Il libro costituisce un importante contributo alla conoscenza, alla tutela e alla valorizzazione di un bene del patrimonio immateriale come la “Settimana Santa a Corleone”.
Presentare un libro non è mai una cosa semplice, presentare un libro sulla Settimana Santa di Corleone lo è ancora di meno. Tanti e diversi sono gli aspetti e le tematiche che riguardano i Riti, da quello religioso a quello culturale, da quello antropologico a quello sociale e per ultimo forse il più complesso a quello del mondo confraternale.
Oltre a tutti questi aspetti il manoscritto aggiunge altri tre temi e valori: la Conoscenza, la Tutela e la Valorizzazione di un bene del Patrimonio Immateriale. Una visione diversa, una testimonianza diretta sul campo, una ricerca orientata da idee e fatti che in tutti questi anni hanno accompagnato la mia attività all’interno di uno dei sodalizi che partecipa ai Riti del Venerdì Santo a Corleone e che mi hanno permesso di interpretare e, possibilmente, spiegare i dati raccolti.Grazie alla lettura critica e all’analisi comparativa dei testi consultati è stata fatta una riflessione teorica e pratica di quanto è stato fatto e scritto fino ad oggi sui Riti, attraverso le attività e le dinamiche di un’importante associazione, come quella del Comitato Venerdì Santo, la quale ha avuto un grande ruolo nella rinascita della Settimana Santa a Corleone e ha dato nel contempo un esempio di come si può accrescere la Conoscenza, la Tutela e la Valorizzazione di un bene del Patrimonio Immateriale .
Una ricerca originale, realistica e approfondita (con particolare cura nelle note a piè di pagina) riguardante alcuni aspetti accaduti e legati a specifici argomenti che in passato non sono stati mai trattati (oppure lo si è fatto solo marginalmente), come la Conoscenza, la Tutela e la Valorizzazione di questo patrimonio immateriale riconosciuto dalla Regione Siciliana nel registro delle eredità immateriali REIS.
Nel racconto come in una timeline e con diversi flashback sono stati analizzati tutti gli aspetti dalla nascita del Grande Ospedale all’evoluzione della Compagnia dei Bianchi e degli altri sodalizi, alle sacre rappresentazioni di chiara origine spagnole, ai protagonisti dei Riti, agli strumenti della passione e poi ancora alle sospensioni, alle divisioni, al periodo del Comitato e infine allo svolgimento dei Riti un evento di grande fascino e di forte valenza sociale. Un rito non da vedere, ma da partecipare, un rito unico, difficile da incastonare in una realtà diversa come quella di Corleone dove dominazioni, tradizioni secolari, folklore e soprattutto passione religiosa hanno lasciato un segno indelebile.
Ai giovani di Corleone, alla società civile, alla politica, al clero corleonese, ai mass media, ma anche a tutti Noi va il compito di salvaguardare e tramandare ai posteri tanto splendore, di sentirsi degni eredi dei tanti ingegni che ci hanno preceduti, di diffonderne i valori ovunque e a chiunque, perché la storia di questa città e le opere che essa ha generato, meritano di essere evocati e conosciuti non solo dai suoi figli vicini e lontani, ma da tutti.
Se non c’è conoscenza non c’è valorizzazione!
Giuseppe Puccio
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