sabato, maggio 18, 2024

Concorso a preside del 23 maggio, nonostante le proteste per la coincidenza col giorno dedicato al ricordo della strage di Capaci, non si cambia data


Palermo - Il ministro dell’Istruzione non cambia la data del concorso bandito nello stesso giorno dell’anniversario della strage di Capaci. «Grande impegno per onorare Giovanni Falcone, Francesca Morvillo e la scorta» ma «è stata considerata impraticabile ogni ipotesi di spostamento della prova concorsuale nazionale per i dirigenti scolastici»,
ha confermato Giuseppe Valditara, sottolineando che «l’impegno per onorare i morti di Capaci, esempio per le generazioni presenti e future». La sorella del magistrato ucciso 32 anni fa, insieme alla moglie Francesca Morvillo e a tre agenti, aveva chiesto di spostare «la data per il concorso per dirigenti scolastici: il 23 maggio è sacro per la memoria civile dell’Italia» aggiungendo polemicamente che «qualche cieco burocrate del ministero dell’Istruzione ha ignorato l’importanza che per l’Italia intera rappresenta questa data e la volontà di tutto il mondo della scuola di partecipare alle celebrazioni. Affermare che solo 2.400 docenti siciliani su un totale di 24 mila non potranno partecipare è un’imperdonabile leggerezza». Ma il ministro, esprimendo rammarico per lo scontro con il presidente della Fondazione Falcone, ha tirato dritto: «Grazie al lavoro di tutto il ministero e dell’Ufficio scolastico regionale per la Sicilia è prevista un’ampia mobilitazione di studenti e insegnanti che parteciperanno in circa 5 mila alle iniziative organizzate a Palermo». La scelta di mantenere la data sarebbe quindi stata inevitabile: «Uno spostamento della prova preselettiva – ha concluso Valditara- pur preso in esame dal ministero, sarebbe assai problematico, in quanto a giugno e i primi quindici giorni di luglio vedono le scuole, il personale docente e i dirigenti scolastici impegnati nelle operazioni degli scrutini finali e degli esami di stato conclusivi del primo e secondo ciclo d’istruzione». Nemmeno l’appello al rinvio, arrivato da Chiara Colosimo, deputato di Fratelli d’Italia e presidente della commissione parlamentare Antimafia, non era stato ascoltato ma da giorni la questione era al centro dei contrasti istituzionali sollevati anche da Giusto Catania preside dell’istituto Giuseppe Saladino nel quartiere Cep a Palermo, secondo cui è «una decisione da contestare» e rilanciati dalla Cgil palermitana che ha provocatoriamente rimarcato il fatto che «un tempo il ministero organizzava le navi della legalità. Sembra che non ci sia più la stessa attenzione, che si stia perdendo la voglia». (*fag*)

Fa. G. 

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