martedì, giugno 11, 2024

A 100 anni dall’uccisione fascista di Giacomo Matteotti. Il ricordo a Palermo nella chiesa di Santa Maria di Porto Salvo

Un momento del dibattito: da sx, Rosario Giuè, Caterina Basile, Dino Paternostro e Giusto Catania

DINO PATERNOSTRO

Su iniziativa di Rosario Giuè, dinamico ed impegnato rettore della Chiesa di S. Maria di Portosalvo, e della sua comunità ecclesiale, ieri pomeriggio a Palermo abbiamo ricordato il deputato socialista Giacomo Matteotti, trucidati dai fascisti il 10 giugno 1924. Insieme a Rosario, sono intervenuti Dino Paternostro (chi scrive), responsabile dipartimento Archivio e Memoria storica Cgil Palermo, e Giusto Catania, preside dell’I.C. “Giuliana Saladino” di Palermo. Diverse persone sono intervenute nel dibattito con considerazioni o domande ai relatori. 

È stato un interessante momento di riflessione sulla dittatura fascista e su chi ha avuto il coraggio di contrastarla, pur sapendo di rischiare la vita. Ho sottolineato che - ingiustamente - Matteotti viene ricordato solo come vittima del fascismo, mentre è tanto altro. 

Si batteva per la pace, per la democrazia, per il progresso, per la ragione, per la legalità, per il lavoro (e contro lo sfruttamento), per la comunione internazionale dei popoli (e contro i nazionalismi), per la speranza di futuro, per i diritti di tutti, per il ruolo del parlamento (contro la seduzione dell’uomo forte). 

“Vasto programma”, gli obiettavano i suoi avversari con un pizzico di ironia. Noi replichiamo: “si, vasto programma, oggi come ieri. Ieri come oggi”.

Dino Paternostro 

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