ELIO SANFILIPPO
“Potere DC, la mafia sta lì” era uno degli slogan più ricorrenti tra gli studenti e i lavoratori durante i cortei del 1968 e del cosiddetto “autunno caldo” del 1969. Ma la DC fu solo questo? – si chiede Sanfilippo. Egli riconosce che in quel partito, pur in presenza di incongruenze e deviazioni rispetto allo spirito originario, erano riconoscibili, almeno in alcune componenti, importanti elementi di ispirazione popolare che nulla avevano a che fare con la mafia, anzi chi li professava ne subiva la presenza.
Storicamente, sostiene Sanfilippo, l’interclassismo democristiano non risultò mai divisivo per il Paese, anzi rafforzò l’identità e l’unità nazionale.
Tanto che Togliatti, nell’aspra lotta politica di allora, adottò la strategia di demolirlo al suo interno.
Se guardiamo la situazione in Sicilia, le collusioni tra DC e ambienti mafiosi indubbiamente vi furono, ma non bisogna fare di tutte le erbe un fascio. Ci sono stati democristiani, anzi Presidenti di Regione come Giuseppe D’Angelo, Giuseppe Campione, Rino Nicolosi, oltre naturalmente Piersanti Mattarella che ci rimise la vita, perfettamente in linea nella lotta alla mafia. Oltre a questo, Elio Sanfilippo da atto anche a determinate forze sociali e produttive (significativo il riferimento a La Cavera) di avere operato in modo virtuoso, contrapponendosi a dinamiche speculative e parassitarie purtroppo presenti nella DC.
I meriti che Sanfilippo riconosce alla Democrazia Cristiana si riferiscono a diversi contesti.
Si va dalla nascita del centrosinistra nei primi anni sessanta ad opera del Presidente D’Angelo, alla breve stagione di Piersanti Mattarella dal 1978 al 6 gennaio 1980, quando fu assassinato dalla mafia. Successivamente un evento significativo fu il Congresso regionale di Agrigento del 2 aprile 1983, che segnò un importante spartiacque rispetto alla vecchia DC, con l’insediamento di una nuova classe dirigente che prese finalmente atto della fine di un’epoca.
In tale circostanza, oltre al cambio della classe dirigente, per la prima volta assunse un ruolo preminente la componente di sinistra, che ruppe definitivamente i rapporti con esponenti impresentabili di ambienti esterni, decisione simboleggiata dall’emarginazione di Vito Ciancimino.
In ultimo, dal 1985 (siamo in piena era De Mita) si rivoluzionano tutti gli assetti nel partito e nelle istituzioni: Leoluca Orlando diviene Sindaco di Palermo (inizia la cosiddetta “primavera”!); Sergio Mattarella è nominato commissario provinciale e Lillo Mannino segretario regionale; Rino Nicolosi viene eletto Presidente della Regione.
Pippo La Barba
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