Ragazzi e famiglie al concertone «A nome loro» di Selinunte
Alessandro Teri
Selinunte - Diecimila persone, un coro solo: «NO alla mafia». Il concertone della legalità a Selinunte ha colpito nel segno, lanciando un messaggio di rinascita in una terra per troppo tempo rimasta legata al nome di Matteo Messina Denaro. Al cospetto del Tempio E, nel parco archeologico più grande d’Europa, sabato sono arrivati in tantissimi da tutta la Sicilia. «A nome loro», come recita il titolo dell’evento, ovvero per ricordare le vittime innocenti della violenza mafiosa. Sul vasto spiazzale che si apre dopo l’ingresso nell’area archeologica, fin dal primo pomeriggio di un assolato
weekend di tarda primavera si è andata formando una distesa intergenerazionale di ragazzi, famiglie con bambini, genitori e anche nonni, in un’atmosfera di festa che ha accompagnato le esibizioni. Il pubblico ha applaudito tutti gli artisti in scaletta, a partire dai musicisti e dalle band siciliane che hanno risposto all’appello della cantautrice Sade Mangiaracina, ideatrice e organizzatrice dell’iniziativa giunta alla seconda edizione.Alle performance si sono alternate le testimonianze di coloro che hanno vissuto da vicino l’orrore mafioso. Come chi si è visto uccidere il marito e il padre, nel caso di Fina Valenti e Rosa Maria Vento, madre e figlia, unite dal ricordo della vittima incolpevole Vincenzo Vento. O Salvatore Catalano che ha perso il fratello, Agostino Catalano, agente della scorta di Paolo Borsellino, nella strage di via D’Amelio. E di un’altra scorta sotto attacco ha fatto parte anche Francesco Mongiovì, che ha raccontato la consapevolezza del pericolo imminente già negli anni precedenti al tragico 1992, quando faceva parte degli angeli custodi di Giovanni Falcone.
Ma le parole commosse dei racconti in prima persona sono state amplificate dalla potenza della musica, grazie alle esibizioni che si sono susseguite: Mario Lavezzi con una versione da brividi di «Angeli», Daniele Silvestri che ha ribadito l’amore per la Sicilia, la classe di Simona Molinari e Silvia Mezzanotte,l’intensità di Raiz, Malika Ayane padrona del palco, un’ispirata Levante, e l’applauditissima Arisa. Quindi La Rappresentante di Lista, che ha offerto un momento elettrizzante culminato dall’esibizione assieme all’intero cast intonando «People Have the Power», di Patti Smith. Poi lampi di poesia e di attorialità negli interventi di Luigi Lo Cascio, Fabrizio Ferracane e Donatella Finocchiaro. Dunque una volta terminata la diretta su Rai Radio 2, condotta da Francesca Barra e Gino Castaldo, spazio ancora per Mauro Ermanno Giovanardi, Cristiano Godano, ed i Modena City Ramblers, che hanno acceso il pubblico con la loro «I cento passi», immancabile inno dedicato a Peppino Impastato, prima dell’arrivederci al prossimo anno. (*ALTE*)
GdS, 27/5/2024
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