Michele Giuliano
PARTINICO - «Mi chiedo a chi può dare fastidio il nome di Peppino Impastato e della mamma Felicia Bartolotta». In questo modo l’ex dirigente scolastica del liceo Santi Savarino di Partinico, Vincenza Vallone, ha deciso di intervenire sulla bufera legata al cambio del nome della scuola dall’attuale intestazione al senatore e giornalista Santi Savarino a quello della vittima di mafia di Cinisi e della madre.
Rompe quindi il silenzio colei che all’epoca di questa decisione era a capo del liceo e che ha portato avanti con convinzione, insieme al consiglio di istituto, tutto l’iter. «Mi chiedo - è il sunto della lettera che ricorda tutti i vari passaggi che si sono consumati - a chi può dare fastidio tale intitolazione e come possa scatenare una tale reazione oppositiva quando si tratta esclusivamente di due grandi testimoni della legalità e della giustizia dei quali il nostro territorio ha
sicuramente bisogno e nei quali le giovani generazioni possono riconoscersi se vogliono tenere alto il nome della nostra terra ed essere artefici di un progetto di profonda trasformazione democratica della nostra martoriata Sicilia».Oggi questo iter è di fatto congelato in seguito alla sollecitazioni della Prefettura che ha richiesto un nuovo parere al Comune di Partinico, che nel frattempo ha cambiato i propri organi di governo. E la giunta guidata dal sindaco Pietro Rao si è opposta con una delibera di giunta ritenendo la figura di Savarino all’altezza per poter dare un nome al liceo. Al contrario, invece, ci sono state sempre discussioni attorno a questo personaggio politico, considerati i suoi acclarati contatti con alcuni esponenti mafiosi di Partinico e la sua adesione al governo fascista con firma anche del manifesto della razza. Vallone parla di «amare riflessioni» nel vedere sollevare le polemiche. Intanto anche Rifondazione comunista di Partinico torna sull’argomento per ringraziare la parlamentare alla Camera, Elisabetta Piccolotti, per aver presentato un’interrogazione in cui si chiede di fare chiarezza su quanto sta accadendo. «Questa vergognosa vicenda dura ormai da troppo tempo - commenta la segretaria cittadina di Rifondazione, Federica Fuoco -, con ingerenze inaccettabili da parte dell’amministrazione comunale nelle scelte democratiche e autonome della scuola. La giunta si è spinta fino al punto di emanare una delibera per impedire il cambio di denominazione, tutelando, nei fatti, il nome di Santi Savarino, fascista e colluso con la mafia, contro quelli di Peppino e Felicia, esempi indiscutibili di lotta alla mafia e giustizia sociale. Ci auguriamo che l’interrogazione parlamentare presentata da Piccolotti, possa porre fine a questa squallida vicenda, facendo chiarezza, ristabilendo il normale iter procedurale e restituendo alla scuola il proprio diritto all’autonomia e alla scelta democratica». (*MIGI*)
GdS, 24/1/24
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