"Il via a questa nuova fase della guerra di mafia, lo dà, il 10 dicembre del 1969, la strage di via Lazio. Le cosche, per una volta tutte o quasi d’accordo, hanno deciso di chiudere i conti con Michele Cavataio il seminatore di zizzanie.
Un commando di killer travestiti da poliziotti, cui partecipano gli uomini di fiducia dalle “famiglie” più importanti, ma la cui linea di fuoco è affidata ai corleonesi, va ad attaccare Cavataio, detto il Cobra, negli uffici del costruttore Girolamo Moncada, in viale Lazio, dove s’è installato come il vero padrone dell’impresa. Nella sparatoria Cavataio muore (assieme ad altri tre dipendenti dall’azienda, fra cui il pregiudicato Francesco Tumminello) ma, fra gli assalitori, il boss corleonese Calogero Bagarella viene colpito a morte da Cavataio
e altri due sono feriti leggermente. Solo che tutto questo, dalle motivazioni della strage ai partecipanti, si conoscerà molti anni dopo e grazie ai pentiti che faranno luce sulla figura del Cobra e sulla sua fine".("L’Ora, edizione straordinaria. Il romanzo di un giornale raccontato dai suoi cronisti", pag. 47, da "Stragi, misteri e veleni, ma sempre guerra di mafia" di Alberto Stabile).
Dall'archivio storico de L'Ora, custodito a Palermo presso la Biblioteca Centrale Regionale, le pagine sulla strage di Viale Lazio. Con gli articoli di Nino Sofia, Camillo Pantaleone, Mauro De Mauro, Roberto Baudo, Salvo Licata, Augusto Marcelli, Franco Amato
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