Cresce il fronte della protesta. Una delegazione data in partenza per Roma. La Regione prova a dare prime risposte istituendo una unità di crisi anche per la questione siccità
Andrea D’Orazio
Mentre la Regione prova a fare qualcosa, la protesta va avanti, per la «madre terra» e contro «l’Europa matrigna», la stessa che ieri ha ritirato la proposta di regolamento sull’uso dei fitofarmaci, tra i punti del Green Deal più contestati dai manifestanti: un’apertura che non ha spento i trattori, ancora in marcia da un capo all’altro dell’Isola, con gli obiettivi chiari su dove arrivare nel medio e lungo termine – dal sostegno al reddito a una revisione della politica Ue per la sostenibilità ambientale – ma non nelle prossime ore, da qui a domani, quando la “rivolta” degli agricoltori e degli allevatori dovrebbe confluire a Roma da mezza Italia. Andranno pure i siciliani?
Il tam tam è in corso da ieri, ma rispondere con esattezza alla domanda è, di fatto, impossibile, perché sul territorio, come in molte altre regioni, fra Palermo, Agrigento, Trapani, Enna, Caltanissetta e Ragusa movimenti e comitati spontanei stanno nascendo come funghi, trovando megafono anche (e a volte soprattutto) sui social, da “Riscatto degli agricoltori” a “Sicilia alza la voce”, passando per il “Movimento trattori” di Canicattì fino a “Io sto con i siciliani” e “Agricoltori e serricoltori made in Italy”: stesse rivendicazioni, «ma in ordine sparso, senza una voce unica, semplicemente perché manca un coordinamento, che stiamo cercando di creare».Parola di Salvatore Bella, presidente dell’Aitras, il sindacato dei camionisti, che sono ormai tutt’uno con la protesta degli agricoltori – in Sicilia, loro principali committenti – e che sabato prossimo decideranno se e quando scioperare, fermando i mezzi, come più volte minacciato a gennaio, e chiedendo lo stop dell’Ets, la tassa sulle emissioni climalteranti disegnata dall’Ue per arginare l’inquinamento, «un balzello che gli armatori», continua Bella, «ribaltato interamente sui padroncini nonostante toccasse loro adeguare le emissioni di CO2 utilizzando i fondi ad hoc del “Marebonus”. Uno scaricabile che, in soldoni, si traduce in 260 euro di aumento sul nolo marittimo, in barba alla condizione di insularità e alle rassicurazioni della Regione, che aveva promesso di aitarci. Ma ci stiamo mobilitando anche per sostenere contadini e allevatori, confrontandoci di ora in ora con tutti loro. Un’operazione non facile, perché, per l’appunto, i comitati sono tanti, e c’è un po’ di confusione». Quel che sembra certa, al momento, è «l’idea di mantenere la protesta il più possibile dentro i confini regionali. Magari porteremo camion e trattori davanti all’Ars, chissà, ma a Roma lo escludo».
Qualcuno, però, e sempre in ordine sparso, a quanto appreso dal nostro giornale nella Capitale ci andrà, unendosi alle manifestazioni in programma domani, ancora tutte da confermare. Tra loro non dovrebbe esserci Mariano Ferro, leader storico dei Forconi in contatto con i portavoce degli altri movimenti e con lo stesso Bella, che dall’Isola alla premier Meloni chiede di «convocare la grande distribuzione e di imporre padiglioni di prodotto garantito e controllato Made in Italy su tutto il territorio nazionale. Le nostre produzioni rispettano dei protocolli precisi dal punto di vista fitosanitario che, giustamente, ci massacrano l’esistenza e per questi sacrosanti motivi, a difesa della salute del consumatore, non possono essere confuse con merce proveniente da Paesi in cui si produce con prodotti antiparassitari che da noi sono considerati cancerogeni».
Intanto, mentre agli agricoltori di Enna che si erano rivolti alla prefettura, lamentando ritardi nei pagamenti a supporto dei progetti di sviluppo rurale, l’Agea risponde che i versamenti sono stati effettuati in favore di tutte le istanze risultate ammissibili, ieri si è insediata, a Palazzo d’Orléans, l’Unità di crisi regionale sull’agricoltura con l’obiettivo di individuare le strategie di intervento per il superamento delle emergenze che sta vivendo il settore, a cominciare dalla siccità. Istituita dal presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, e presieduta dall’assessore al ramo, Luca Sammartino, la task force è composta dai dirigenti generali dei dipartimenti Agricoltura, Dario Cartabellotta; Dasoe, Salvatore Requirez; Acqua e rifiuti, Calogero Giuseppe Burgio; Protezione civile, Salvo Cocina, oltre al segretario generale dell’Autorità di bacino, Leonardo Santoro. Schifani, «pur consapevole del fatto che la maggior parte dei problemi vanno risolti in sede europea», si è detto «pronto a fare tutto il necessario per affiancare gli agricoltori e gli allevatori».
Nella prima seduta, sottolinea Sammartino, «Abbiamo affrontato i temi più caldi: dal depauperamento delle risorse idriche alla possibilità di aiutare gli agricoltori con i foraggi e, soprattutto, abbiamo concordato sulla necessità di snellire le procedure burocratiche affinché gli aiuti messi in campo siano immediati». La prossima riunione è prevista per oggi pomeriggio, assieme alle associazioni di categoria e ai movimenti di protesta che sono nati spontaneamente: «Vogliamo ascoltarli e vedere come superare insieme questo momento di grande difficoltà». (*ADO*)
GdS, 7/2/2024
Aumentano le rivendicazioni
Matilde La Placa
La marcia italiana dei trattori continua il suo corso raggiungendo l'apice. Fa sapere il comitato degli agricoltori riuniti, che i trattori da tutta un Italia, continueranno ancora a spostarsi, questa volta, a livello nazionale, convergendo a Roma, per una grande manifestazione ad oltranza che avrà luogo dall'8 febbraio dove gli italiani sensibili alla questione, sono chiamati ad intervenire su caldo invito.
Tutti uniti per un unico obiettivo: quello di farsi sentire, di ricordare quanto un popolo abbia bisogno non solo di sicurezza in un lavoro primario ed essenziale nel mondo agricolo, ma anche per rivendicare una certa protezione di prodotti buoni, sani e genuini, indispensabili alla sopravvivenza. Pianificata la mappatura dei luoghi che accoglieranno i trattori e le iniziative che verranno intraprese di concerto con le Forze dell'Ordine.
Massima disponibilità dai funzionari della Questura e del servizio investigativo del Gabinetto (DIGOS) nell'assistere i partecipanti alla mobilitazione che, nei prossimi giorni, si concentrerà nella Capitale in diversi punti sensibili. L'evento è stato ideato a tutela del comparto alimentare e più in generale dell'intera economia italiana.Non sarà messo il cappello da nessun simbolo di partito o di sigla sindacale, ma saranno benvenuti invece cittadini di varia estrazione sociale impegnati per la vera sovranità agroalimentare a difesa della cultura e tradizione ad essa collegata.Un altro momento importante avverrà presto anche a Palermo dove anche il Comitato spontaneo degli agricoltori delle Madonie procederà ad intervenire ancora con la sua presenza. Chieste una serie di rivendicazioni come l'introduzione del divieto di commercializzazione dei prodotti agroalimentari di provenienza extraeuropea; l'applicazione di indici di conversione monetaria dei prodotti differenziali di valuta monetaria dei prodotti agroalimentari che equipari differenziali di valuta monetaria fra l'euro e le monete degli Stati di provenienza; una Riforma PAC con attenzione alle deroghe del 2023 che obbligano a lasciare il 4% delle aree seminative non produttivo e l' obbligo di rotazione colturale sui seminativi; la certezza dei pagamenti con domanda unica; un finanziamento per tutte le domande presentate per il "Mantenimento dell'Agricoltura biologica; maggiori controlli PLT e Reflesch prima del 15 maggio di ogni anno; l' introduzione del pacchetto giovani e Giovani agricoltori; la dichiarazione stato calamità, legge rivolta sulla siccità; la modifica del calendario venatorio che consenta solo per i cinghiali caccia aperta tutto l'anno sui territori regionali; l'autorizzazione concreta di suoli forestali per uso pascolo per la prevenzione degli incendi del zone agricole del comprensorio e molto altro tutto scritto e presentato all'attenzione del governo. (Malap)
GdS, 7/2/2024
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