martedì, febbraio 06, 2024

Rimozione incarico del direttore medico del “Di Cristina”, condanna da parte di Aaroi Emac, Anaao Assomed, Cimo, Fp Cgil medici, Cisl medici, Fassid, Fesmed, Fials, Fvm, Uil Fpl


I sindacati dei medici: “Politica giustizialista, che ignora i mali atavici della sanità”.  

Palermo 5 febbraio 2024 – Le organizzazioni sindacali Aaroi Emac, Anaao Assomed, Cimo, Fp Cgil medici, Cisl medici, Fassid, Fesmed, Fials, Fvm federazione veterinai e medici, Uil Fpl unanimemente condannano la rimozione dall’incarico del direttore medico di Presidio dell’Ospedale pediatrico “G. Di Cristina” in seguito all’intervento del presidente della Regione. Secondo le dieci sigle sindacali della sanità che firmano la nota l’atto, per la precipitosità, “ha assunto i connotati di un processo sommario”.   

“Riteniamo inaccettabile la misura presa, poiché opinabile nel merito, in quanto i fatti contestati appaiono pretestuosi e sicuramente irrilevanti rispetto alle carenze strutturali e organizzative della nostra sanità”, scrivono le organizzazioni sindacali. 

La misura, secondo i sindacati, è anche errata nella forma. “Non è supportata da opportune indagini, che seguano un preciso iter amministrativo, finalizzato ad appurare prima la sussistenza, poi la consistenza dei fatti denunciati e infine le eventuali responsabilità”. 

A riguardo, nella nota si segnala il mancato rispetto dell'art 15-ter del decreto legislativo 502/1992 sul riordino della disciplina in materia sanitaria, in cui si esplicita che la revoca è prevista in caso di “inosservanza di direttive impartite dalla direzione, responsabilità grave e reiterata, mancato raggiungimento degli obiettivi assegnati”. “Pure l’ispezione dei Nas, prontamente giunta a verificare quanto contestato, nella sostanza non ha rilevato le anomalie denunciate – aggiungono le organizzazioni sindacali -  Non è accettabile che gli stessi professionisti e le stesse professioniste, raccontati sempre a mezzo stampa fino a ieri come ‘eroi’, possano diventare così facilmente carne da macello: delle due l’una. Questo atto e la sua implicita retorica giustizialista smascherano una politica, volta alla strumentalizzazione dei fatti a vantaggio degli interessi del momento, che continua a ignorare i problemi atavici della sanità e che manca di chiarezza sulle strategie e sui programmi riguardo alle sfide future”. 

 “Una politica – conclude la nota - che si comporta come chi nasconde la polvere sotto i tappeti e che senza prudenza semina impulsi vendicativi a danno di una categoria già fin troppo segnata da episodi di violenza e di aggressione ad opera di pazienti o dei loro parenti”.

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