Giacinto Pipitone
Palermo - «Entro l’estate ci sarà la gara d’appalto per realizzare il nuovo polo pediatrico. Poi entro tre anni l’opera sarà realizzata e Palermo avrà un centro di eccellenza materno infantile. Primo cantiere di un piano che porterà cinque nuovi ospedali a Palermo più quelli di Gela e Siracusa. Per tutto questo abbiamo già ottenuto dal ministero della Salute il via libera a un piano di investimenti nazionali che porterà in Sicilia un miliardo e 870 milioni»: seduto nella sala giunta, a metà pomeriggio, Renato Schifani sfoglia una carpetta in cui è disegnata la sanità che verrà.
Con l’investimento dei fondi del cosiddetto articolo 20, da qui alla fine della legislatura cambieranno volto i principali ospedali di Palermo e ne nasceranno altri che manderanno in soffitta, come nel caso del Policlinico, padiglioni vecchi quasi di cent’anni.
Il primo tassello di questa nuova mappa della sanità pubblica è, appunto, il nuovo polo pediatrico di Palermo: «Avrà sede in contrada Malatacca, vicino all’attuale ospedale Cervello. Sarà facilmente raggiungibile e avrà una valenza strategica per l’intera rete pediatrica dell’Isola. Conterà 150 nuovi posti letto grazie a un investimento di 170 milioni». L’obiettivo è recuperare così una incompiuta di cui esistono ancora i ruderi sulla circonvallazione. Il progetto definitivo c’è già e prevede tre anni di lavori dall’assegnazione dell’appalto. Una volta nato, questo nuovo polo diventerà anche una azienda sanitaria autonoma, staccata dal Civico: è questo il progetto del presidente.
«In tutti gli appalti - aggiunge il presidente - prevederemo premialità per le aziende che accelereranno i lavori accorciando i tempi previsti».
Del miliardo e 70 milioni che la Regione potrà investire grazie all’accordo con lo Stato, il 95% è finanziato dal governo nazionale e il resto da Palazzo d’Orleans. Il secondo progetto appena finanziato è quello del nuovo ospedale Civico, sempre a Palermo: «Si tratta di un nuovo edificio di 7 piani, circa 70 mila metri quadrati. In più i padiglioni più vecchi verranno abbattuti e altri rifunzionalizzati. Alla fine ospiterà 635 posti letto di cui 505 nella nuova struttura e 130 nei padiglioni ristrutturati. L’investimento pronto è di 364 milioni». Il Policlinico invece cambierà sede:« L’attuale complesso è tropo vecchio, ormai inadeguato. Abbiamo individuato una nuova sede in un’area di proprietà dell’università nei pressi del campus di viale delle Scienze. Avrà 470 posti letto per un investimento di 348 milioni».
Il piano concordato col ministero prevede pure il finanziamento del nuovo ospedale di Siracusa: «Sono pronti 300 milioni» assicura Schifani. Mentre per quello di Gela, che avrà 250 posti letto la Regione ha un budget di 280 milioni. Più difficile che vada avanti il progetto dell’Ismett 2 che costerebbe 380 milioni per creare 140 posti letto di cui - è la riflerssione fatta a Palazzo d’Orleans - al momento non c’è traccia nella rete ospedaliera concordata con Roma. Dunque bisognerebbe tagliare altrettanti posti negli altri ospedali. In più andrebbe finanziata anche la convenzione, visto che l’Ismett ha un socio privato. Da qui la decisione di non portare avanti il progetto su cui si era impegnato il governo Musumeci.
Ma se quella appena disegnata fra Roma e Palermo è la sanità pubblica che verrà, nel medio-lungo periodo, c’è una emergenza alla quale il governo sta lavorando in questi giorni: la carenza di medici negli ospedali esistenti. «Grazie al bando di qualche settimana fa abbiamo già reclutato 73 medici e sono arrivate altre 150 domande che stiamo esaminando - spiega Schifani -. Inoltre abbiamo in cantiere un progetto di accordo con Cuba per una convenzione che porterà qui altri medici per le specializzazioni in cui siamo carenti: in primis il settore dell’emergenza urgenza, le terapie intensive, l’oncologia, la cardiologia, l’ortopedia, la medicina generale, la pediatria e la ginecologia». L’obiettivo è portare in Sicilia dall’estero altri 150/200 medici per coprire i vuoti nel pubblico.
L’altra emergenza è quella che riguarda le liste d’attesa: dall’estate a oggi il piano messo in campo dal governo ha permesso di recuperare i ritardi, cioè le prenotazioni disattese dal 2020 al 2022. «Stiamo recuperando i ritardi relativi al 2023 e siamo pronti a investire altri 41 milioni, in arrivo dallo Stato per recuperare in generale i ritardi e metterci in linea nel 2024. Il tutto sempre collaborando con i privati»: è ancora questa la strategia del presidente che ieri ha incontrato i vertici delle case di cura e le associazioni dei convenzionati con i quali è stato concordato un budget che tiene conto anche del lavoro di abbattimento delle liste d’attesa.
Mentre parla delle emergenze della sanità, Schifani apprende che la commissione Affari Istituzionali dell’Ars anche ieri ha rinviato la ratifica delle nomine dei 18 manager di Asp e ospedali. Se ne parlerà probabilmente non prima di giovedì prossimo. Ma il presidente si dice ottimista, anche davanti al malumore di qualche corrente di Fratelli d’Italia: «Vedrete che alla fine il via libera arriverà. Abbiamo scelto le personalità migliori concordandole con i partiti».
GdS, 7/3/2024
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