martedì, dicembre 12, 2023

Il cuore di tutto era l’Asp di Trapani. L’affare pandemia fa scattare 10 arresti


Al centro dell’inchiesta che vede in totale 17 persone indagate, l’acquisto di materiali per l’emergenza Covid, ma anche assunzioni e corruzione.

Laura Spanò

Trapani - Per molti la pandemia è stato un po’ come il «periodo delle vacche grasse». Il periodo dove più che all’emergenza si pensava ai propri affari. In questo clima si inquadra l’ennesima operazione post Covid19, che ha coinvolto l’azienda sanitaria provinciale di Trapani. Un anno di indagini quelle effettuate dagli investigatori della guardia di finanza di Trapani, coordinati dalla Procura di Trapani.Uno spaccato desolante quello venuto alla luce. Tredici le misure cautelari rispetto alle 17 che erano state chieste dalla Procura. 

Al centro delle indagini dell’operazione “Aspide” non solo l’acquisto di materiali per le terapie intensive e le sanificazioni ma le contestazioni che riguardano fatti avvenuti tra il 2021 e il 2022 e che ipotizzano, a vario titolo, episodi di corruzione, rivelazione di segreto d’ufficio nei concorsi pubblici e nell’assegnazione di borse di studio fino alla richiesta di prestazioni sessuali nei confronti di una donna nella procedura per il rinnovo della patente di guida.

Le indagini riguardavano la regolarità di un bando di gara indetto dall’Asp per la fornitura di attrezzature sanitarie necessarie per fronteggiare l’emergenza sanitaria da Covid-19 da destinare ai reparti di terapia intensiva, appalto finito aggiudicato con il controllato (l’azienda prescelta) che svolgeva dentro l’Asp, il ruolo di controllore. Ai domiciliari è finita Antonella Federico, dipendente di Althea Italia. Federico, in concorso con Giuseppa Messina e l’allora manager Fabio Damiani, è accusata di aver pilotato una procedura negoziata (senza pubblicazione del bando di gara) per la fornitura di attrezzature sanitarie per fronteggiare l’emergenza Covid (tra cui i famosi ventilatori polmonari). L’azienda, secondo le indagini, avrebbe fornito all’Asp apparecchiature non conformi alle richieste, con una falsa attestazione di conformità di Federico.

Ai domiciliari è finito l’avvocato Fabio Damiani, che nel 2020 dovette dimettersi dalla direzione dell’Asp di Trapani a seguito di un arresto per corruzione per fatti commessi quando era al vertice di Asp nel palermitano, l’operazione “Sorella Sanità.” Fatti per i quali è stato condannato anche in appello. Per avere avuto informazioni su un concorso ai domiciliari è finita anche l’attuale presidente del Consiglio comunale di Trapani, Anna Lisa Bianco.

Tra gli indagati anche il capogruppo in Consiglio comunale sempre di Trapani Gaspare Gianformaggio. E sempre fra gli indagati un altro consigliere comunale di Mazara, l’imprenditore Giovanni Iacono Fullone che avrebbe ricevuto informazioni su una procedura di gara ed ancora il direttore dell’Unità operativa complessa Centro salute globale Antonino Sparaco, di 62 anni, che avrebbe ricevuto l’incarico grazie all’interessamento di Oddo. Quella portata a termine dalle fiamme gialle prende spunto da accertamenti eseguiti dopo l’arresto di Damiani.

Le ambientali piazzate negli uffici dell’Asp di Trapani hanno però messo in luce condotte deplorevoli e al limite della censura, come i riferimenti espliciti e le pretese sessuali da parte del direttore sanitario Gioacchino Oddo, in cambio del rinnovo di una patente di guida. Anche la vittima è finita indagata per non essersi sottratta alla richiesta. Dalle indagini condotte dai finanzieri emerge di tutto: dai concorsi truccati per dirigente e collaboratori di alto grado, ai medici che nascondevano di aver preso il Covid, o ancora i medici che risultavano assenti dall’ufficio per servizio e invece erano in giro per officine meccaniche e ferramenta.

Due le persone in carcere: Giuseppa Messina, di 64 anni, per il suo ruolo di Rup in una procedura negozionale, e Gioacchino Oddo, di 67 anni, direttore sanitario dell’Asp. Otto ai domiciliari e tre sottoposte all’obbligo di dimora. Tra questi il primario di otorinolaringoiatria dell’ospedale provinciale, Carlo Gianformaggio. È indagato per favoreggiamento, ha saputo delle indagini e intercettazioni in corso e si sarebbe premurato ad informare il direttore sanitario Oddo. I reati ipotizzati, a vario titolo, sono corruzione, induzione indebita a dare utilità, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, truffa a ente pubblico, frode nelle pubbliche forniture, falsità ideologica e materiale commessa dal pubblico ufficiale, rivelazione di segreti d’ufficio, favoreggiamento personale e false attestazioni di presenza in servizio. Le indagini sono state dirette dai pm della Procura di Trapani Sara Morri e Francesca Urbani e condotte dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza.

Scrivono gli investigatori: «È emerso un collaudato meccanismo di “addomesticamento” e “manipolazione” di procedure di gara, pubblici concorsi e affidamenti di incarichi dirigenziali all’interno delle strutture sanitarie trapanesi attuato, in un contesto collusivo e secondo una logica clientelare». (*LASPA*)

GdS, 12/12/2023

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