di Giada Lo Porto
Diciotto sedie bianche in strada, davanti alla presidenza della Regione, con i simboli delle aziende sanitarie coinvolte nel recente valzer delle nomine dei manager. Durante il flash mob, organizzato dal Forum Sanità pubblica Palermo e provincia, sono stati contestati i criteri alla base delle nomine.
«Una spartizione delle poltrone — dice Ernesto Melluso, portavoce del Forum — fatta tra le forze politiche, senza pudore né ritegno, mentre gli ospedali scoppiano e la sanità pubblica è al collasso» . Contestata la scelta di confermare «e addirittura promuovere direttori che hanno dato pessime prove».
I partecipanti al flash mob si sono passati i cartelli con i nomi di Asp e ospedali siciliani. «A quale forza politica appartieni? Io sto con Cuffaro» , ironizza Tonino Frisina. Finge di essere Roberto Colletti, l’ex manager del Civico spostato a Villa Sofia Cervello, con la benedizione della Dc. Dà il foglio con il logo del Civico a Walter Messina con il quale Colletti ha scambiato la poltrona. Messina, caro all’assessore meloniano Alessandro Aricò, era stato commissariato due volte negli ultimi anni per “inadempimenti”. «Forza, scambiamoci le aziende alla faccia della salute dei siciliani» , dicono i manifestanti. Che contestano anche la conferma all’Asp di Palermo di Daniela Faraoni, ex miccichiana poi migrata sotto l’ala della Lega capitanata da Luca Sammartino e infine alla corte del governatore forzista. E la sceltadi Ferdinando Croce, ex capo di gabinetto dell’assessore Ruggero Razza, per l’Asp di Trapani. «Il suo curriculum è vuoto di contenuto» , dicono.
Melluso critica anche la rimozione della dirigente dell’ospedale Di Cristina Desirée Farinella, dopo la lettera di una mamma che su Repubblica ha raccontato il calvario vissuto nel reparto di Nefrologia pediatrica: «È stato trovato il capro espiatorio e l’atto è stato firmato da un manager commissariato per ben due volte dalla Regione» , dice. Poche ore dopo, i dieci sindacati della sanità hanno stilato un documento unitario dello stesso tenore, parlando di «processo sommario» e additando «una politica volta alla strumentalizzazione dei fatti a vantaggio degli interessi del momento» (LEGGI).
Sulle sedie in piazza un lungo striscione bianco: “ I partiti si spartiscono le poltrone mentre la sanità pubblica muore. Vi dovete vergognare”.
La Repubblica Palermo, 6 febbraio 2024
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