Il ginecologo Biagio Adile |
di SANDRA FIGLIUOLO
Resta scoperto il posto negli ospedali di Corleone e Petralia Sottana, che era stato affidato al medico con un bando pubblico al quale aveva risposto soltanto lui. Il professionista, per il quale il processo è pendente in appello, è accusato di aver costretto ad un rapporto orale una dia paziente. L’azienda sanitaria: presto un nuovo concorso
Il ginecologo Biagio Adile, condannato in primo grado a cinque anni e due mesi di carcere perché avrebbe abusato sessualmente di una paziente mentre era primario di Villa Sofia, si è dimesso dall'incarico di specialista in Ginecologia che - dopo un bando pubblico al quale aveva risposto soltanto lui - gli era stato affidato dall'Asp di Palermo negli ospedali di Petralia Sottana e Corleone. Una vicenda che, nonostante il medico sia - come prevede la Costituzione - innocente fino a sentenza definitiva, aveva sollevato un vespaio di polemiche ed attacchi.
Facendosi da parte, Adile ha tolto dall'imbarazzo l'azienda sanitaria, ma questo comporta che manchi un medico per rispondere alle esigenze dei pazienti in quel territorio e che potrà entrare in servizio soltanto dopo che l'Asp avrà fatto un nuovo bando. Sperando non vada deserto. Il Forum Sanità pubblica aveva invitato il commissario dell'Asp Daniela Faraoni, in considerazione della scadenza dell’incarico il 31 dicembre prossimo, a non prorogare l’incarico ad Adile e a indire un nuovo bando pubblico rivolto a medici specializzati nelle discipline di Ostetricia e Ginecologia. L’argomento è stato ripreso anche in occasione dell’assemblea plenaria che si è svolta al Noz, ai Cantieri culturali alla Zisa. "All’incontro - si legge in una nota - ancora una volta si è parlato dei guasti della sanità pubblica e di una situazione che si aggrava sempre più: mancano i medici di base, i pronto soccorso sono al collasso, aumentano gli ospedali senza reparti sia in città che in provincia, le liste d'attesa restano interminabili".
Come ricostruito dal sostituto procuratore Giorgia Righi, Adile avrebbe abusato due volte di una sua paziente, in un caso palpeggiandole il seno e in un altro costringendola ad un rapporto orale, che la donna (parte civile nel processo con l'assistenza dell'avvocato Michele Calantropo) aveva registrato con il suo cellulare, documentando una serie di "no", che l'imputato avrebbe però del tutto ignorato. Una vicenda per la quale il noto ginecologo era stato arrestato nel 2017. Era poi tornato libero e il suo processo di primo grado era durato oltre quattro anni e per ben quattro volte era cambiato il collegio giudicante. Adesso è pendente l'appello.
Alcuni mesi fa era venuto fuori che Adile aveva ripreso, da libero professionista, a fare il ginecologo e per conto dell'Asp. Daniela Faraoni aveva però spiegato che "in quella parte di provincia manca uno specialista in Ginecologia e per questo abbiamo fatto un bando per il conferimento dell'incarico di lavoro autonomo libero professionale. E' arrivata una sola domanda, quella del dottore Adile. Dal punto di vista formale - aveva chiarito Faraoni - tutto è in regola".
PalermoToday, 12/12/2023
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