giovedì, dicembre 14, 2023

IL PERSONAGGIO. Da Topazia a Marta gli amori di Guttuso pittore dell’eros


Il rapporto giovanile con Alliata a Villa Valguarnera e quello con Marzotto suggellato da tanti dipinti e da un disegno realizzato poco prima di morire
 

di Franco Lo Piparo

Renato Guttuso «dipingeva con il pene» . Lo ha scritto Maria Sole, una delle ultime modelle dei nudi guttusiani, nel libro del 1987 Io, il Maestro, e … I miei anni con Guttuso. Nella sua estrema crudezza mette bene in luce un tratto non secondario della personalità pittorica dell’artista bagherese: la presenza femminile vista con la la passione erotica maschile. Il grande dipinto del 1986 Le donne vanno e vengono esposto nella Galleria d’arte moderna e contemporanea di Bagheria (che compie cinquant’anni e aperta grazie alle donazioni dello stesso pittore) rappresenta bene fin nel titolo il rapporto di Guttuso con l’universo femminile: qualcosa come una antologia di donne in varie pose e con vario abbigliamento che per l’appunto sono transitate (“vanno e vengono”) nell’universo pittorico-maschile guttusiano.



In questo universo mobile tre donne fanno eccezione. Una volta giunte hanno messo radici eterne nel cuore guttusiano e non sono più andate via. Sono la moglie, Mimise Dotti, la quindicenne Topazia Alliata (futura sposa di Fosco Maraini e madre di Dacia Maraini), e Marta Marzotto. 
Due disegni, poco o niente affatto noti, aprono una straordinaria finestra sul reale mondo affettivo del nostro artista. Riguardano il primo e l’ultimo amore e hanno un curioso tratto in comune nonostante i sessant’anni che li separano. 
Il primo amore fu tra Renato, figlio di un piccolo borghese agrimensore, e la principessina Topazia Alliata. Si consuma nella settecentesca Villa Valguarnera di Bagheria. Entrambi giovanissimi. Lui diciassette, lei quindici anni. Ecco il racconto che ne fa la Alliata dopo la morte di Guttuso: «Fu amore a prima vista, a quindici anni, tipo Giulietta e Romeo. (…) Io frequentavo allora il liceo artistico. Era un bel ragazzo (…). Il padre era un mazziniano puro, portava ancora il fiocco. Renato veniva su da noi, e mio padre un giorno per fargli guadagnare dei soldi, gli offrì l’incarico di restaurare alcune stanze di Villa Valguarnera pagandolo molto, per quell’epoca».«Fu amore tipo Giulietta e Romeo» . Un amore quindi contrastato. Non poteva essere diversamente data la enorme differenza di classe sociale dei due innamorati. Nel disegno del giovanissimo Guttuso che qui pubblichiamo Pazia e Nato (così amavano chiamarsi) sono coinvolti in una danza erotica. 
Anche se non se ne è mai parlato, Pazia e Nato non si persero mai più di vista. Lo racconta Topazia Alliata Maraini ad Adele Cambria il giorno della morte di Guttuso. È una testimonianza preziosa: «Ci vedevamo sempre,ci siamo visti per tutta la vita, salvo quando io stavo in Giappone … Pochi mesi fa, forse a luglio, gli ho confessato che avevo letto le sue lettere d’amore. Si è stupito: — Ma come hai avuto il coraggio? Io le tue le ho tutte, ma non posso rileggerle, mi creerebbero una tempesta emotiva. (…) L’ultma volta che me l’hanno passato al telefono, soltanto sentire la sua voce mi emozionava: era una emozione sensuale, come quella del tocco delle sue dita …». 
Se quelle lettere gli eredi testamentari di Guttuso e le sorelle Maraini decidessero di pubblicarle gli storici della cultura e del costume sarebbero eternamente grati. 
L’ultimo amore, intensissimo, fu con Marta Marzotto. È un amore molto noto e abbondantemente rappresentato in molti quadri. Il 23 settembre 1986 Guttuso, che sa di essere malato terminale, a conclusione di una dichiarazione testamentaria (poi annullata da altre) stando alla quale « Marta Marzotto è la sola autorizzata a riprodurre, a sua discrezione, tutte le mie opere, nei materiali che crederà opportuno (…) per l’uso che crederà più opportuno», disegna e firma un cuore contornato dalla scritta in maiuscolo Quis Amat Valeat — Pereat Qui Nescit Amare. 
Dentro il cuore disegna le lettere M che sta per Marta e R che sta per Renato. Guardatele attentamente. Sono due lettere danzanti: la M di Marta abbraccia e avvolge la R di Renato che a sua volta risponde all’abbraccio con un movimento danzante verso l’alto della gamba destra. M e R sono coinvolti in una dolce e finale danza erotica. È l’ultima grande dichiarazione di amore di Renato a “Martina”. 
Guttuso morirà meno di quattro mesi dopo, il 18 gennaio 1987. 

La Repubblica Palermo, 14/12/2023

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