montecitorio nel corpo del disegno di legge sicurezza firmato Nordio-Piantedosi.

«Con questa norma, Gandhi e Pannella sarebbero sbattuti in carcere e trattati alla stregua di violenti criminali», accusa il segretario di +Europa, Riccardo Magi.


*Respinti gli emendamenti delle opposizioni*

Ieri, gli emendamenti delle opposizioni sono stati respinti in blocco. E dunque ecco vedere la luce il reato di blocco stradale con il solo corpo: fino a un mese di carcere per chi impedisce la circolazione su strada o sui binari. Pena che sale fino a due anni se i manifestanti sono più di due. Quello che è sempre stato un illecito amministrativo diventa un reato penale.

«Questa non è una legge sulla sicurezza ma contro la libertà, di una destra liberticida e manettara che pensa di risolvere tutto inventando nuovi reati e aumentando le pene», attacca Matteo Mauri, responsabile della sicurezza del Pd.

*Dal decreto Salvini agli attivisti di Ultima generazione*

Il primo passo nel 2018 con il primo decreto sicurezza di Matteo Salvini che aveva già previsto il reato di blocco stradale se però messo in atto con mezzi di qualsiasi genere. Tranne poi non contestarlo alle manifestazioni di intere categorie, bacino di voti di grande interesse, come gli agricoltori che con la protesta dei trattori hanno paralizzato per giorni il traffico autostradale. Ma quando gli ecoattivisti di Ultima generazione, nei mesi scorsi, hanno ripetutamente bloccato il Grande raccordo anulare a Roma il governo ha deciso di usare la mano forte. Persino in caso di resistenza passiva come prevede un altro articolo del ddl che infliggerà nuovi periodi di detenzione a chi, nelle carceri, proverà ad opporre resistenza passiva.


*Le opposizioni contro la “deriva reazionaria”

Dal Pd al M5S ad AVS, opposizioni unite nel denunciare la «deriva reazionaria». «Il governo mira a colpire il diritto a manifestare contro quello che si ritiene sia un fatto ingiusto, criminalizza il dissenso pacifico e meramente passivo. Lo stesso prevedono per la protesta pacifica in carcere, proprio mentre i suicidi nelle celle si susseguono e il disagio dei detenuti è diventato un’emergenza», dice Federico Cafiero de Raho, vicepresidente del M5S in commissione Giustizia. Mentre la collega Stefania Ascari sottolinea l’aggressione anche ai diritti sindacali. «Il governo e la maggioranza con questo Ddl vogliono negare il diritto alla protesta dei lavoratori».


Cosa c’è ancora in ballo

E meno male che la Lega ha finito per ritirare l’emendamento che prevedeva il carcere per gli organizzatori delle manifestazioni e quello sulla non punibilità dei pubblici ufficiali che usano armi per vincere una resistenza anche passiva. Restano in ballo le norme sulla stretta alla cannabis light e sulla detenzione per le donne madri o incinte. Per l’approdo in aula dell’intero ddl invece tutto rimandato, probabilmente all’autunno, a quasi un anno dalla sua approvazione in consiglio dei ministri. «Due rinvii e ora ricalendarizzato senza che siano stati dati i pareri del governo su moltissimi emendamenti della maggioranza – osserva ancora Mauri - La dimostrazione di tensioni molto forti dentro la maggioranza. Sia per ragioni politiche che sul merito di alcune scelte».

La Repubblica, 27 giugno 2024


https://www.repubblica.it/italia/2024/06/27/news/decreto_sicurezza_blocco_stradale_carcere-423311089/?ref=RHLF-BG-P20-S2-T1

Nessun commento: