La “piazza grande” di Palazzo Adriano
Marcella Croce
Domenica ore 10.30, abbiamo appena avuto il tempo di ammirare la grande fontana ottagonale del 1608, quando un lungo e assordante scampanìo ha invaso tutto lo spazio della piazza Umberto I. Sembrava essere stato programmato proprio per accoglierci: erano le campane delle chiese di Palazzo Adriano, quella greca e quella latina. Durante la messa a S. Maria del Lume un gruppo musicale a tutto volume e con le porte aperte accompagnava la funzione religiosa, a cui Maria Ss. Assunta rispondeva con il silenzio pudico della sua ascendenza bizantina, della sua iconostasi, della sua ampia scala semicircolare che si dice abbia permesso al re Ferdinando IV di Borbone di arrivare a cavallo fino all’ingresso della chiesa.
Nel XV secolo una colonia militare albanese si insediò nella zona dell’attuale Castello, che oggi ospita il Museo Civico della Real Casina, con una sezione dedicata alla cultura Arbëreshë, dove sono esposti costumi tipici albanesi, paramenti sacri degli officianti di rito bizantino e gigantografie degli acquarelli che Jean Houel, realizzò nel 1782, raffigurando le donne di Palazzo Adriano in costumi tradizionali. Non lontano dal
Castello, la chiesa di San Nicola di Mira, costruita dagli albanesi nel 1490, e ricca di stucchi e decori, ospita il Crocifisso del XIII secolo che, secondo la tradizione popolare, sarebbe stato portato in Italia dai profughi albanesi, dopo averlo salvato dagli invasori delle loro terre.Palazzo Adriano è divenuta famosa per avere ospitato le riprese di ben quattro pellicole cinematografiche fra le quali la più nota è certamente Nuovo Cinema Paradiso del 1989. «A Palazzo Adriano tutto parla di Nuovo Cinema Paradiso, – leggiamo nel catalogo del festival dei Borghi dei tesori, di cui il paese è stato recentemente ospite – specialmente la piazza dove venne ricostruito il cinema, e dove per sei lunghi mesi, Peppuccio Tornatore ambientò il suo set. Il Comune ha allestito a Palazzo Dara e poi in una nuova sede, inaugurata al pubblico il 4 agosto 2023, un museo che raccoglie i tantissimi cimeli del film, le foto del set (oltre cento, tutte originali), tanti oggetti di scena, persino le sedie in legno reclinabili del cinema o la bicicletta usata da Philippe Noiret che scorrazzava per la piazza». Era il 1988 e nessuno avrebbe mai scommesso sul film e men che mai sull’Oscar di Migliore Film Straniero che sarebbe arrivato l’anno successivo.
«Il museo di nuova inaugurazione ospiterà anche la sede della Film Commission già istituita a Palazzo Adriano nei mesi scorsi e che vuole diventare un punto di riferimento per le produzioni cinematografiche e troupe indipendenti che periodicamente visitano la Sicilia alla ricerca di location, maestranze e personaggi», commenta l’Assessore alla Cultura e al Turismo del Comune di Palazzo Adriano Salvatore Spata, che con un gruppo di volontarie e volontari ha ideato il palinsesto del Paradiso Film Fest che è arrivato quest’anno alla sua quarta edizione.
L’11 novembre è una celebrazione che, in onore di San Martino, a Palazzo Adriano viene proclamata Festa della Solidarietà e della Famiglia e dedicata a tutti i novelli sposi. Si sfornano grandi quantità di pitta, un grande pane piatto e rotondo impresso con uno speciale stampo sul quale sono rappresentati pesci, due colombe, un cuore, un ramoscello d’olivo e l’aquila bicipite dello stemma municipale, che è anche simbolo della chiesa greca bizantina. Stampi per il pane sono ancora usati nei Balcani, in Medio Oriente e in Grecia, non è quindi un caso che ce ne sia un così notevole esempio in questo paese siciliano di ascendenza albanese. In Grecia la parola pita indica tuttora un tipo di pane farcito. Splendidi pani nuziali tradizionali esistono in molte parti del mondo tra cui la Sardegna, la Lituania e Israele: la pitta di Palazzo Adriano, che viene offerta nelle case di tutte le coppie che si sono sposate nell’anno appena trascorso, e le cui figure rappresentano l’unione della coppia, è uno dei pochi ancora in uso in Sicilia, e viene esposto nelle case nei cosiddetti sammartini, cesti adorni con tovaglie finemente ricamate contenenti doni per i novelli sposi, e cioè frutta di martorana, dolciumi, frutta secca, panuzzi di San Martino, e buccellato.
Le migrazioni generano in tutto il mondo interessanti fenomeni antropologici: se da un lato i nuovi arrivati sono costretti, per garantire la loro stessa sopravvivenza, ad adeguarsi alle leggi, alla lingua e ai costumi della loro nuova patria, e spesso lo desiderano ardentemente, dall’altro conservano brandelli della cultura della loro terra di origine che possono riaffiorare qua e là anche a distanza di molti secoli, o mischiarsi in modo imprevedibile al mondo nuovo in cui si trovano a vivere. In estate gli arbëreshë di Palazzo Adriano hanno sempre usato scalare la Montagna delle Rose per sentire vicina la lontana Albania intonando, rivolti a oriente, il canto nostalgico O e bukurà Morè, (Oh mia bella Morea!) che, come mi ha riferito l’amico Alberto Laca di Tirana, così continua: Kur te lashe e me s’te pashe (quando ti ho lasciato e non ti ho visto più!).
La Riserva Naturale Orientata Monti di Palazzo Adriano e Valle del Sosio è un'area naturale protetta situata nei comuni di Bivona, Burgio, Chiusa Sclafani e Palazzo Adriano, istituita dalla Regione Siciliana nel 1997 e gestita dall'Azienda Regionale Foreste Demaniali. Vi si trovano fossili risalenti al Permiano, i più antichi rinvenibili in Sicilia. Il merito della valorizzazione di questa area naturale è del paleontologo Gaetano Giorgio Gemmellaro (1832-1904). La riserva ha una superficie di 5.862 ha ed è attraversata dal fiume Sosio, che nasce tra Santo Stefano Quisquina e Bivona. Presenta 40 sentieri, oltre 60 specie di uccelli, più di 47 specie botaniche tra cui bellissime orchidacee, e l'area attrezzata della Menta.
Sia il Museo Civico della Real Casina che quello di Nuovo Cinema Paradiso sono aperti giornalmente dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 19. Per visite guidate a questa che è stata definita la più bella piccola città della Sicilia, ci si può rivolgere a Alessia Giordano, storico dell’arte e Presidente dell’Associazione Culturale Ingegni (cell. 388 864 3154).
GdS, 21/12/2023
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